I fondi di sostegno all´audiovisivo nell´Europa delle Regioni

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Europa



Pubblichiamo di seguito il Rapporto conclusivo delle manifestazioni sui Fondi regionali per l”audiovisivo, promosse nei giorni scorsi da Antenna MEDIA a Torino e Bruxelles, per conto del Progetto Media dell”Ue.

RAPPORTO CONCLUSIVO

I trecento partecipanti alla riunione di Torino – provenienti da 16 Paesi europei, e tra cui figuravano rappresentanti degli oltre 100 diversi fondi europei a sostegno del cinema e dell”industria audiovisiva – sono la testimonianza dell”importanza assunta dalla dimensione regionale e locale nello sviluppo dell”audiovisivo europeo. Una realt&#224 di cui le principali istituzioni europee ¿ Parlamento Europeo, Comitato delle Regioni, Commissione Europea, nonch&#233 Consiglio dei Ministri dell”Unione Europea ¿ non possono non tener conto. Un punto di partenza per tutti coloro, politici come autori, che hanno a cuore la protezione e lo sviluppo della diversit&#224 culturale del nostro continente e che, sebbene non abbiano ancora completamente risolto il problema della circolazione delle opere, sono comunque arrivati a creare, su scala regionale, un reale humus per le iniziative di supporto.

Perch&#233 sono importanti i fondi regionali?
Secondo le risposte emerse dalla riunione di Torino, in primo luogo per difendere l”identit&#224, le tradizioni e/o le lingue regionali.
Ma ci&#242 non &#232 realizzabile in un”ottica che sia solo protezionistica e difensiva. Perch&#233 tale azione sia davvero efficace occorre:

  • sostenere la nascita o il rafforzamento di imprese a dimensione locale, ma in grado di competere su scala europea e globale;

  • integrare strettamente in tale processo le televisioni, in primo luogo quelle pubbliche (che hanno fra i loro doveri anche il sostegno alle identit&#224 regionali) e quelle locali;

  • tenere sempre presente che la reale debolezza dell”industria audiovisiva europea sta soprattutto nella sua scarsa capacit&#224 di distribuzione delle opere, molto pi&#249 che nelle difficolt&#224 di produzione;

  • evitare che la molteplicit&#224 dei fondi si traduca unicamente in un aumento della quantit&#224 di prodotto, ma anzi -e soprattutto- nell”aumento della sua qualit&#224 e della sua capacit&#224 di costruire un rapporto col pubblico.

Diversi modelli sono stati evocati durante la conferenza, ciascuno con i suoi punti di forza e le sue caratteristiche.

Dai Paesi dell”Europa occidentale ai nuovi Stati membri dell”Unione, al Sud come al Nord, dall¿azione concreta delle Film Commission – che alla tradizionale attivit&#224 di marketing del territorio e delle sue risorse affiancano, in taluni casi, interventi di sostegno di carattere finanziario – al sistema pi&#249 strutturato dei Fondi di sostegno, tutti stanno costruendo i propri modelli per sviluppare una dimensione audiovisiva regionale: proposte tutte egualmente valide, rispondenti ai diversi bisogni delle varie realt&#224 economiche e produttive e delle varie identit&#224 culturali.

Tuttavia tre modelli fra tutti hanno attirato l”attenzione, sia per la riuscita del loro impatto culturale ed economico, sia per la capacit&#224 di dare risposte innovative a problemi strutturali antichi:

  1. un modello costruito a partire da un¿impresa di televisione portatrice di identit&#224 culturale nazionale/regionale/locale, che agisce come catalizzatore dei fondi regionali e della produzione audiovisiva locale; come mediatore fra i produttori di audiovisivo ed il loro pubblico; come polmone finanziario delle PMI audiovisive (cfr. Catalunya con Tv3);

  2. la decisione del gruppo di Regioni dei “Quattro motori dell”Europa” (Baden W&#252rttemberg, Rh&#244ne- Alpes, Lombardia e Catalunya) di dar vita ad un coordinamento delle proprie politiche audiovisive, a pieno titolo integrate con le proprie strategie di politica industriale;

  3. la nascita di una nuova tipologia di fondi regionali fondati su una filosofia incentrata sul ritorno dell”investimento, per es. attraverso il meccanismo del capital risk management, e perci&#242 capace anche di attrarre capitali privati che fino ad oggi non investivano nel settore (cfr. UK).

