Digitale terrestre: meeting a Venezia con i giornalisti. In esclusiva il documento presentato dall¿Italia alla Ue

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Si &#232 tenuto questo fine settimana a Venezia il workshop sul digitale terrestre organizzato dall”associazioneDGTVi che riunisce i principali operatori televisivi, tra cui Rai, Mediaset, La7, oltre alla Fondazione Bordoni.

Key4biz.it pubblicher&#224 il prossimo gioved&#236 18 marzo 2004 il documento presentato dall¿Italia a Bruxelles sullo sviluppo della Tv digitale in Italia e sul calendario pluriennale di tale passaggio.

Il workshop di Venezia era riservato agli operatori del mercato mediatico e ai giornalisti del settore, ma in verit&#224 &#232 venuta meno la componente, pur importante dei fornitori di contenuti indipendenti.

La platea si &#232 cos&#236 ristretta ad alcune decine di giornalisti, ospitati nei migliori alberghi del Lido, a cui &#232 stato anche fatto dono di un decoder, con annessa installazione gratuita (ah, peccato non esserci!!).

I lavori sono stati aperti da Fernando Napolitano, Amministratore delegato di BAH-Italia, che ha introdotto l”argomento ¿Digitale terrestre: un”opportunit&#224 industriale per il Paese¿, cui &#232 seguito l”intervento di Carlo Sartori, presidente DGTVi.

In puro stile televisivo, vi &#232 anche stato un talk show per presentare offerta, contenuti e servizi interattivi, condotto da Carlo Massarini, con Paolo Giaccio e Roberta Enni della Rai.

I responsabili del digitale terrestre dei broadcaster si sono confrontati sull¿argomento.

I giornalisti presenti hanno posto le loro domande a Piero De Chiara (La7), Federico di Chio (Mediaset) e Carlo Sartori (Rai). Non sono poi mancati gli interventi di Antonio Campo Dall”Orto (Mtv), Enrico Mentana (direttore Tg5), Gianluca Nicoletti (RaiNet) e del conduttore televisivo Andrea Pezzi.

Dal workshop organizzato da DGTVi &#232 emerso un dato dichiarato dagli organizzatori: sarebbero 20.000 i decoder venduti in dieci giorni, con il contributo pubblico di 150 euro per l”acquisto del set-top box, che consente di ricevere i canali del digitale terrestre.

Il contributo consiste in una riduzione del prezzo complessivo del decoder, Iva inclusa, al netto di ogni eventuale sconto commerciale, come spiega il ministero sul sito http://decoder.comunicazioni.it/.

Ma dalla conferenza stampa sono venute anche indicazioni ammesse un po¿ a denti stretti.

Prima fra tutte, la persistenza di problemi di ricezione.

Il ruolo degli antennisti rimarr&#224 fondamentale, tanto da indurre probabilmente ad un¿alleanza strategica con le associazioni di categoria, oggi allineate alle manifestazioni di Sat-Expo di Vicenza.

Sono state poi affermate, per la prima volta con una certa chiarezza, alcuni aspetti cruciali:il nuovo servizio:

  • non &#232 sostanzialmente gratuito, come propagandato, ovvero, quando usato in modalit&#224 interattiva, sar&#224 sottoposto alle tariffe tipiche dei mezzi che usano la linea telefonica (scatto alla risposta ecc.);
  • ogni apparecchio televisivo in ogni famiglia avr&#224 bisogno di un proprio decoder, quindi se in una casa vi sono tre televisori, usarli tutti e tre con la stessa modalit&#224 trasmissiva presuppone l¿uso di altrettanti decoder;
  • infine, il diritto al contributo statale viene riconosciuto solo per il primo decoder acquistato.

Tutte considerazioni estremamente rilevanti, da cui emerge chiaramente il ruolo chiave della domanda, piuttosto che dell¿offerta.

Cos&#236 come emerge in modo altrettanto chiaro che la partita del digitale terrestre non &#232 una partita che pu&#242 essere giocata in chiave dirigistica.

¿Sono stati venduti duemila decoder al giorno – ha detto Federico Di Chio – ma il trend &#232 in crescita perch&#233 nei giorni scorsi si vendevano meno di 1.000 decoder interattivi¿. Secondo Di Chio, ad acquistare i decoder sono persone ¿interessate ad avere pi&#249 canali, ma soprattutto interessate all”interattivit&#224¿.

Carlo Sartori &#232 convinto che ¿si arriver&#224 a un milione di decoder entro la fine del 2004, dato che sembrava irraggiungibile¿.Sartori ha poi spiegato che &#232 stato sperimentato l”uso del decoder in 1.000 famiglie tra Roma, Torino e Palermo e sono venuti fuori dei dati molto confortanti. Per il presidente di DGTVi, si &#232 avviata la terza rivoluzione della Tv dopo il suo avvento e il colore.

