La storia della radio italiana

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Italia



a cura di Radio Rai

1924-1933

Il 6 Ottobre del 1924 nasce in Italia la prima trasmissione radiofonica. La voce &#232 quella di Maria Luisa Boncompagni.
E” un programma ancora scarno, composto di musica operistica, da camera e da concerto, di un bollettino meteorologico e notizie di borsa.

L”Uri, Unione Radiofonica Italiana, prima societ&#224 concessionaria della radiodiffusione in Italia, viene fondata il 27 Agosto 1924 come accordo tra le maggiori compagnie del settore: Radiofono, controllata dalla compagnia Marconi, e SIRAC (Societ&#224 Italiana Radio Audizioni Circolari).
Presidente della Societ&#224 Enrico Marchesi ex direttore amministrativo della FIAT di Torino.

Fondamentale la mediazione del Ministro delle comunicazioni Costanzo Ciano.

L”Agenzia giornalistica Stefani &#232 designata dal governo come l”unica fonte delle notizie che l”URI puo” trasmettere. Si tratta della prima agenzia di stampa italiana nata a Torino nel 1853, voluta da Cavour come portavoce della sua politica. Nel 1924 diventa propriet&#224 di un fedelissimo di Mussolini, Manlio Morgagni che ne fa un potente strumento di regime.

L”Unica stazione trasmittente &#232 quella di Roma, posizionata nell”attuale quartiere Parioli, allora ancora campagna. Siamo agli inizi e il pubblico &#232 composto da amatori interessati pi&#249 alla novit&#224 tecnologica del radioascolto che ai programmi veri e propri.

Nel gennaio 1925 nasce il Radiorario, settimanale ufficiale dell”URI. L”intento &#232 quello di propagandare il nuovo mezzo e nel contempo di conoscere meglio i gusti e le opinioni di un pubblico ancora da formare. Poco dopo, tra il ”24 e il ”29, si comincia a trasmettere, oltre che da Roma, anche dalle sedi di Milano (1925) da Napoli (1926) e Torino (1929).

Nel gennaio 1928 l”URI diventa EIAR, Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche.

L”evento segna il vero e proprio atto di nascita della radiofonia in Italia che inizia ad imporsi come mezzo di comunicazione di massa e che come tale verr&#224 utilizzato dal regime.

La radio &#232 moderna e veloce. La versalit&#224 del nuovo mezzo stupisce gli ascoltatori sorpresi dai primi collegamenti da treni in corsa o da aeroplani.
La giovane radio intrattiene e conquista un pubblico sempre maggiore. E via via che si definisce la fisionomia del pubblico emergono le concrete ambizioni culturali dell”EIAR che vuole coniugare informazione, divertimento e notizie politiche.

Nel giugno del 1933 si diffonde la Radiorurale. Si tratta di un ricevitore a prezzo imposto e con caratteristiche standardizzate promosso dall”Ente Radio Rurale, istituto del Regime per la diffusione della radio in ambienti collettivi e soprattutto nelle zone rurali delle bonifiche agrarie.

L”apparecchio &#232 acquistabile solo dagli enti governativi e dagli istituti scolastici o per donazione agli stessi. Oltre tre milioni di scolari italiani hanno cosi” conosciuto la radio e incominciato a conoscere la lingua italiana.

1935-1943

L”impresa etiopica, nel 1935, suggerisce un nuovo genere radiofonico. Le cronache di regime sono una delle realizzazioni pi&#249 efficaci dell”informazione radiofonica di questo periodo. A fianco alle cronache, e ai bollettini, si affiancano altre rubriche, come la cronaca sportiva, e la radiocronaca. E” la diretta.

Il 10 febbraio 1935 si inaugura il servizio radiofonico in collegamento con L”Estremo Oriente. La prima trasmissione, indirizzata a Shangai, comprende messaggi dall”Ambasciata cinese a Roma e del Sottosegretario alla Stampa e Propaganda Galeazzo Ciano.
Il programma &#232 ascoltato in tutta la Cina, le trasmissioni regolari avranno inizio il 12 marzo successivo. Il 16 febbraio cominciano le trasmissioni speciali per l”America del Nord captate e irradiate dalle Stazioni della NBC e della CBS.

