Softbank alla conquista della telefonia fissa giapponese

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Il fornitore di servizi Internet a banda larga Softbank sta per diventare un attore molto importante delle telecomunicazioni giapponesi, in vista dell¿acquisto di Japan Telecom, la terza societ&#224 nipponica di telefonia fissa.

Il gruppo verser&#224 2,51 miliardi di euro al fondo d¿investimenti Ripplewoood con un¿operazione che secondo gli analisti potrebbe mettere in ombra i principali player del settore, come KDDI e Nippon Telegraph.

Softbank si accoller&#224 anche i 164 miliardi di yen di debiti di Japan Telecom e acquister&#224 i 32,5 miliardi di yen in titoli ancora nelle mani di Vodafone.

La somma restante ¿ 143,3 miliardi di yen ¿ verr&#224 versata in cash e titoli per l¿insieme delle azioni a diritto di voto detenute da Ripplewood e dagli altri azionisti.

L¿operazione ha lasciato perplessi alcuni osservatori, alla luce della difficile situazione di Japan Telecom, il cui passivo impedisce all¿azienda di competere con i rivali per quanto riguarda le tariffe soprattutto nel segmento dei servizi alle imprese, che costituiscono la sua principale attivit&#224.

L¿utile netto della societ&#224 ¿ che dispone attualmente di 150 mila clienti – &#232 infatti crollato del 98% a 200 miliardi di yen.

Come spiega Motoya Kitamura dell¿istituto di studi Mitsubishi, comunque, ¿¿il valore di un¿azienda non ha praticamente niente a che vedere con lo stato delle sue attivit&#224¿.

Ripplewood aveva acquistato Japan Telecom da Vodafone nell¿agosto del 2003 per 262 miliardi di yen (2,2 miliardi di dollari). Il gruppo britannico vuole infatti concentrarsi sul pi&#249 promettente mercato della telefonia mobile nipponica grazie a J-Phone (che dal primo ottobre 2003 ha preso il nome di Vodafone KK) il terzo operatore mobile nipponico e anche la controllata che da pi&#249 soddisfazioni alla casa madre in termini di profitto medio per utente (ARPU).

L¿acquisizione di Japan Telecom da parte del fondo americano &#232 stata finanziata da un consorzio di 11 banche, tra le quali Citibank e JP Morgan e le banche giapponesi Mizuho e UFJ.

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Alessandra Talarico