Sei Stati membri davanti alla Corte di giustizia per non aver adottato le nuove norme europee sulle comunicazioni elettroniche

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Europa



Dopo nove mesi di ritardo e due avvertimenti, la Commissione europea ha deciso di citare davanti alla Corte di giustizia dell¿Unione europea i sei Stati membri ¿ il Belgio, la Germania, la Grecia, la Francia, il Lussemburgo e i Paesi Bassi ¿ che non hanno ancora adottato le nuove norme comunitarie sulle comunicazioni elettroniche.

Lo scorso autunno l¿Unione europea aveva gi&#224 inviato a questi e altri Stati un avvertimento, in seguito al quale Spagna e Portogallo hanno rapidamente adottato le necessarie misure a livello nazionale.

I Paesi Bassi hanno adottato ieri la nuova legislazione ed &#232 molto probabile che anche la Francia andr&#224 presto a finalizzare le misure nazionali, ma l¿iniziativa intrapresa dalla Commissione mira a inviare un chiaro messaggio a tutti gli Stati membri: &#232 inaccettabile rimandare ulteriormente queste importanti riforme a scapito delle imprese e degli utenti privati.

¿Il nuovo quadro europeo applicabile alle comunicazioni elettroniche costituisce una tappa essenziale sulla via che porta all¿economia della conoscenza¿, ha dichiarato Erkki Liikanen, il Commissario Ue per le Imprese e la Societ&#224 dell¿Informazione.

¿I capi di Stato e di governo e il Parlamento europeo ne convengono, ma queste grandi riforme rischiano di restare lettera morta se alcuni Stati europei non adotteranno in tempo la nuova regolamentazione. L¿assenza di un chiaro quadro giuridico nuoce agli investimenti e priva le imprese e i consumatori dei vantaggi della riforma. Tutto questo in un momento particolarmente difficile per il settore delle comunicazioni e dell¿economia in generale e la commissione ha dunque deciso di prendere tali misure. La decisione mira a fare comprendere ai Paesi interessati che essi devono spingere sull¿acceleratore, notificare le misure nazionali e portare a termine il processo di riforma¿.

Il nuovo quadro giuridico europeo sarebbe dovuto entrare in vigore in tutti gli Stati membri dal luglio dello scorso anno. Esso prevede l¿instaurazione di una regolamentazione meno pesante, autorizza gli Stati membri ad abrogare alcune regole affinch&#233 il mercato sia pi&#249 concorrenziale e funzioni in maniera pi&#249 soddisfacente e contribuisce a fare in modo che i servizi siano disponibili in tutta l¿Unione europea.

Il quadro riguarda una serie di reti e di servizi di comunicazione elettronica, dal telefono di casa al telefonino, dalla banda larga a Internet e costituisce un elemento essenziale delle riforme di Lisbona.

Esso crea le condizioni favorevoli allo sviluppo degli investimenti e della concorrenza, alla creazione d¿impiego e alla fornitura di servizi maggiormente diversificati e di migliore qualit&#224 per i consumatori e le imprese attraverso un¿Unione allargata.

Le nuove normative europee sono caratterizzate da un approccio tecnologicamente neutrale che riflette la convergenza tra servizi fissi e mobili, comunicazioni on line e diffusione di contenuti e tutta una serie di piattaforme di trasmissione. Tutto questo affinch&#233 l¿Ue disponga di un quadro giuridico sufficientemente flessibile per adattarsi a un mercato in costante evoluzione.

Otto Stati membri non hanno rispettato i tempi di adozione del nuovo framework legislativo comunitario. La Commissione lo scorso anno ha dunque avviato nei loro confronti delle procedure di infrazione.

In seguito alla notificazione delle isure di trasposizione da parte di Spagna e Portogallo, le procedure nei confronti dei due Paesi sono state chiuse.

La Commissione si dice cosciente dei progressi compiuti dagli Stati membri ¿ in particolare Francia e Paesi Bassi – per finalizzare le misure a livello nazionale, ma &#232 necessario ancora un ulteriore sforzo ed &#232 pronta a tenere conto di questi progressi appena ne ricever&#224 notifica ufficiale.

Tuttavia, il ricorso alla Corte di giustizia europea si &#232 rivelato necessario anche per inviare un segnale forte ai nuovi Stati membri, dove il nuovo quadro dovr&#224 essere applicato dal 1° maggio.

La commissione sta lavorando a stretto contatto con le Autorit&#224 di questi Paesi per aiutarli a preparare la messa in opera delle normative europee.

Il nuovo quadro regolamentare applicabile alle reti e ai servizi di comunicazione elettronica comporta quattro misure che avrebbero dovuto essere adottate a partire da luglio 2003.

Si tratta delle direttive Quadro, Autorizzazione, Accesso e Servizio Universale.

La direttiva Quadro contiene le regole e i principi applicabili a tutti gli aspetti del nuovo quadro regolamentare. Essa &#232 orientata sulle responsabilit&#224 e le attribuzioni delle Autorit&#224 di regolazione nazionali, alla luce del loro ruolo chiave nel nuovo sistema regolamentare.

La direttiva Autorizzazione stabilisce il quadro giuridico per l¿utilizzo e la fornitura di diverse reti e servizi e le condizioni che possono applicarsi a queste attivit&#224 uno degli scopi perseguiti &#232 di limitare le formalit&#224 inerenti al lancio di nuovo servizi, stabilendo una maggiore coerenza nel trattamento degli operatori all¿interno dell¿Unione.

La direttiva Accesso definisce i principi che dovrebbero regolare l¿attivit&#224 dei regolatori nazionali nel trattamento dei problemi di accesso e delle relazioni ¿ spesso complesse ¿ tra i differenti operatori a livello del commercio all¿ingrosso.

La direttiva Servizio Universale definisce le regole e i principi volti a garantire che i consumatori continueranno a beneficiare di un trattamento equo e di un accesso ai servizi a un prezzo accessibile in tutta l¿Unione.

L¿Italia &#232 stato uno dei primi Paesi europei ad adeguarsi al nuovo quadro normativo europeo con il “Codice delle comunicazioni elettroniche”, emanato con decreto legislativo il 1° agosto 2003.


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Alessandra Talarico