La radio diventa sempre pi&#249 uno strumento politico, mezzo del messaggio propagandistico, grandi altoparlanti vengono montati nelle piazze per i raduni oceanici del Regime. Ma la radio &#232 anche uno strumento domestico, attorno al quale si riunisce la famiglia e la programmazione viene studiata per esaltarne le potenzialit&#224.

Gli abbonati crescono rapidamente nella seconda met&#224 degli anni ”30 sino a raggiungere il prefissato traguardo del milione nel 1938. Il costo dell”utenza &#232 di 81 lire.

Nel 1939 la Radiomarelli presenta il pi&#249 piccolo ricevitore di produzione italiana: il Balilla. Solo 2 chili di peso, economico e funzionale si conquista un vasto mercato come ricevitore domestico.

Dopo l”entrata in guerra, il 10 giugno 1940 la radio si mobilita, tutta la programmazione viene utilizzata per far passare le parole d”ordine del regime.

Ma presto, le difficolt&#224 belliche travolgono l”EIAR. All”inizio del ”43 Il paese &#232 spaccato in due. Accanto alle strutture radiofoniche che seguono il regime al Nord, nasce il servizio radiofonico dell”Italia liberata: Radio Bari, Radio Napoli e Radio Roma e la neonata RAI, nata dopo la liberazione di Roma. La via verso la liberazione non &#232 uniforme.

Le emittenti bombardano di messaggi i propri ed altrui fronti interni. La radio, pur mantenendo una logica di propaganda, diventa un luogo di informazione fondamentale per la stessa sopravvivenza. La voce della vecchia propaganda perde giorno dopo giorno di credibilit&#224.

Oltre a quella reale, un”altra temibile guerra si svolge nell”etere.
L”ascolto clandestino di massa delle emittenti alleate e nemiche fu una delle cause pi&#249 evidenti della caduta dello spirito pubblico in Italia nei mesi che precedono la caduta del fascismo.
L”ascoltare Radio Vaticana, Radio Mosca e le regolari rubriche della BBC da Londra.

Dal 1949-1961

Dalla fine della guerra all”avvento della TV, la radiofonia in Italia subisce un”enorme trasformazione.
Nel 1949 la RAI Radio Audizioni Italia, societ&#224 a capitale privato controllato dalla SIP (Societ&#224 Idroelettrica Piemonte), provvede, in soli 4 anni, alla ricostruzione totale dei trasmettitori distrutti o danneggiati dalla guerra.
Nel 1951 la dirigenza decide la ristrutturazione dei programmi preceduta nel 1950 dal varo della rete culturale: il Terzo Programma, a prevalente impronta culturale, diffuso attraverso la nuova rete a modulazione di frequenza.
Cominciano le “Serate a soggetto”, tra le rubriche: “Prospettive”, “Dibattito” e “Riviste estere”.


Con la riforma anche il giornalismo radiofonico viene potenziato e nel dicembre del 1951 nascono i tre Programmi Nazionali.
Il nuovo giornale orario del secondo programma prende il titolo di RADIOSERA, concepito nello stile del magazine, tante notizie, impaginazione agile e una concezione moderna del mezzo. Nascono contemporaneamente altre rubriche informative: Ciak, il settimanale di attualit&#224 cinematografica a cura di Lello Bersani, e Tuttigiorni, almanacco di costume.
Un anno dopo, nel disegno di un consistente aumento delle ore di trasmissione e dei servizi, inizia “Notturno dall”Italia” che segue la formula europea di musica non stop e brevi notizie.

Dal giornalismo al variet&#224, la radio nel decennio continua a produrre. “Il Rosso e il nero” &#232 il programma leggero pi&#249 famoso della radio del dopo guerra.
Nascono anche i programmi di quiz spesso legati a concorsi rivolti agli ascoltatori sempre pi&#249 affascinati dal gioco, dalla gara di abilit&#224 e dallo svago.

Nel 1954 iniziano le trasmissioni televisive e Radio Audizioni Italia diventa RAI – Radiotelevisione Italiana. Ma l”apparato radiofonico superato dal nuovo mezzo, reagisce alla spettacolarita” della televisione. La TV si inserisce naturalmente nelle aziende nate per la radio.
Ne eredita la normativa e ne imita i generi. Anche in RAI, come nelle altre aziende internazionali del settore, la televisione appare subito prioritaria, assorbendo molte delle risorse destinate in principio alla radio.

