Trasparenza normativa e privatizzazione attirano gli investimenti nelle tlc. Studio Ecta

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Regolamentazione efficace e privatizzazione: sono questi i fattori che spingono gli investitori del settore delle telecomunicazioni verso un Paese piuttosto che un altro.

E¿ quanto emerge da un rapporto appena pubblicato dall¿ECTA (European Competitive Telecommunications Association), secondo cui gli investimenti nelle telecomunicazioni sono concentrati verso quei Paesi che dispongono di un efficace framework normativo e in cui lo Stato &#232 poco presente nel settore.

Alla luce di queste considerazioni, tra gli Stati membri &#232 la Gran Bretagna a mantenere una posizione privilegiata, dovuta a un mix di fattori che include tra le altre cose i poteri generali dell¿Autorit&#224 di regolazione, l¿applicazione delle leggi relative all¿accesso e l¿implementazione delle strutture normative nazionali.

In questo contesto, a raggiungere i punteggi totali pi&#249 alti dopo la Gran Bretagna sonol¿Irlanda, la Danimarca e l¿Italia.

All¿ultimo posto, la Germania, penalizzata dalla mancanza di trasparenza e dalla lentezza del sistema giuridico, fattori che limitano gli investimenti nel settore delle telecomunicazioni.

Lo studio sottolinea come sussista ancora in Europa un forte dislivello nell¿efficienza dei quadri normativi nazionali che regolamentano il settore delle tlc, nonostante il fatto che tutti gli Stati membri avrebbero dovuto conformarsi a quanto previsto dalle disposizioni comunitarie in materia.

Appare inoltre evidente che gli investitori sono attirati maggiormente verso quegli Stati, Italia e Gran Bretagna in testa, dove il principale operatore telecom &#232 stato interamente privatizzato.

Il nuovo quadro giuridico europeo sarebbe dovuto entrare in vigore in tutti gli Stati membri dal luglio dello scorso anno. Esso prevede l¿instaurazione di una regolamentazione meno pesante, autorizza gli Stati membri ad abrogare alcune regole affinch&#233 il mercato sia pi&#249 concorrenziale e funzioni in maniera pi&#249 soddisfacente e contribuisce a fare in modo che i servizi siano disponibili in tutta l¿Unione europea.

Il quadro riguarda una serie di reti e di servizi di comunicazione elettronica, dal telefono di casa al telefonino, dalla banda larga a Internet e costituisce un elemento essenziale delle riforme di Lisbona.

Esso crea le condizioni favorevoli allo sviluppo degli investimenti e della concorrenza, alla creazione d¿impiego e alla fornitura di servizi maggiormente diversificati e di migliore qualit&#224 per i consumatori e le imprese attraverso un¿Unione allargata.

Molti Stati membri, per&#242, non hanno ancora adottato le nuove norme comunitarie e cos&#236, dopo nove mesi di ritardo e due avvertimenti, la Commissione europea ha deciso di citare davanti alla Corte di giustizia dell¿Unione europea il Belgio, la Germania, la Grecia, la Francia, il Lussemburgo e i Paesi Bassi.

Il direttore dell¿Ecta – Andy Tarrant ¿ ha sottolineato infatti come ¿¿I Paesi membri sono penalizzati economicamente dalla mancata adozione delle norme Ue, poich&#233 gli investimenti sono deboli laddove le regole sono meno efficaci¿.

Lo studio, realizzato per conto dell¿Ecta dalla societ&#224 SPC Network, fa il punto sulla situazione in 10 Paesi europei: Germania, Belgio, Danimarca, Spagna, Italia, Francia, Gran Bretagna, Irlanda, Paesi Bassi e Svezia.

Secondo i dati raccolti, le aziende telecom consacreranno almeno 19 miliardi di euro ai loro investimenti produttivi sul periodo 2004-2006, contro i 79 miliardi investiti tra il 1999 e il 2003.

¿Gli Stati membri che vogliono attrarre pi&#249 investimenti per il beneficio dei consumatori e delle aziende devono assicurarsi che le proprie strutture normative rientrino nelle best practice Ue. Un attento esame degli progetti di investimento, dimostra infatti che le aziende prestano molta attenzione all¿efficienza dei regimi di regolamentazione quando decidono in quale Paese investire¿, ha commentato il managing director dell¿Ecta.

&#169 2004 Key4biz.it

Alessandra Talarico