Dall¿affaire Kelly al Daily Mirror: non si ferma la marcia dei media britannici contro il governo Blair

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La radiotelevisione pubblica britannica BBC ha annunciato che non licenzier&#224 nessun dipendente nell¿ambito dell¿affaire David Kelly, l”esperto britannico in armamenti iracheni che si &#232 suicidato nel 2003, dietro alla quale morte c¿&#232 un reportage alquanto controverso realizzato dalla Tv pubblica.

In un rapporto, la BBC ha esonerato i vertici della trasmissione Today di Radio 4, che aveva mandato in onda il reportage, e ha indicato che non proceder&#224 ad alcun licenziamento dopo le tre dimissioni provocate dall¿affaire Kelly.

Il rapporto del giudice Brian Hutton, pubblicato nel mese di gennaio, aveva spinto alle dimissioni il presidente del Consiglio d¿amministrazione della BBC, Gavyn Davies, e del Direttore generale della radiotelevisione, Greg Dyke, in seguito anche del giornalista Andrew Gilligan, autore del reportage controverso.

In questo servizio, diffuso il 29 maggio 2003, Gilligan, specializzato nelle questioni della difesa per Today, accusava Downing Street d¿aver gonfiato i dati riportati in un dossier pubblicato nel settembre 2002 sugli armamenti iracheni, con l¿obiettivo di giustificare l¿entrata in guerra.

David Kelly, esperto in armamenti divenuto consigliere per il ministero della Difesa, veniva citato come fonte anonima nel reportage, ma la sua identit&#224 era stata resa pubblica all¿inizio del luglio 2003. Qualche giorno dopo l¿esperto si era suicidato.

Secondo le conclusioni rese pubbliche luned&#236 dalla BBC sulla diffusione del reportage, ¿era stato predisposto un documento che riguardava le pratiche della redazione, al quale per&#242 non si era attenuto Andrew Gilligan¿, nel corso del proprio servizio per Today.

La BBC ha indicato che &#232 stata creata una commissione al fine ¿di trarre delle lezioni in materia di politica redazionale da tutta questa storia¿.

Mark Byford, Direttore generale ad interim della BBC, dovrebbe presentare le conclusione di questa commissione entro fine giugno.

Nel suo rapporto, Lord Hutton era stato particolarmente severo nei confronti della BBC, ma aveva largamente esonerato il Primo ministro Tony Blair e il governo da ogni responsabilit&#224 sul caso e sul suicidio di David Kelly.

E mentre la BBC si prepara a riorganizzare la redazione in modo che non si venga a ripetere un altro caso Kelly, Downing Street si trova a dover fronteggiare un¿altra delicata situazione, che ancora una volta vede contrapposti i media britannici e il governo Blair.

Questa volta nel mirino della stampa sono finite le fotografie che testimonierebbero le torture praticate dai soldati britannici, ma anche americani, contro i prigionieri iracheni.

Il Ministro britannico della difesa, Geoff Hoon, ha dichiarato ieri sera che le foto in questione sono una bufala, il quotidiano Daily Mirror, che ha pubblicato il servizio, ha immediatamente risposto che ad ora nessun elemento prova che si tratta di scatti falsi.

Il ministro Honn ha detto in un¿intervista concessa alla Tv britannica Channel 4 che ¿¿in questo momento &#232 importante che il Daily Mirror dimostri la propria volont&#224 a cooperare all¿inchiesta che permetta di stabilire la verit&#224 su ci&#242 che apparentemente sembra una montatura¿.

Nel pomeriggio, alla Camera dei Comuni, il ministro aveva dichiarato che c¿erano ¿dei forti indizi¿ che un veicolo che figura su una delle foto pubblicate dal Mirror, che mostra un militare britannico che maltratta un detenuto iracheno, non era stato utilizzato nella missione in Iraq.

Pronta la replica del redattore capo del Mirror, Piers Morgan, che in un comunicato ha replicato che ¿il Daily Mirror NON accetta (in maiuscolo) questa versione dei fatti da parte del ministero dalla Difesa¿.

¿Noi ammetteremo che queste foto non sono autentiche solo davanti a una prova inconfutabile che testimoni che si &#232 trattato di una montatura¿.

