Cybercrime: la polizia europea si organizza per fronteggiare i crimini del futuro

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Il cybercrime &#232 diventato uno dei reati pi&#249 preoccupanti, perch&#233 difficile da contrastare.

Quello del crimine informatico &#232 un argomento che ha trovato grande attenzione specie della Commissione Ue, soprattutto dopo la guerra aperta dai pirati informatici che hanno scatenato il panico tra gli utenti Internet, le autorit&#224 governative hanno preso a cuore il problema della vulnerabilit&#224 dei network. Il primo luglio prossimo entrer&#224 in vigore la Convenzione del Consiglio d¿Europa sul cybercrime.

La Commissione europea ha anche annunciato la presentazione di un piano per creare una task force paneuropea in grado di far fronte ai sempre pi&#249 numerosi attacchi hacker alle reti di computer.

Il nuovo sistema consentir&#224 agli Stati membri uno scambio continuo di informazioni, grazie anche al coordinamento legislativo contro il cybercrime che prevede – tra le altre cose – la prigione per chi cerca di violare un sistema.

Questa Convenzione, il primo trattato internazionale sui crimini commessi via Internet e le altre reti informatiche, ha come obiettivo quello di avviare una politica comune in materia di reati informatici, in particolare nel campo della pornografia infantile, della frode e della violazione delle sicurezza delle reti.

Il trattato &#232 frutto di ben quattro anni di negoziazioni in seno al Consiglio d¿Europa, un¿Assemblea consultiva di 43 Paesi il cui emiciclo &#232 a Strasburgo.

Sicuramente la Convenzione rappresenta un passo avanti verso il regolamento delle disposizioni normative degli Stati membri in materia procedurale, al fine di migliorare la capacit&#224 dei servizi di polizia e coordinare in tempo reale le indagini, raccogliere indizi e prove sul territorio nazionale prima che spariscono.

I Paesi aderenti alla Convenzione hanno deciso di estendere i poteri di polizia e di indagine e armonizzare le attivit&#224 inquirenti tra i diversi Paesi in tema di crimine informatico, con attenzione particolare alla pornografia infantile.

Intanto i ministri europei delle telecomunicazioni hanno approvato un piano per creare l¿Agenzia europea per la Sicurezza delle Reti e delle Informazioni.

L¿Agenzia svolger&#224 un ruolo consultivo riguardo temi di grande attualit&#224, quali la pirateria informatica, gli attacchi di virus ed eventuali minacce alle reti d¿informazione.

I corpi di polizia europei avranno quindi un aiuto in pi&#249 nel portare avanti la lotta al cybercrime. Mancava a oggi un”unit&#224 che riuscisse a coordinare e rendere pi&#249 veloci le operazioni che sono spesso bloccate dalle lungaggini burocratiche dei diversi Paesi.

Alcune unit&#224 di polizia stanno seguendo dei corsi particolari per imparare a contrastare i criminali di nuova generazione che prendono di mira gli ignari utenti Internet.

In tutta Europa, ma anche in altri Paesi, questa nuova categoria di cyber-investigatori sta ricevendo un addestramento nel campo della scientifica informatica, una tecnica di contrasto al crimine che &#232 fatta in parte di scienza, e in parte di indagini.

Questi investigatori analizzano a fondo gli hard disk dei computer sequestrati, vagliano migliaia di file nascosti alla ricerca di una prova che la macchina sia stata utilizzata per un reato.

Gli indizi sono complessi programmi informatici disegnati per dirottare il Pc della vittima o i sistemi di navigazione Internet e di eMail, in grado di rivelare l”identit&#224 dei cospiratori.

Dan Haagman, responsabile della formazione per 7Safe Ltd – societ&#224 di Cambridge che addestra polizia e civili alla scientifica informatica ¿ ha spiegato che ¿E” simile alla meccanica delle automobili“.

Nel Regno Unito, che ha una delle forze di contrasto al cybercrimine pi&#249 avanzate d”Europa, appena 1.000 agenti di polizia su 140.000 sono formati per trattare prove digitali. Meno di 250 hanno abilit&#224 informatiche di alto livello, ha detto il gruppo europeo di sicurezza informatica Eurim.

Al momento, la polizia britannica &#232 impegnata a scovare le tracce di un”arma popolare usata dal cybercrimine e conosciuta come malware. Si tratta di un codice informatico programmato da alcuni hacker, da scrittori di virus e da spammer.

Haagman ha commentato che l¿unico modo che resta alle autorit&#224 investigative per individuare e arrestare un cyber-criminale, &#232 quello di conoscerne i trucchi, capire come si muove e come agisce un hacker, solo cos&#236 si potr&#224 fare un buon lavoro e sgominare le nuove bande della Rete.

&#169 2004 key4biz.it

Raffaella Natale

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