Urbani tenta il recupero: da martedì inizia l´iter in Commissione. La Carlucci relatrice

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Italia



di Angelo Zaccone Teodosi

Presidente
IsICult – Istituto italiano per l”Industria Culturale


Nel certamente apprezzabile tentativo di rendere pi&#249 efficace la repressione di usi patologici di internet (e la pirateria audiovisivo-telematica &#232 senza dubbio un crimine, anche se non si pu&#242 non ricordare la diffusa tendenza, anche a livello europeo, a depenalizzare i reati minori,e sipensi all¿affollamento estremo del sistema carcerario italico), il Ministro per i Beni e le Attivit&#224 Culturali Giuliano Urbani, approfittando di un decreto legge la cui urgenza era dettata da esigenze emergenziali (sovvenzioni all¿industria cinematografica, dato che sembra si stia raschiando il fondo del barile dei fondi pubblici, dopo decenni di assistenzialismo), ha messo in moto – come Key4biz ha documentato con grande attenzione ed assoluto equilibrio nelle settimane scorse – un intervento normativo che ha suscitato reazioni prevalentemente critiche da parte dell¿intera comunit&#224 del web italiano, ma anche dubbi in ambienti europei.

In effetti, si tratta di una perfetta applicazione di un adagio popolare: ¿l¿ottimo &#232 nemico del bene¿. Anche volendo considerare ¿l¿ottimo¿ una repressione estrema di usi illeciti di internet, il rischio di una deriva da stato poliziesco o comunque autoritario, in queste dinamiche, &#232 sempre presente, e finisce per vanificare anche il ¿bene¿ auspicato.

Il decreto legge Urbani (decreto legge 22 marzo 2004, n. 72, ¿Interventi per contrastare la diffusione telematica abusiva di materiale audiovisivo, nonch&#233 a sostegno delle attivit&#224 cinematografiche e dello spettacolo¿ (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 23 marzo) ha provocato una marea di contestazioni, provenienti da una pluralit&#224 di fronti, nel grande oceano della rete: pesci grandi e pesci piccoli, grossi gruppi di telecom e piccoli service provider, associazioni industriali e di consumatori¿


Le critiche sono arrivate dalla quasi totalit&#224 degli operatori del settore, e finanche dallo stesso Esecutivo, sebbene con la diplomazia che caratterizza queste ¿contraddizioni interne¿ della compagine governativa: senza ombra di dubbio, sia il Ministro Stanca sia il Ministro Gasparri hanno preso le distanze dall¿¿atto di forza¿ di Urbani.

In estrema sintesi, questi sono i punti-chiave di criticit&#224 (tralasciando questioni alte, come i profili di legittimit&#224 costituzionale ¿ a partire dalla violazione della privacy ¿ o ¿basse¿, come il senso di una multa di 1.500 euro per il ragazzino che magari scambia con un amico un file di dubbia provenienza¿):

  1. il decreto legge ha avuto una gestazione troppo interna all¿Amministrazione, senza una adeguata consultazione dei molti ¿player¿ che hanno interessi rispetto alla delicata materia: d¿altronde, la situazione &#232 stata ritenuta ¿emergenziale¿ sia dal Ministro Urbani sia dello stesso Presidente del Consiglio Berlusconi, che hanno voluto dare un segnale esplicito, forte, finanche duro, ma forse si sono lasciati prendere dal loro stesso entusiasmo;

  2. il decreto presenta alcune contraddizioni, di sostanza e di forma (e, talvolta, in un testo normativo, i due livelli si intrecciano): per esempio, tende a confondere due figure che non sono necessariamente coincidenti, come il ¿fornitore di connettivit&#224¿ ed il ¿fornitore di servizi¿ (assegnando ad entrambi responsabilit&#224 che sono differenti) e sostanzialmente ignora il ¿fornitore di contenuti¿ (un problema in qualche modo simile, si registra nella Gasparri, che confonde i ¿fornitori di contenuto¿ con i ¿produttori di contenuto¿);

  3. nel tentativo di ¿far bene¿, il decreto tende a strafare: va oltre quel che la direttiva europea in materia prevede (reprimere la pirateria commerciale-industriale, ma non criminalizzare un uso personale senza fini di lucro o di profitto), e finisce per provocare effetti-paradosso, anche a livello degli stessi processi di indagine e di repressione del fenomeno, correndo il rischio di far intasare le procure della Repubblica dell¿intero Paese e di paralizzare le forze dell¿ordine, distraendole da problematiche socialmente pi&#249 prioritarie.

