Oracle pronta a sborsare 2 mld di dollari in più per mettere le mani su PeopleSoft

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Il numero due sul mercato mondiale dei software, Oracle, ha deciso di aumentare ulteriormente l¿Opa ostile sul suo principale competitor, l¿americano PeopleSoft.

La transazione arriverebbe quindi a 9,4 miliardi di dollari (7,5 miliardi di euro) interamente cash, o 26 dollari per azione.

Oracle ha fatto sapere che si tratta dell¿ultimo prezzo. L¿offerta precedente era stata pari a 19,50 dollari per titolo.

Si tratta del nuovo capitolo di una lunga battaglia aperta dallo colosso del software per impossessarsi della societ&#224 rivale.

La vicenda aveva preso il via il 6 giugno scorso con la maxiofferta da 5,1 miliardi di dollari lanciata da Oracle per scongiurare il matrimonio tra J.D. Edwards e PeopleSoft. L¿ultima offerta &#232 stata di 7,3 miliardi di dollari con scadenza al 31 dicembre scorso, caduta anche questa nel vuoto.

L¿ex presidente di Oracle, che attualmente ricopre solo il ruolo di CEO (Chief Executive Officer), Larry Ellison, ha dichiarato che la divisione antitrust del ministero di Giustizia americano dovrebbe rendere la propria decisione il 12 marzo prossimo su questa transazione.

Ellison non ha mai nascosto la ferrea volont&#224 dell”azienda di continuare la sua campagna per l”acquisizione della rivale. In particolare Ellison si &#232 sempre detto fiducioso sulla possibilit&#224 di acquisire PeopleSoft nonostante la probabile indagine dell”Antitrust e la prospettiva di altre liti giudiziarie, ribadendo tra l¿altro l¿intenzione a non eliminare i prodotti PeopleSoft se l”operazione dovesse andare in porto.

Molti analisti hanno visto nell¿Opa ostile di Oracle, il timore del Gruppo di perdere mercato nell¿eventualit&#224, ora verificatasi, della fusione PeopleSoft-J.D. Edwards.

Sicuramente dopo la fusione PeopleSoft-J.D. Edwards, l”offerta di Oracle sulla stessa PeopleSoft era arrivata a un punto cruciale: o Larry Ellison incrementava ulteriormente la propria proposta, eventualmente includendo in essa la stessa J.D. Edwards, o riusciva a convincere gli azionisti di PeopleSoft a ¿scaricare¿ gli attuali vertici e la loro strategia facendo leva sul fatto che dopo la diluizione conseguente l”incorporazione di J.D. Edwards, i titoli PeopleSoft avrebbero potuto perdere valore.

Il CEO di Oracle si &#232 recentemente scagliato contro il management di PeopleSoft, che ha rifiutato l”offerta ostile, affermando che “il presidente dell”azienda non ne &#232 il proprietario, quindi come pu&#242 permettersi di decidere di non vendere a nessun prezzo?”. Secondo Ellison, infatti, “negli Stati Uniti sarebbe ora di proteggere gli azionisti dai manager. E” necessario, come dimostra anche il dibattito in corso in Europa, abolire quegli strumenti, che consentono al management di imporsi sulla volont&#224 dei soci”.

L”offerta su PeopleSoft, ha assicurato, “aumenterebbe la nostra redditivit&#224 fin dal primo giorno e porterebbe vantaggi a tutti, tranne, evidentemente, a quel piccolo gruppo di manager che si oppone all”operazione”.

La questione &#232 che, l”offerta di Oracle, secondo il board della societ&#224 californiana, ¿sottovaluta eccessivamente le potenzialit&#224 di PeopleSoft basate sulla sua performance finanziaria e sulle future opportunit&#224¿.

Davanti alla nuova proposta, PeopleSoft non ha immediatamente reagito.

I vertici della societ&#224 hanno chiesto agli azionisti di non prendere iniziative in merito alla nuova offerta di Oracle. PeopleSoft ha anche aggiunto che il proprio Cda si riunir&#224 per valutare i termini della nuova proposta del rivale.

La palla passa quindi al Consiglio, e rimangono tutti in attesa di conoscere l¿epilogo di quella che ormai &#232 considerata dagli investitori la pi&#249 grande battaglia per un takeover mai realizzata nel settore della tecnologia.

Il rilancio del prezzo per l”acquisizione della compagnia rivale &#232 stato il segnale pi&#249 chiaro ed importante che Oracle &#232 decisa ad emergere vittoriosa dalla battaglia lunga sette mesi, questo almeno a detta degli analisti. L”offerta deve comunque ancora passare al vaglio dell”Antitrust americano ed europeo.

Raffaella Natale

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