Secondo Fernando Napolitano, il business digitale ha gi&#224 avviato investimenti per 500 milioni di euro e altrettanti si muoveranno presto.

A margine del workshop si &#232 rilevato che tenuto conto dell”incentivo statale, chi oggi vuole acquistare un decoder digitale spende non pi&#249 di 40 euro circa; questa facilitazione fa s&#236 che attualmente ne vengano venduti quotidianamente circa 2.000.

Se da qui a fine 2004 proseguir&#224 lo stesso trend, al 31 dicembre i decoder venduti saranno circa un milione.

Tutti gli operatori si sono detti convinti che l”avvio del digitale terrestre rappresenti una scossa per il mercato capace di attirare e moltiplicare investimenti.

Rai, Mediaset, La7 Mtv e DFree hanno presentato durante l¿appuntamento di Venezia i nuovi programmi e le sperimentazioni interattive in corso.

Insomma il digitale terrestre prosegue secondo i piani, ma alcuni problemi permangono.

L¿associazione consumatori Adiconsum ha scritto recentemente una lettera alle Autorit&#224 preposte, per chiedere maggiori ragguagli e garanzie per i consumatori in merito alla Tv digitale terrestre.

Destinatari della missiva, tra gli altri, il Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri il presidente dell¿Antitrust Giuseppe Tesauro e dell¿Agcom Enzo Cheli.

Adiconsum ¿ritiene lo sviluppo di questa nuova tecnologia di diffusione televisiva necessaria alla crescita generale del Paese e dei suoi cittadini e per questo chiede maggiore attenzione nei confronti dei consumatori che sono gli attori principali di questa tecnologie e non dei comprimari relegati a subire gli interessi economici imposti da altri¿.

L¿associazione ha fatto presente che attualmente per far partire in modo veloce questa nuova tecnologia di trasmissione sul mercato, si stanno diffondendo delle informazioni incomplete. E sono proprio le ¿verit&#224 nascoste¿ che stanno creando incertezza e diffidenza tra gli utenti.

Secondo l¿Adiconsum, i cittadini non sono stati informati innanzitutto sul periodo sperimentale. L¿Associazione ha ricordato che la legge 66 del 2001 e il conseguente regolamento relativo alla radiodiffusione terrestre in tecnica digitale (delibera 435/01/CONS), emanato dall¿Autorit&#224 Garante delle Comunicazioni, prevede che fino a luglio 2005 il digitale terrestre sia in una fase sperimentale.

Questo significa che, attualmente tutti gli operatori interessati possono effettuare le proprie sperimentazioni grazie all¿utilizzo di alcune delle attuali frequenze della banda televisiva, destinate al digitale e concesse in modo diversificato in base al territorio di trasmissione.

¿E¿ evidente quindi che in questa fase sperimentale gli utenti non utilizzano il digitale in modo ottimale e completo, perch&#233 ovviamente legati alle scelte di chi trasmette e al luogo in cui ci si trova per la ricezione¿.

Inoltre, solo alcune ristrette aree geografiche hanno il privilegio di partecipare alla sperimentazione dei servizi pi&#249 innovativi.

L¿Adiconsum ha evidenziato poi che anche ildecreto del ministero delle Comunicazioni del 24 dicembre 2003, che regola le modalit&#224 per il contributo per la televisione digitale terrestre, si riferisce sempre a ¿sperimentatori¿ facendo ben comprendere in quale particolare fase si trova lo sviluppo del digitale terrestre.

Ma secondo l¿Associazione, tutti gli spot pubblicitari attualmente diffusi, sia in Tv che sui giornali, ¿non informano circa l¿attuale fase sperimentale in corso¿.

Anzi, secondo l¿Adiconsum i messaggi fanno credere che ¿la televisione digitale terreste sia gia una realt&#224 operante in modo ottimale e che la decisione di utilizzarla al meglio dipenda solo dalla volont&#224 del consumatore di dotarsi o meno del necessario ricevitore¿.

Si tratta di omissioni, che per l¿Associazione provocano forti delusioni nel consumatore, che dopo aver collegato il decoder digitale terreste alla propria antenna si accorge o di non poter vedere nulla o di avere dei doppioni dei programmi gia in uso.

Non tutti i decoder, infatti, permettono di interagire con le emittenti e molti potrebbero, addirittura, diventare obsoleti quando il digitale terrestre sar&#224 a regime nel 2005.

Non &#232 esatto quindi, affermare, come si fa attualmente nelle pubblicit&#224, che si pu&#242 ricevere il segnale digitale terrestre senza modificare l¿impianto di ricezione, ¿perch&#233 questo il pi&#249 delle volte, non &#232 vero¿.

&#169 2004 Key4biz.it

Raffaella Natale

Per ulteriori approfondimenti, leggi:

Archivio delle newssulla TV Digitale Terrestre

Archivio delle news sul Ddl Gasparri

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