Una speciale attenzione &#232 stata accordata all”iniziativa ECRIF-AV (European Coordination of Regional Investment Funds – Audiovisual), istituita con il sostegno del programma comunitario Interreg IIIC.

I membri fondatori (provenienti da Vallonia, Baden – W&#252rttemberg, Vienna, Rotterdam e Lecce) mirano a creare intorno a questa iniziativa paneuropea un nucleo di 10¿15 membri nel prossimo futuro.

ECRIF-AV offrir&#224 ai propri membri l”opportunit&#224 di condividere le singole specifiche best practices e di scambiare le proprie esperienze, allo scopo di sostenere le piccole e medie imprese presenti nelle differenti regioni e di definire le politiche regionali europee nel settore audiovisivo.

La dimensione regionale trova inoltre un alleato inedito nella transizione al tutto digitale che si sta producendo in Europa in questi mesi e che caratterizzer&#224 gli anni a venire. Il digitale, per via satellitare o per via terrestre, sta moltiplicando i canali di distribuzione, abbassando in parte la barriera d”ingresso per nuovi attori nel mercato televisivo, democratizzando potenzialmente il processo comunicativo. E” questa un”opportunit&#224 epocale per:

  • aumentare il pluralismo dell”offerta e la circolazione dei prodotti europei non nazionali dentro i confini dell”Unione e nei Paesi terzi;

  • dare pi&#249 solidit&#224 economica alle tv locali e regionali e creare nuovi mercati e nuovi servizi ai cittadini.

Un”attenzione particolare &#232 stata rivolta al caso italiano. Un Paese in cui siamo forse alla vigilia del passaggio da una dimensione centralistica a quella federalista nella cultura e nell”audiovisivo, e dove l”introduzione di uno sguardo europeo pu&#242 contribuire a cambiare radicalmente le prospettive di sviluppo del settore.

Allo stesso modo, l”innovazione tecnologica e la dimensione regionale possono essere le chiavi di volta per favorire l”integrazione delle industrie audiovisive dei dieci nuovi Paesi, che stanno per raggiungere l”Unione Europea.

CONCLUSIONI

Negli ultimi dieci anni i Fondi regionali hanno dato ampia prova di esser capaci non solo di promuovere i loro territori o di far emergere talenti e professionalit&#224 locali, ma anche di affermarsi fra i protagonisti del mercato audiovisivo europeo.

Una realt&#224 che non potr&#224 esser dimenticata nelle sedi istituzionali europee quando nei prossimi mesi Parlamento Europeo, Comitato delle Regioni, Commissione Europea e Consiglio dei Ministri dell¿Unione Europea si troveranno a discutere della riforma degli strumenti della politica audiovisiva, ed in particolare del futuro del Programma MEDIA e della revisione della Direttiva ¿Tv Senza Frontiere¿.

Ormai circa la met&#224 delle immagini prodotte nell”Unione Europa sono realizzate anche grazie al contributo di questi fondi, che non solo promuovono una nuova realt&#224 industriale e creano nuovi posti di lavoro, ma sono anche un sostegno alla diversit&#224 culturale e una garanzia di democrazia e di pluralismo per l”Europa di domani.