Nel 1954 iniziano le trasmissioni televisive e Radio Audizioni Italia diventa RAI – Radiotelevisione Italiana. Ma l”apparato radiofonico superato dal nuovo mezzo, reagisce alla spettacolarita” della televisione. La TV si inserisce naturalmente nelle aziende nate per la radio.
Ne eredita la normativa e ne imita i generi. Anche in RAI, come nelle altre aziende internazionali del settore, la televisione appare subito prioritaria, assorbendo molte delle risorse destinate in principio alla radio.

Ma la radio non scompare, cambia e si trasforma invadendo nuove fasce orarie. Se la TV diventa l”immancabile appuntamento della prima serata, la radio moltiplica l”offerta per restare “accesa” 24 su 24 e si sviluppa la programmazione notturna. I nuovi programmi radio tendono a catturare sempre pi&#249 l”attenzione del pubblico giovanile e delle casalinghe. Il palinsesto si adatta quindi alla concorrenza dei programmi TV e sottolinea la differenza tra i due mezzi. Sono gli anni del boom, dell”automobile che non &#232 pi&#249 previlegio di pochi e si diffonde l”autoradio. La radio diventa espressione di libert&#224, colonna sonora del desiderio di spostamento. Per la radiofonia italiana &#232 come una seconda giovinezza.

“Italia, parole e musica”. Dal 58 Indro Montanelli racconta alla radio la storia del nostro paese. Un viaggio dal 1910 al 1950, un genere di successo che far&#224 scuola. Nello stesso periodo nasce il primo contenitore: “Il signore delle 13”, condotto da Enzo Tortora.

Dal 1960 al 1970

Nonostante la novit&#224 e l”impatto spettacolare della neonata TV, la radio regge grazie ai trent”anni di attivit&#224 consolidata e ad un pubblico affezionato e fedele che apprezza i programmi di svago generale ma anche grazie agli ascoltatori pi&#249 esigenti che seguono i temi di politica e societ&#224. Il pubblico radiofonico aumenta ed ogni anno si aggiungono circa mezzo milione di nuovi abbonati . Si tratta di un pubblico in movimento , che ” fa altro” e la RAI decide di caratterizzare i tre programmi per genere. Il primo si specializza sull”informazione, il secondo punta su prosa, musica e variet&#224 e il terzo canale, ammorbidisce l”impostazione finora troppo accademica.

Anche la prosa conosce in questi anni un buon momento e dopo aver mandato in onda molti testi stranieri, si pensa ad un radiodramma nostrano che riproponga il mondo di sentimenti e di valori nazionali. La radio che &#232 sempre pi&#249 divulgativa diffonde messinscene di teatri di recente formazione come il Piccolo di Milano. Si arriva a programmare una commedia al giorno presentando anche sul Radiocorriere un vero e proprio cartellone teatrale. La RAI degli anni ”60 &#232 un punto di riferimento per il mondo delle cultura, ospitando ai suoi microfoni scrittori e intellettuali del momento.

Nel 1962 la Presidenza del Consiglio dei Ministri affida alla RAI la produzione dei notiziari e servizi informativi per l”estero.

Ma sono anche anni importanti per quel che riguarda lo sviluppo tecnologico. Due novit&#224 avviate nel decennio precedente trovano il loro compimento.
La filodifussione, distribuzione su rete telefonica a OL dei tre programmi radiofonici: musica leggera, sinfonica e stereofonia, fa della radio una vera e propria colonna sonora d”ambiente, un accompagnamento costante dell”esistenza; il Transistor, l”altra grande novit&#224, fa della radio un oggetto piccolo e leggero che ci segue ovunque.

Nasce una cultura giovanile affascinata soprattutto dai suoni. La radio diventa oggetto di amore e odio. Ascoltata, piratata, boicottata.
Il pubblico cambia e si affermano i nuovi generi: sull”onda delle manifestazioni studentesche, la voglia di chiacchera leggera approda alla radio bene interpretata dal nonsense di “Alto gradimento”.

