La Svolta Digitale: il Rapporto annuale di Italmedia Consulting

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Italia



di Augusto Preta

Senior Partner
ITALMEDIA CONSULTING

Il malato appare in ripresa, ma la prognosi ancora non &#232 stata sciolta. Cos&#236 si presenta la televisione all¿esame di Italmedia Consulting, che periodicamente mette sotto osservazione andamento e tendenze del mercato in Europa.

In effetti, negli ultimi 12 mesi, lo sviluppo del digitale ha favorito la limitata crescita del settore (3% nel 2003), ma tutto ci&#242 all¿interno di un quadro dove emergono forti contraddizioni, e dove dunque l¿incertezza prevale sulla chiarezza di obiettivi e di risultati.

Secondo Italmedia Consulting, le risorse tradizionali ¿ pubblicit&#224 e canone – crescono in maniera analoga e comunque inferiore all¿inflazione, mentre il pagamento diretto – abbonamenti e servizi a richiesta – avanza in maniera pi&#249 consistente, pur in una situazione complessiva di marcato consolidamento.

La pubblicit&#224 televisiva ha raggiunto &#128 32.5 mld nel 2003, contro i &#128 31.9 mld dell¿anno precedente. Il canone televisivo a sua volta ha toccato &#128 17.6 mld rispetto a &#128 17.3 mld del 2002. La spesa per abbonamenti stacca invece decisamente il canone e rappresenta ormai di gran lunga la seconda risorsa del sistema, attestandosi attorno a &#128 20 mld.

In questo quadro, il fattore trainante &#232 rappresentato indubbiamente dal digitale, che attraverso la moltiplicazione dei canali, favorisce un consumo sempre pi&#249 personalizzato e selezionato. Non &#232 un caso infatti che il principale mercato della pay TV, il Regno Unito, sia anche quello dove la TV digitale si assesti ormai attorno al 45% della popolazione televisiva, oltre il doppio della media europea.

Ma insieme a questo, un altro fenomeno importante si affaccia all¿orizzonte, destinato, secondo Italmedia Consulting, a modificare radicalmente, oltre che i comportanti dei consumatori, anche la struttura del mercato: l¿affermazione del multichannel. Nel Regno Unito l¿insieme dei canali via cavo e satellite fa registrare audience sempre pi&#249 vicine a quelle dei broadcaster tradizionali, mentre anche in Francia e Spagna, pur se in misura pi&#249 limitata, il fenomeno comincia ad acquisire dimensioni interessanti, con una media del tempo dedicato ai canali digitali del 10% circa sul totale.

In un settore che &#232 stato caratterizzato tra il 2002 e il 2003 da un forte consolidamento, la costituzione di piattaforme uniche (Italia e Spagna) &#232 stata autorizzata dalle Autorit&#224 di regolazione e della Concorrenza all¿interno di rilevanti vincoli. L¿accesso ai contenuti pregiati rimane in ogni caso la vera risorsa scarsa a cui tutti gli operatori digitali tendono. La spesa per i diritti sportivi televisivi ha raggiunto il picco nel 2002 con Ԅ,8 mld. Tuttavia, Italmedia Consulting ritiene che nei prossimi anni il costo dei diritti televisivi per gli eventi sportivi scender&#224 in maniera significativa.

La televisione digitale terrestre (DTT) a sua volta continua a muovere i suoi primi incerti passi. La penetrazione &#232 attorno al 2,5% sul totale, e i servizi sono stati lanciati in 6 paesi: Regno Unito, Svezia, Spagna, Finlandia, Olanda e Germania, limitatamente all¿area di Berlino. Nel Regno Unito si registra il successo di Freeview, che a dicembre 2003 si stima abbia raggiunto 2,5 milioni di abbonati, che rappresentano ormai il 10% del totale televisivo.

Nel Regno Unito, cos&#236 come in Spagna, le iniziative legate all¿offerta pay hanno condotto a gravi fallimenti industriali, mostrando chiaramente come fosse improponibile competere direttamente sull¿offerta premium a pagamento con l¿operatore dominante satellitare. La DTT &#232 stata dunque riposizionata con la sola offerta in chiaro e dunque come mero mercato di sostituzione dell¿analogico. Il cambiamento nell¿approccio &#232 stato premiato poi da buoni risultati e oggi la DTT rappresenta un¿opportunit&#224 non solo per i broadcaster generalisti per mantenere la loro posizione dominante nella TV terrestre, ma anche per aggressivi nuovi entranti, che vogliono rilanciare la loro strategia di offerta globale multi-piattaforma.

Altra questione critica, secondo il Rapporto, &#232 quella relativa ai contenuti. Forti del nuovo quadro regolatorio europeo delle comunicazioni elettroniche, che impone il principio della neutralit&#224 tecnologica, nuove piattaforme si stanno sviluppando, andando a competere, sul mercato dei contenuti, con gli operatori Pay TV. L¿obbligo, stabilito dalla Commissione Europea in capo all¿operatore dominante, di cedere i propri contenuti premium per la diffusione su altre piattaforme, ha aperto la strada a operatori nuovi. Reti mobili e DSL potranno avere accesso ai medesimi contenuti offerti oggi solo in modalit&#224 VoD o PPV, anche se resta aperto il problema del costo dei diritti sui contenuti per le nuove reti. Le reti a larga banda permettono di realizzare pienamente il VoD. Servizi VoD su ADSL sono gi&#224 offerti nel Regno Unito, Francia e Germania da operatori TLC. Questi presidiano la rete, ma sempre pi&#249 spesso sono coinvolti anche in qualit&#224 di editori/aggregatori dei contenuti veicolati.

In questo mercato si fanno largo anche alcune major, che intendono cos&#236 controllare pi&#249 direttamente il flusso di ricavi derivanti dalla loro attivit&#224 di fornitori di contenuti pregiati. Disney &#232 intenzionata a replicare in Europa il proprio servizio di VoD, Moviebeam, utilizzando la piattaforma DTT di reeview. La presenza di brand come Disney e Blockbusters potrebbe portare in futuro, secondo Italmedia Consulting, altre major e content provider a investire decisamente in questo rischioso ma promettente business.