COMMENTI

Questo il rapporto finale del convegno sui fondi regionali che si &#232 tenuto a Torino nei giorni 24-25 novembre e che ha avuto un prosieguo a Bruxelles, in sede Ue. Un altro evento, piuttosto che una coda. Un incontro con la Commissione Cultura del Parlamento europeo, nelle persone di Michel Rocard e la sempre affascinante Liv Ullman (ora europarlamentare svedese), che ha aperto nuove prospettive per l¿investimento sull¿innovazione dell¿industria culturale europea.

Nel corso dell¿incontro si sono susseguiti numerosi interventi di rappresentanti europei dell¿industria audiovisuale.

Tra gli italiani &#232 intervenuto Claudio Papalia, Direttore dell¿innovazione editoriale presso la FERT (Filming with European Regard in Turin) che ha posto in evidenza la necessit&#224 di coordinare e ottimizzare gli interventi europei con quelli regionali.

¿I fondi regionali di investimento, sempre pi&#249 numerosi, motivati sia da ragioni economiche che dalla volont&#224 di preservare la diversit&#224 culturale ¿ ha dichiarato Papalia – potrebbero via via focalizzare la propria attivit&#224 sull¿investimento per lo sviluppo dei progetti; la sussidianeit&#224 europea potrebbe invece concentrarsi sul rafforzamento della distribuzione internazionale, utilizzando metodi capaci di generare finalmente una leale ma accanita concorrenza transatlantica¿.

Numerosi gli altri interventi che hanno contribuito a dare una lettura a tutto tondo delle problematiche sul tappeto.

Complessivamente molto positivi i commenti dei membri della delegazione italiana e proiettati sul futuro del settore e sulle iniziative da lanciare per sostenerne le finalit&#224.

Una significativa valutazione generale ci &#232 stata offerta da Marco Maria Gazzano, professore di Cinema e TV all¿universit&#224 di Urbino. ¿¿&#200 da sette anni che i professionisti dell¿audiovisivo si confrontano ¿ utilmente e non sempre in accordo tra loro, com¿&#232 giusto con i politici e la Commissione nell¿ambito delle ¿Giornate europee di Cinema al Parlamento europeo¿. Un confronto necessario che i singoli parlamentari nazionali e anche le assemblee regionali dovrebbero imitare e che ha concretamente posto produttori, artisti e studiosi di fronte alla complessa articolazione del concetto, spesso utopico, di identit&#224 culturale audiovisiva europea.

Il workshop di Torino ¿ ha sottolineato Gazzano – ha rappresentato un importante salto di qualit&#224 in questo confronto, ponendo concretamente l¿accento sui concreti problemi di finanziamento del cinema (sia in pellicola sia in elettronica; sia quello locale che quello nazionale ed europeo) da parte dei fondi regionali, negli ultimi anni decisivi nel sostegno alla creativit&#224, anche sperimentale, degli ¿autori¿. La giornata di Bruxelles ha molto insistito anche sugli aspetti, strategicamente rilevanti; e tuttavia ancora da approfondire. L¿esigenza di fare sempre pi&#249 dei fondi regionali per il cinema e la sperimentazione televisiva e con i nuovi media un uso non localistico -ma anche concettualmente- ¿europeo¿; la necessit&#224 di intendere il ¿cinema¿ (filmico e non filmico, video e digitale) non solo come un industria, e neppure solo come un¿arte, ma anche come linguaggio espressivo; la scelta, sempre pi&#249 da sostenere e ricordare al mondo della politica, di avviare con decisione in Italia e in Europa strategie di ¿educazione¿ alla comprensione dei linguaggi e delle pratiche audiovisive. Strategie che prevedono la scuola e l¿universit&#224 al loro centro ma che dovrebbero coinvolgere anche la radio, la TV e l¿editoria elettronica ¿ come condizione irrinunciabile di crescita democratica di mass media nel nuovo millennio. Risultati importanti ha concluso Gazzano – di un confronto ancora aperto e in progress; ma che non pu&#242 essere eterno e che deve produrre quanto prima decisione e fatti concetti, anche da parte dei governi locali.