Un programma manifesto di questo periodo &#232 “Chiamate Roma 3131” 3 ore di trasmissione quotidiana in diretta telefonica con gli ascoltatori. Il programma nasce il 7 gennaio 1969 ed il pubblico &#232 subito entusiasta, nei primi mesi si arrivano a contare anche dieci milioni di ascoltatori. Ai microfoni Gianni Boncompagni, Franco Moccagatta e Federica Taddei.
Il secondo ciclo della trasmissione &#232 condotto fino al 1974 da Paolo Cavallina e Luca Liguori. Nel 75 il programma viene accantonato e nel 79 prende il via “Radiodue 3131”, con una pluralit&#224 di conduttori. Nel 1983 nasce “Radiodue 3131 notte”. Nel 1987 , il settimo ciclo di 3131 sotto la guida di Corrado Guerzoni.
Il programma cambia e Gianluca Nicoletti crea il “microfono viaggiante” del 3131.

Dal 1970 al 1990

Nei primi anni ”70 la radio sembra attraversare un periodo di stasi. E per precisare i criteri di differenziazione nascono programmi come Radiomattina che porta ad una inversione delle fasce d”ascolto che si concentrano soprattutto nelle prime ore della giornata.

Nasce la figura del regista autore, chiamato ad inventare nuove modalit&#224 di montaggio su una suggestiva partitura di voci, musica e suoni. Su queste premesse prendono il via nel 1973 la serie delle “Interviste impossibili”: dialoghi fantasiosi e coinvolgenti con grandi personaggi del passato, ricchi anche di riferimenti storici, ideati e realizzati da intellettuali prestigiosi e letti da attori famosi.
Le interviste impossibili furono trasmesse fino al ”75 sul primo e secondo canale radiofonico. Un esperimento unico nelle storia della radio per i rapporti spesso scontrosi tra gli intellettuali italiani e la radiotelevisione pubblica. Tra gli altri dialoghi il delizioso duetto tra Umberto Eco e la Beatrice di Dante, l”intervista a Muzio Scevola,un dialogo tra Nelo Risi e Giosu&#232 Carducci. Sanguineti, Calvino, Ceronetti, sono solo alcuni dei nomi che accettarono con entusiasmo di inventare dialoghi fantastici con i grandi personaggi del passato.

La riforma della RAI nel 1975 che sancisce il pluralismo dell”emittenza radio-televisiva, mette fine per la prima volta al tradizionale centralismo dell”azienda e apre la strada ad un doveroso rinnovamento.
Con la libert&#224 d”antenna, emergono in pochi anni centinaia di stazioni e il modo di ascoltare e fare radio ancora una volta si modifica. Sempre maggiore importanza assume la determinazione dei palinsesti per la riqualificazione e la conquista del pubblico. Nascono le tre reti e le tre testate radiofoniche: Radiouno, Radiodue, Radiotre, GR1, GR2, GR3.

Negli anni ottanta le novit&#224 in campo tecnologico superano di gran lunga quelle di contenuto. La riforma della radio diventa uno di quei ritornelli fissi che si ripetono all”interno dell”azienda.
E” comunque innegabile che con il diffondersi delle radio private l”ascolto nel suo insieme conosce un effettivo declino. Nel 1982 la RAI tenta il rilancio e partono Raistereouno, Raistereodue e Raistereonotte, una scelta che si rivela vincente determinando la tenuta del servizio pubblico.

L”ultimo periodo &#232 caratterizzato dalla ricerca di una sistemazione legislativa del confronto pubblico-privato, mentre il mezzo radiofonico si affina proponendo un”offerta pi&#249 articolata e aggiornata al progresso tecnologico.
La situazione concreta con le emittenti private viene affrontata con un susseguirsi di norme che cercano di mettere ordine in una materia da troppi anni lasciata nel caos.

Nel 1988 nasce Audiradio che riunisce oltre la RAI, la SIPRA, l”UPA, l”ASSAP organizzazioni del settore. La societ&#224 effettua indagini periodiche a livello nazionale e locale per la rilevazione dell”ascolto radiofonico.

