3 sollecita il governo a far rispettare gli impegni di copertura e chiede gratis le frequenze di Ipse

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L¿amministratore delegato di H3G, Vincenzo Novari, &#232 stato chiaro: entro l”estate la societ&#224 far&#224 quanto riterr&#224 ¿opportuno¿ se il governo non fornir&#224 in tempi brevi risposte convincenti sul motivo per cui molte regole, stabilite al momento dell¿assegnazione delle licenze Umts, non siano state rispettate.

La questione &#232 stata sollevata dall¿ad della divisione italiana di telefonia mobile del conglomerato asiatico Hutchison Whampoa che, rispondendo ai giornalisti a margine dell”Italian Wireless Business Forum, ha riferito dell¿impossibilit&#224, da parte di H3G, di attingere a determinati contributi, dirottati a esclusivo beneficio degli operatori di rete fissa e all¿85% intascati da Telecom Italia.

Riferendosi al possibile rinvio di sei mesi del termine di copertura territoriale previsto dalle licenze Umts – misura che molti considerano studiata per favorire Ipse 2000 che, non avendo installato nessuna antenna, si vedrebbe revocata la licenza – Novari afferma che ¿¿&#232 inopportuno cambiare le regole del gioconel corso di partita¿.

Nei documenti che hanno regolato e regolano le assegnazioni delle licenze Umts ci sono infatti precisi impegni che avrebbero dovuto essere rispettati ¿¿pena del ritiro delle licenze stesse¿.

Novari si &#232 detto aperto al dialogo con le istituzioni, seppur accusandole di aver commesso azioni tutte da verificare, ¿secondo i criteri dell¿equit&#224¿.

Tra le azioni contestate, l¿assegnazione delle frequenze, dei contributi, della consultazione per eventuali quarti gestori.

¿¿Nel caso in cui l”assegnazione delle frequenze Ipse dovesse essere riassorbita dal Ministero ¿ continua Novari – dovremmo capire come verrebbero gestite. Noi riteniamo che la parte addizionale ci spetterebbe di diritto, quindi gratis¿.

La societ&#224 intende perseguire tutte le possibili strade, in primis il confronto politico, ma in caso di risposte poco convincenti il confronto dovr&#224 per forza prodursi ¿¿con chi &#232 deputato a definire se le regole sono state pi&#249 o meno rispettate, cio&#232 i magistrati¿.

Gli investitori stranieri, accusa Novari, sono spaventati da questa precariet&#224 normativa e non verranno mai a investire nel nostro Paese ¿ dove arriva meno del 2% degli investimenti stranieri in Europa – fino a quando non si creer&#224 un quadro chiaro e stabile.

Ipse 2000, come molte start up europee (la tedesca Quam, ad esempio) &#232 uno dei sogni infranti dalla terza generazione.

L¿operatore nasce nell”agosto 2000 dall”unione di importanti realt&#224 industriali, italiane ed europee: la spagnola Telefonica Moviles (45,6%), la finlandese Sonera (12,6%) ¿ che tra l¿altro, sono alle spalle anche di Quam – la Banca di Roma (10%), Edison (3%), Falck (2%), Xera (5%), Syntex Capital Luxembourg (4,8%) e Atlanet (12%).

Il neonato Ipse 2000 si aggiudica una delle licenze UMTS italiane, pagando in totale oltre 6 milamiliardi di lire, tra acquisto della licenza e frequenze aggiuntive.

Ma in meno di due anni appare evidente che l¿operatore non sarebbe riuscito a mantenere gli impresi sottoscritti al momento della licenza: le attivit&#224 vengono congelate, 109 dei 122 dipendenti licenziati e i vertici della societ&#224 sono costretti ad ammettere che il lancio commerciale di Ipse non sarebbe mai avvenuto.

L¿operatore ha anche chiesto al governo di poter restituire i 5 Mhz di frequenze aggiuntive per potersi liberare dall”obbligo di pagamento delle restanti 8 rate annuali (per un valore complessivo di 826 milioni di euro). Ma il governo ha bocciato la richiesta proprio per non discriminare gli altri operatori.

Il caso &#232 ora all¿esame della Commissione europea.

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Alessandra Talarico