Per Andrea Rocco, Direttore Genovaset – Film Commission del Comune di Genova, si &#232 trattato di ¿¿tre giorni di incontri e di discussioni su un tema tutto sommato nuovo per chi opera in istituzioni locali italiane di sostegno all¿audiovisivo, tanto ricche da aprire domande di quante siano le risposte. Come forse doveva essere. Le domande ¿ ha proseguito Rocco – riguardano temi come la ¿sostenibilit&#224¿ della o delle industrie locali dell¿audiovisivo, i modelli e gli obiettivi dei fondi regionali, il nuovo ruolo delle Film Commission. La certezza &#232 che il peso delle istituzioni e delle politiche locali di sostegno all¿AV &#232 destinato ad aumentare e ad avvicinarsi a quello che ha in altri Paesi dell¿Europa.

Pi&#249 sistemica la valutazione di Paolo Di Maira, Direttore di Cinema&Video International ¿¿Il convegno ha aperto una nuova opportunit&#224 e nuovi problemi per la Film Commission italiana.Opportunit&#224, perch&#233 le esperienze dei fondi europei pi&#249 avanzati esposte a Torino permettono di mostrare ai rispettivi amministratori che l¿audiovisivo &#232 un volano per innescare ¿processi virtuosi¿ in altri comparti economici. Infine problemi, perch&#233 necessariamente la costituzione di un Fondo nello stesso terreno di competenze di una Film Commission rischia di diminuire la propria capacit&#224 attrattiva, svuotandola di alcune prerogative. Si porr&#224 ¿ ha concluso Di Maira – il problema di diversificare le funzioni per creare una complementariet&#224 nel servizio ai produttori, che &#232 la ¿missione¿ di ambedue le realt&#224.

Federico Poillucci, Presidente della FVG Film Commission, ha espresso il suo apprezzamento nei confronti del convegno ¿…A conclusione delle intense giornate di Torino e Bruxelles, non posso che esprimere piena soddisfazione per avervi potuto partecipare. Tale soddisfazione deriva non solo dall¿aver potuto rendere pubblici i risultati del primo film fund italiano davanti ad una platea cos&#236 qualificata, quanto dall¿aver potuto conoscere i rappresentanti di fondi europei ben pi&#249 importanti e strutturati del nostro. Nel ringraziare Antenna Media, anticipo fin d¿ora che sar&#242 presente in febbraio a Mons, per la formalizzazione del network dei fondi regionali ECRIF/AV¿.

Per Paolo Vidali, Produttore associato di DOCLAB di Roma, si &#232 trattato di ¿¿Tre giornate intense e faticose, ma che mi augurerei fossero pi&#249 frequenti. Credo in effetti che il mondo audiovisivo italiano conosca poco la realt&#224 europea, da cui invece avrebbe molto da imparare. Il risultato principale che esce da questi incontri, a mio parere, &#232 che le costituende strutture di supporto all¿audiovisivo in sede regionale, debbono puntare alla formazione e al finanziamento di quadri professionali locali. Questo per favorire la nascita e lo sviluppo di idee, che sono l¿autentico ed essenziale motore della produzione audiovisiva¿.

Infine Marta Franceschetti, addetto stampa della manifestazione, secondo cui ¿¿L¿interesse per il mondo dell¿audiovisivo e la possibilit&#224 di creare professionalit&#224 nel settore hanno raggiunto in questa nostra faticosa e entusiasmante occasione un momento unico: le persone ed i professionisti coinvolti sono stati tutti attenti, fortemente motivati e sereni in un unico gruppo, pur eterogeneo e vario, che crede nella propria professione e che desidera dare spazio alla creativit&#224 e alle idee.

Antenna Media, da canto suo, &#232 stata attenta ad ogni richiesta e volont&#224 dei suoi ospiti, proiettandosi in un contesto europeo, senza particolari difficolt&#224¿.

&#169 2004 Key4biz.it

Raffaele Barberio

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