Microsoft: addio ai pop-up. Scoperta intanto la causa della diffusione del codice Windows

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Microsoft ha deciso di dichiarare guerra ai pop-up e ai pop under, le finestre pubblicitarie che aprono automaticamente quando si accede a un sito Internet.
I fastidiosi inserti pubblicitari, che spesso impediscono per molti secondi di prendere visione della pagina desiderata, verranno banditi dai siti MSN di tutto il mondo entro l¿estate.

La decisione di Microsoft non &#232 unica nel suo genere, anzi. Il colosso di Redmond segue infatti l¿esempio di AOL che lo scorso anno ha bloccato i pop up sui siti statunitensi. Sulla stessa scia, USA Today, Terra-Lycos e Amazon hanno deciso, a loro volta, di ridurre il numero di pop-up, anche per fare in modo che i loro utenti siano maggiormente attratti dai messaggi pubblicitari integrati nelle pagine. Per Terra-Lycos le finestre di pop-up oggi rappresentano meno dell¿1% dei formati pubblicitari utilizzati.

MSN, che dichiara di avere 350 milioni di visitatori globali, aveva preso la decisione di non vendere pi&#249 spazi pubblicitari destinati a questo tipo di inserzioni sui siti americani gi&#224 dalla fine del 2003. Spetter&#224 ora alle varie divisioni locali adeguarsi alla decisione in base alle esigenze di mercato e agli accordi preesistenti con i clienti.

La rimozione dei pop up e dei pop under &#232 una vittoria per i consumatori, sempre pi&#249 seccati dalla pubblicit&#224, anche in Rete. I pop-up infatti hanno seguito l¿evoluzione della Rete, diventando man mano sempre pi&#249 invasivi: &#232 ormai divenuto, ad esempio, sempre pi&#249 difficile trovare il modo per chiuderli, con la X che consente la loro chiusura sempre pi&#249 nascosta.

Gli utenti si sono spesso lamentati soprattutto del fatto che spesso i pop-up, accessibili a tutti, rimandano su siti a contenuto pornografico.

Microsoft sta anche collaborando con Unicast per elaborare una nuova forma di advertising pi&#249 creativa. Allo studio soluzioni che prevedono veri e propri spot di una trentina di secondi, sullo stile di quelli televisivi.

I nuovi video saranno testati su 15 siti ¿ tra cui MSN; ABCNews, Pepsi e Honda – gi&#224 nelle prossime settimane.

Il problema dei pop-up &#232 gi&#224 stato affrontato da varie societ&#224 che hanno rilasciato appositi tool per bloccarli. Yahoo e Google, tra gli altri, hanno iniziato a offrire questi strumenti gi&#224 dallo scorso anno.

Anche alcune versioni di Internet Explorer includono la funzione di blocco dei pop-up, che deve per&#242 essere installata manualmente.

Microsoft, intanto, &#232 alle prese con la ¿fuga¿ del codice sorgente del sistema operativo Windows, diffuso da alcuni giorni su alcuni siti peer-to-peer.

Sulla vicenda sta indagando l¿FBI e in base alle ultime rivelazioni la colpa &#232 da attribuire alla Mainsoft, una piccola societ&#224 della Silicon Valley che ha collaborato in passato con la compagnia di Redmond al programma WISE (Windows Interface Source Environment).

La piccola ¿software house¿ ha avuto accesso ai segretissimi codici tra il 1994 e il 2001 ma non avrebbe preso le necessarie precauzioni per proteggere il ¿cuore¿ dei software Microsoft.

La diffusione dei codici di Windows non sarebbe quindi dovuta a un difetto nella sicurezza del sistema operativo, presente sul 95% dei Pc di tutto il mondo, come si era temuto in un primo tempo.

Mainsoft sta collaborando con gli investigatori per ricostruire i passaggi oscuri della vicenda, che ancora una volta, nonostante le ultime rivelazioni, &#232 riuscita a gettare un¿ombra sulla sicurezza dei prodotti Microsoft.

&#169 2004 Key4biz.it

Alessandra Talarico

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