Lagardère: ormai certo l¿accordo con Wendel. Gli asset del primo polo editoriale restano in mano ai francesi

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Come avevano anticipato alcune indiscrezioni questo fine settimana, Lagard&#232re (vedi scheda) e Wendel Investissement, societ&#224 presieduta da Ernest-Antoine Seill&#232re, sono pervenuti a un accordo sulla vendita di Editis (ex Vivendi Universal Publishing).

Lagard&#232re ha infatti confermato in un comunicato di aver concluso con la Wendel un “accordo preliminare” che prevede la vendita del 60% di Editis, per un prezzo che sar&#224 calcolato sulla base di un enterprise value di 660 milioni di euro. Vale a dire circa 11 volte l¿utile operativo atteso per il 2004.

Nel proprio comunicato, i vertici del primo polo editoriale francese, precisano che ¿L¿operazione avviata con Wendel Investissement risponde ai differenti criteri che Lagard&#232re si &#232 fissata in coerenza con quelli stabiliti dalla Commissione di Bruxelles: vendita in blocco, per un prezzo basato su un valore di impresa di 660 milioni di euro, che sar&#224 pagato interamente in contanti al momento della cessione, rapidit&#224 di messa in atto, solidit&#224 finanziaria dell¿acquirente e visione industriale a lungo termine¿.

Lagard&#232re e Wenedel, che hanno avviato trattative esclusive dal 19 maggio scorso, sono ormai vicini alla chiusura dell¿accordo.

Ma come precisa la societ&#224 Lagard&#232re, prima di essere chiuso, questo accordo dovr&#224 essere sottoposto al vaglio dei comitati di impresa e ottenere l¿avallo dalle Autorit&#224 alla concorrenza competenti.

Dalla sua, Wendel metter&#224 presto le mani anche su Bordas, Nathan, Le Robert, Robert Laffont, La D&#233couverte e il canale di distribuzione Interforum.

Inizialmente, tra i candidati in lizza per gli asset di Editis, Wendel non sembrava essere trai favoriti di fronte a M&#233dia Participation, Eurazeo o Paribas Affaires Industrielles.

Ma ha largamente profittato della posizione dell¿Antitrust Ue, che nel dicembre scorso aveva indicato di preferire la vendita a un industriale, per convincere Arnaud Lagard&#232re.

Alla corsa al riscatto degli asset di Editis messi in venduta, aveva partecipato anche l¿italiana Rcs MediaGroup, che aveva fin da subito mostrato il proprio interesse, nel proprio obiettivo di rafforzarsi sul mercato francese dell¿editoria.

Successivamente per&#242, l¿Amministratore delegato della societ&#224, Maurizio Romiti, aveva dichiarato che il Gruppo non avrebbe presentato alcuna offerta, tenuto conto ¿¿delle complicazioni che presenta questa azienda e per come sar&#224 messa sul mercato¿.

Romiti aveva per&#242 confermato un notevole interesse a espandersi sul mercato francese, dove sono stati avviati altri contatti. Ma per quanto riguardava Editis, si trattava di ¿¿una estrazione di parte di attivit&#224 da alcune societ&#224 – aveva spiegato – e quindi della costituzione di nuove societ&#224 di cui &#232 difficile capire la capacit&#224 di stare sul mercato¿.

Romiti aveva precisato che ¿¿i dati disponibili sono a tutt”oggi molto carenti e mancano i dati patrimoniali: Non riteniamo che la nostra valutazione possa avvicinarsi alle attese del venditore¿.

Per Lagard&#232re l¿operazione con Wendel &#232 doppiamente vantaggiosa. Ha infine ottenuto un prezzo migliore, rispetto a quello che si aspettava a inizio anno. E soprattutto, vendendo Editis a un novizio dell¿editoria, permette alla propria divisione Hachette Livre ¿ ridiventata numero uno del settore con il 40% di Editis ¿ di distaccare di molto il nuovo numero due del settore. Hachette Livre vanta un fatturato di 1,3 miliardi di euro contro 560 milioni per il polo Editis di Wendel.

Il governo francese non vuole apparire parte attiva in questa transazione, ma ha sempre confermato di essere sulla stessa linea della Commissione europea, in merito alla regolamentazione di questa operazione.

Tendente quindi a privilegiare una soluzione industriale per Editis. Bruxelles nel mese di gennaio aveva infatti insistito sul fatto che l¿acquirente avrebbe dovuto avere i mezzi per creare il numero due sul mercato francese dell¿editoria, capace di poter competere in modo durevole con Hachette Livre.

Una dichiarazione sibillina che avrebbe potuto eliminare d¿ufficio le decine di fondi di investimenti che erano in lizza per l¿acquisto di Editis.

Wendel Investissement &#232 un Gruppo familiare forte di 300 anni di storia, che &#232 passata dal ruolo di gigante dell¿industria siderurgica francese a quello di holding con partecipazioni in settori di attivit&#224 estremamente vari.

Dal 1982, il Gruppo &#232 diretto dall¿attuale presidente del Medef, la confindustria francese, Ernest-Antoine Seilli&#232re, e controllata da 750 azionisti familiari che detengono il 34,7% del capitale e 50,1% dei diritti di voto, il restante del capitale &#232 flottante.

&#169 2004 Key4biz.it

Raffaella Natale

Per ulteriori approfondimenti, leggi:

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