La Disney smentisce la vendita di Miramax, dopo l´uscita del fim anti-Bush Fahrenheit 9/11

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Il colosso dei media Walt Disney ha smentito immediatamente le indiscrezioni circolate sulla stampa internazionale, che davano come imminente la cessione della propria divisione Miramax, a seguito dei problemi sorti sulla distribuzione del controverso film Fahrenheit 9/11.

Si tratta del discusso documentario anti-Bush realizzato dal regista Micheal Moore, insignito anche della Palma d¿Oro all¿ultimo festival di Cannes.

¿Disney non ha alcuna intenzione di vendere la divisione Miramax¿, ha indicato un portavoce del Gruppo, citando letteralmente le parole del presidente Michael Eisner.

Il presidente aveva risposto anche a una domanda postagli mercoled&#236 scorso a margine di una conferenza con gli analisti. ¿Non c¿&#232 niente di nuovo¿, da allora, ha aggiunto il portavoce.

Vendere Miramax? “E¿ come se mi stesse chiedendo di vendere Disneyland¿, aveva aggiunto Eisner, citato dal portavoce.

I problemi nei rapporti tra Eisner e i vertici della Miramax sono cominciati con il rifiuto della Disney di distribuire nelle sale Fahrenheit 9/11, film prodotto da questi studios, che la societ&#224 di Topolino controlla dal 1993.

La Disney ha considerato il film ¿troppo politicamente impegnato per i propri gusti¿.

Proprio ieri il New York Times ha rilanciato il dibattito affermando che Michael Eisner stava valutando la possibilit&#224 di vendere Miramax ai fratelli Harvey e Bob Weinstein, presidenti e fondatori della societ&#224.

Eisner stava considerano questa opzione, visti i continui contrasti con i fratelli Weinstein, ultimo quello per il documentario di Michael Moore, ha sottolineato il quotidiano newyorchese, citando ¿amici e dirigenti che avevano affrontato la questione¿ con il presidente della Disney.

E anche se dalla societ&#224 &#232 arrivata la smentita di queste indiscrezioni, resta che ormai sono ben noti i dissapori tra il presidente Eisner e i fratelli Weinstein.

Agli antipodi, a cominciare dalle convinzioni politiche.

I fratelli Weinstein sono apertamente democratici, mentre Michael Eisner &#232 discretamente repubblicano.

La loro cultura: Michael Eisner vive e lavora Los Angeles, figlio del grande sogno americano e della costa occidentale. I fratelli Weinstein, sono due intellettuali.

I Weinstein, infine, si muovono secondo le loro passioni, non esitano a investire milioni su un film sul quale credono solo loro, mentre Michael Eisner &#232 un noto calcolatore che non lascia molto spazio ai sentimenti.

Col tempo i contrasti con i Weinstein sono aumentati, specie riguardo ai film prodotti dalla Miramax.

Nel 1993, a mettere i tre uno contro l¿altro &#232 stato il film Dogma, una satira religiosa di Kevin Smith. Eisner si era opposto a che fosse la Miramax a distribuire il film, che &#232 stato poi recuperato dalla societ&#224 Lion”s Gate.

Stessa situazione si &#232 ripetuta due anni dopo con O, un dramma violento ispirato all¿Othello di William Shakespeare, per arrivare al recente Fahrenheit 9/11 di Michael Moore.

Questo documentario denuncia la guerra in Iraq e parla di alcune relazioni segrete tra la famiglia del presidente Usa George W. Bush e quella del capo di Al-Qaeda Osama Bin Laden.

Il film doveva essere inizialmente distribuito dalla Miramax che ne ha finanziato quasi integralmente la produzione.

Ma la Disney ha ritenuto il documentario troppo politicizzato, e ne ha rifiutato la distribuzione negli Stati Uniti impegnanti nella campagna elettorale per le presidenziali.

Micheal Moore, polemico per passione, ha gridato alla censura, facendo cadere Eisner nell¿imbarazzo.

Finalmente &#232 stato trovato un accordo. I fratelli Weinstein hanno acquistato a titolo personale tutti i diritti dell¿opera la scorsa settimana. Dopo oltre tre settimane di colloqui, l¿operazione &#232 stata chiusa per una cifra stimata attorno ai 6 milioni di dollari, e ne organizzeranno la distribuzione in sale e homevideo.

Fahrenheit 9/11 uscir&#224 questa estate sugli schermi americani. Ma sembra che ormai la rottura tra i fratelli e il gran capo della Disney sia insanabile.

A margine della presentazione della trimestrale di Disney, Eisner non ha esitato a sottolineare il cattivo andamento finanziario della Miramax.

In ogni caso, se di rottura definitiva dobbiamo parlare, non sar&#224 sicuramente imminente, come sottolinea il New York Times. Il contratto che lega i Weinstein alla testa di Miramax scadr&#224 nel 2005, e Disney potrebbe approfittare di questo cambio di guardia per negoziare una vendita.

Quanto ai fratelli Weinstein, non si sa se attualmente abbiano i mezzi finanziare per un¿eventuale acquisizione.

Gli analisti stimano Miramax intorno ai 2 miliardi di dollari. Una piccola somma che sicuramente i Weinstein riuscirebbero a trovare in un momento.

Anche se la Disney, reduce dal recente e doloroso divorzio con gli studios Pixar, sicuramente ci penser&#224 due volte prima di separarsi da Miramax.

&#169 2004 key4biz.it

Raffaella Natale

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