Nello stesso anno &#232 previsto il rilancio della programmazione radiofonica: due rinnovi della Convenzione Stato-RAI, nel 1988 e nel 1994, confermano la concessione in esclusiva del servizio pubblico di diffusione radiofonica e televisiva sull”intero territorio nazionale.
Nel 1990 nasce il progetto “Un piano per la radio” che presenta nuove linee editoriali e nuovi palinsesti, nel 1991 entrano in esercizio gli ultimi decodificatori, il servizio RDS Radio Data System, su tutti e tre i programmi a modulazione di frequenza.

Attualmente le trasmissioni vanno in onda su tre canali nazionali: RADIOUNO, RADIODUE E RADIOTRE ai quali si affiancano 22 programmi regionali e 3 locali, i programmi del Notturno italiano, la Filodiffusione, Isoradio e una vasta gamma di programmi diffusi all”estero o prodotti per l”estero. Oggi RadioRai &#232 realizzata nei quattro centri di produzione di Roma, Milano, Torino, Napoli e, per quel che riguarda l”informazione, presso altre sedi regionali.

La radio si sta spostando sempre pi&#249 verso il digitale. Una delle tecnologie pi&#249 interessanti e promettenti relativa a questo settore &#232 il Dab (Digital Audio Broadcasting), pi&#249 noto al di fuori dell”Europa con il termine Dsb (Digital satellite broadcasting).
Il sistema nasce per venire incontro alle esigenze della radio del Duemila. Il Dab prevede l”impiego di trasmettitori terrestri e satellitari e sar&#224 ricevuto da semplici antenne non direzionali. Consentir&#224, anche in auto, la ricezione di programmi radio con la stessa qualit&#224 di un CD. Concepito per l”era multimediale, il Dab trasmetter&#224 non solo segnali audio, ma anche testi, foto, dati e filmati.
La RAI ha contribuito efficacemente a livello internazionale allo sviluppo del sistema nell”ambito del consorzio europeo EU-147 con la partecipazione attiva ai lavori di tutti gli organismi internazionali interessati come l”UER e la CEPT; la RAI &#232 inoltre membro del Forum mondiale ”WORLDDAB” costituito per promuovere lo sviluppo e l”introduzione del DAB in tutto il mondo.

Dal 1990 al 2000

La radio degli anni ”90, ad onta di chi la considerava la nonna fuori moda della famiglia delle nuove tecnologie comunicative, ha aperto con slancio un nuovo capitolo mostrandosi pi&#249 che mai adatta al connubio con l”Internet.
Moltissime radio in tutto il mondo si sono espanse in rete e, anche in Italia si cominciano a notare interessanti fenomeni di “comunit&#224″ radiofonica che si ritrova a combaciare per una parte del suo bacino di utenza con un”analoga “comunit&#224 telematica”.
La rete con la tecnologia streaming non penalizza eccessivamente il cambio di hardware (apparecchio radiofonico-computer multimediale) attribuendo al secondo una funzione in pi&#249: quella di poter ascoltare il proprio programma d”affezione in orario pi&#249 comodo e non condizionato dalle rigidit&#224 di palinsesto, ma soprattutto continuando tranquillamente ad usare la propria macchina di lavoro con altre applicazioni.

Il Giornale Radio RAI &#232 su Internet dal 19 febbraio 1996, prima testata giornalistica RAI in Rete con il server aziendale. Obiettivo primario fin dalle origini: fornire un prodotto giornalistico nuovo, utilizzando Internet come fonte di informazione e come strumento di ricerca e di approfondimento delle notizie trasmesse attraverso la radio.
Concretamente: giornali radio, rubriche, servizi e interviste, insieme a prodotti specifci per gli utenti di Internet. Inizia di l&#236 a poco l”esperienza on line di Golem, rubrica del GR1, che evidenzia l”interazione tra i due mezzi con il valore aggiunto dei forum, della lettura della posta elettronica, suoni e intercettazioni sono presi dalla rete per essere trasformati in materia di programmazione radiofonica.
In occasione del conflitto per il Kosovo, nella primavera del 1999, Golem spinse al massimo le possibilit&#224 di convergenza tra radio e rete “coprendo” la cronaca quotidiana della guerra con fonti sonore del tutto originali ricavate dalla rete, come le intercettazioni di trasmissioni militari, voci ufficiali e radio di resistenza civile.

Il 19 aprile 2000 viene messo in rete il sito Internet di tutta Radio Rai. Ogni canale e testata ha un proprio spazio web per espandersi on line.