Il mercato dei contenuti televisivi – V PARTE

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I generi di animazione. Gli anni Novanta hanno registrato una forte crescita del mercato dell¿animazione, un comparto dove in caso di successo di pubblico la redditivit&#224 risulta essere assai elevata.

&#200 un segmento che gode usualmente di una lunga vita commerciale e che pu&#242 dar luogo a consistenti ricavi da diritti derivati. I rischi sono, tuttavia, ugualmente rilevanti, data la configurazione di nicchia di questo particolare settore. Per questa ragione, i produttori devono avere una chiara strategia in ciascuno dei segmenti del business, dal finanziamento alla progettazione, dalla produzione allo sfruttamento diluito possibilmente nel tempo.

Sul mercato della diffusione televisiva da satellite, le quattro major americane di canali per ragazzi (Cartoon Network, Disney, Nickelodeon, Fox Kids) hanno perseguito negli ultimi anni una politica serrata di copertura del mercato internazionale, con particolare attenzione al mercato europeo. Esse alimentano, da sole, poco meno della met&#224 dei cento canali dedicati ai bambini in tutto il mondo.

Vi sono oltre venti canali la cui programmazione &#232 interamente coperta da programmi d¿animazione.

Va infine registrata, in seno ai palinsesti delle televisioni generaliste, una tendenza ad estendere in qualche caso la programmazione dei film di animazione negli slot di prima serata e ci&#242 &#232 avvenuto in varie occasioni anche in Italia sia sulle reti pubbliche sia su quelle private, anche al di fuori dei tradizionali appuntamenti natalizi. Nei lungometraggi, qualche anno fa l¿Italia ha registrato, con La gabbianella e il gatto, un successo internazionale di pubblico (al quarto posto negli incassi degli ultimi anni di produzioni europee di animazione, al terzo se si considera che Galline in fuga &#232 una produzione anglo-americana) e la consapevolezza di disporre di una discreta capacit&#224 di competere in questo settore.

I format. Questo nuovo prodotto del mercato dei contenuti sta registrando un crescente successo, tanto in Italia quanto in altri paesi europei. L¿espressione format &#232 utilizzata per indicare l¿oggetto di una compravendita di un bene immateriale, di una idea, di una formula, che, usata per trasmissioni di successo in un Paese, pu&#242 essere messa a fattore comune continentale e oltre per garantirne la replicabilit&#224 presso il pubblico di altri Paesi.

Con un format, si acquistano principalmente le analisi sui comportamenti del pubblico nei paesi in cui va in onda. Acquistato il format, il programma pu&#242 essere adattato in base ad una serie di fattori di variabilit&#224, quali la cultura nazionale, il profilo del broadcaster, la fascia oraria scelta per la messa in onda. Molti tra gli show italiani di successo sono, come &#232 noto, realizzazioni nazionali tratte da format internazionali, da Furore a La ruota della fortuna, da Stranamore a Beato tra le donne, e la formula si &#232 rivelata di successo anche nelle produzioni di fiction, come dimostrano, tra gli altri, Un medico in famiglia o Un posto al sole, tratto da un format internazionale e rivelatasi una delle produzioni pi&#249 gradite al pubblico italiano. Un caso particolare riveste Il Grande Fratello, difficilmente classificabile se non con neologismi come ¿docu-soap¿ o ¿fictionalization¿ di un reality-show. Trasmesso per la prima volta in Europa nel settembre 1999, &#232 stato acquistato da decine di broadcaster in tutto il mondo, con un successo imprevisto e non replicato da format analoghi che gli hanno fatto seguito.

Perch&#233 fare ricorso ai format?

Il vantaggio che offrono &#232 la possibilit&#224 di riduzione di tutta una serie di rischi per i broadcaster. Acquistare un¿idea, unitamente agli strumenti ed ai riscontri che ne hanno reso possibile il successo, anche se in un altro Paese appare, in tal senso, una opportunit&#224 a cui nessun broadcaster vuole rinunciare.

&#200 da evidenziare come, attualmente, il mercato internazionale dei format sia controllato da poche societ&#224, tra cui spiccano l¿australiana Pearson, l¿inglese Action Time, la statunitense All American Network.

L¿impresa principale del settore rimane tuttavia Endemol, societ&#224 olandese con un fatturato che nel 2001 ha raggiunto i 914 milioni di euro (+50% rispetto al 2000), realizzato prevalentemente in questo segmento. La Endemol detiene una library di oltre 500 format che hanno dato luogo a circa 400 serie per oltre 16.000 ore di trasmissione. A conferma dei processi di concentrazione tra le societ&#224 operanti nei settori industriali e commerciali della convergenza, la Endemol &#232 stata acquistata, nell¿estate del 2000, dall¿incumbent spagnolo delle telecomunicazioni Telefonica, societ&#224 leader nei paesi di lingua spagnola e portoghese, che dispone, tra Europa, America del Nord e America del Sud, di un pubblico potenziale di circa 550 milioni di persone distribuite in decine di paesi.

Se guardiamo ai tradizionali settori dei programmi d¿acquisto e delle coproduzioni, vi sono due ragioni che sottolineano l¿importanza dei format.

La prima &#232 quella dell¿esigenza di localizzazione, ovvero di riconoscibilit&#224 delle produzioni che il pubblico ha dimostrato di gradire (in opposizione alle produzioni ¿globali¿ provenienti dal mercato americano), perch&#233 un prodotto configurato in chiave di cultura e gusto nazionali sollecita meccanismi di identificazione. La seconda, &#232 data dal fatto che i format (negli show e nei serial), hanno sollecitato lo sviluppo di una area di produzione per le industrie nazionali di produzione che operano per localizzare, adattare e produrre le versioni nazionali dei format di successo internazionale.

In conclusione, un mercato complesso, che sta cambiando pelle e che oltre a riformularsi in ambito televisivo comincia a fare i conti con le prospettive di utilizzazione multipiattaforma dei contenuti: una frontiera i cui effetti economici e di consumo devono essere del tutto investigati e compresi.




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Il mercato dei contenuti televisivi – V PARTE

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