E¿ anche vero che il decreto legge non ha goduto di un buon supporto comunicazionale, e ci&#242 ha contributo a stimolare anche criticit&#224 forse immeritate.

Va segnalato, per&#242, che il Ministro Urbani non ha mostrato resistenza tetragona rispetto alle critiche, e, anzi, si &#232 dichiarato disponibile ad effettuare le opportune corrigende.

Il ¿nucleo duro¿ del Ministero ¿ ovvero il Capo di Gabinetto Raffaele Squitieri, il Capo del Legislativo Mario Luigi Torsello, il suo Vice Salvatore Nastasi ¿ stanno studiando ed elaborando la documentazione che &#232 stata prodotta da pi&#249 soggetti (lo stesso Key4biz &#232 una fonte ormai primaria), e seguiranno con grande attenzione l¿iter del provvedimento, che inizia il suo percorso in Commissione Cultura della Camera dei Deputati marted&#236 prossimo 30 marzo.

Relatrice del provvedimento &#232 Gabriella Carlucci, Responsabile Spettacolo di Forza Italia, che sta gi&#224 effettuando – d”intesa con il Presidente della Commissione Ferdinando Adornato e con il suo collega Antonio Palmieri (Responsabile Innovazione Tecnologica di Fi)- una serie di audizioni informali con i maggiori ¿player¿ del sistema (dalla Siae all¿Aiip), e che cercher&#224 di fare in modo che un provvedimento che ha avuto senza dubbio una gestazione troppo affrettata possa divenire uno strumento razionale (ed intelligente, e, soprattutto, realista) di prevenzione dei reati, ma non di repressione di uno sviluppo della rete che &#232 ormai fondamentale per la stessa crescita socio-economica del nostro Paese.

D”altronde, proprio in questi giorni, vengono sbandierate dal Governo statistiche entusiasmanti sulla diffusione della “banda larga” in Italia (sia consentito nutrire dubbi sulle metodologie e sull”affidabilit&#224 di queste stime, ma la crescita – senza dubbio – c”&#232). Infine, stupisce che la Casa delle Libert&#224 possa mostrare vocazioni cos&#236 a rischio liberticida, e comunque proibizioniste: nessuno degli elettori italiani ha certamente dimenticato la promessa (elettorale) berlusconiana di uno sviluppo del sistema-Paese basato sulle”3 i” (inglese, internet, impresa). Ed iltitolo stessodel convegno promosso da Palmieri una settimana fa presso la Camera dei Deputati era univoco: “Pi&#249 internet, pi&#249 opportunit&#224 per tutti”.

Si segnala – per comprendere le dimensioni di massa del fenomeno – che esiste addirittura un sito (http://no-urbani.plugs.it) che raccoglie firme per una petizione per impedire che il decreto legge Urbani divenga definitivamente legge: secondo i promotori, al 25 marzo 2004, i firmatari sarebbero stati addirittura23.496 persone. Si legge sul sito stesso che “il decreto si riferisce solo alla condivisione dei Divx. Se questo provvedimento dovesse produrre effetti positivi nel mercato cinematografico sar&#224 esteso anche alla musica”. E qui si apre un”altra contraddizione, delle varie del decreto Urbani: perch&#233 esso &#232 limitato alla sola pirateria cinematografica? E la musica, che &#232 il vero “core business” dei pirati telematici? Anche su questo, si ha ragione di credere che Urbani accoglier&#224 la tesi di Carlucci, per un”estensione della norma (rivista e corretta) all”intero spettro delle opere dell”ingegno.

A questo punto, il superamento delle contraddizioni &#232 indispensabile: che sviluppo della rete sia, e senza proibizionismi.

&#169 2004 Key4biz.it

Per approfondimenti, consulta:

Archivio delle news sul Decreto Urbani, la Direttiva Europea e la Proprieta¿ intellettuale