Secondo Morgan, il ministro Hoon sta tentando di spostare l¿attenzione dal problema molto pi&#249 importante e pi&#249 grave sollevato dal Mirror, quello di mettere a conoscenza delle sevizie inflitte ai detenuti iracheni dalle truppe britanniche.

¿Il ministro della Difesa ha avuto 8 giorni per provare di screditare queste foto e il caso grave che illustrano, in tutto questo, l¿unica cosa a cui si &#232 arrivati, &#232 di dichiarare che ci sono ¿forti indizi¿ secondo i quali questo tipo di camion non sarebbe stato utilizzato in Iraq¿, ha ironizzato il redattore capo del Mirror.

Aggiungendo che ¿Nel caso specifico, i soldati A e B (i due militari che hanno fornito gli scatti al Mirror, ndr) hanno testimoniato che quel tipo di camion era utilizzato in Iraq all¿epoca dei fatti¿.

Cosa che &#232 stata confermata successivamente dai soldati C e D (altri due militari britannici citati in seguito dal Mirror, ndr).

Le foto pubblicate dal Daily Mirror il primo maggio mostrano soldati che urinano su un prigioniero iracheno e lo picchiano.

Secondo diversi esperti citati dalla stampa britannica, il tipo di camion dietro il quale sarebbero avvenuti i fatti, di marca Bedford, non &#232 utilizzato dal tempo dell¿ultima guerra del Golfo.

Le truppe britanniche sono adesso dotate di camion marca Leyland-Daf, hanno confermato gli specialisti.

Giornale popolare di sinistra, storicamente vicino ai laburisti del Primo ministro Tony Blair ma categoricamente contro la guerra in Iraq, il Daily Mirror che ha una tiratura di 1,9 milioni di copie, aveva pubblicato queste fotografie tre gironi dopo la diffusione dall¿emittente televisiva americana CBS delle foto dei militari americani che umiliano e minacciano degli iracheni nella prigione di Abu Ghraib, vicino a Baghdad.

La Croce Rossa ha testimoniato di aver visto le truppe compiere sui prigionieri iracheni degli abusi, definiti “parte della metodologia” da un ufficiale dell”intelligence in carica, come ha reso noto oggi un rapporto dell”organismo internazionale.

La Commissione Internazionale della Croce Rossa ha descritto soldati britannici che obbligavano i detenuti iracheni a inginocchiarsi e li prendevano a calci sul collo in un episodio in cui un prigioniero ha perso la vita.

La Commissione ha riferito di avere ripetutamente avvisato le autorit&#224 Usa, che guidano l”occupazione, delle pratiche adottate dai soldati Usa nei confronti dei prigionieri, descritte “in alcuni casi come equivalenti alla tortura“.

Il Wall Street Journal ha pubblicato il rapporto top secret della Croce Rossa sul proprio sito Internet ieri. La Croce Rossa ha confermato che si tratta di un rapporto autentico.

Il resoconto di 24 pagine, inviato in febbraio, conclude dicendo che “persone private della loro libert&#224 devono far fronte al rischio di essere soggette al processo di coercizione fisica e psicologica, in alcuni casi equivalente alla tortura, nei primi momenti del processo di internamento”.

Nel corso di una visita al carcere di Abu Ghraib lo scorso ottobre, delegati della Croce Rossa sono stati testimoni della “pratica di tenere le persone private della loro libert&#224 completamente nude all”interno di celle di cemento completamente vuote immerse nell”oscurit&#224“, riferisce il rapporto.

“Dopo aver assistito a casi del genere, la Croce Rossa ha interrotto le sue visite e ha richiesto una spiegazione alle autorit&#224. L”ufficiale dell”intelligence incaricato degli interrogatori spieg&#242 che questa pratica faceva ”parte della metodologia””.

La visita della Croce Rossa ha avuto luogo due mesi prima che venissero scattate le foto dei soldati Usa che abusavano dei prigionieri, che pi&#249 tardi hanno condotto alle imputazioni penali contro sette soldati.

Il ministro della Difesa Usa Donald Rumsfeld, per cui alcuni giornali americani e rappresentanti dei democratici hanno chiesto a gran voce le dimissioni, si &#232 scusato per ci&#242 che hanno dovuto sopportare i prigionieri iracheni.

Rapporto della Croce Rossa

&#169 2004 Key4biz.it

Raffaella Natale

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