No ai farmaci, sì al sesso: le nuove strategie dei motori di ricerca

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I farmaci sono out, il sesso &#232 in. Almeno se si tratta di pubblicit&#224 sui motori di ricerca in Internet.

Yahoo, Msn e, pi&#249 recentemente, anche Google hanno deciso di imporre regole pi&#249 severe alle pubblicit&#224 dei farmaci in Rete, richiedendo ai rivenditori una specifica autorizzazione certificante la regolarit&#224 del servizio ed eliminando dalla ricerca alcune parole chiave.

Nei mesi scorsi infatti le lobby farmaceutiche Usa hanno fatto forti pressioni sui motori di ricerca affinch&#233 bloccassero le pubblicit&#224 delle farmacie prive di licenza, la maggior parte delle quali con sede all¿estero.

Il primo a fermare gli annunci delle farmacie on line &#232 stato Overture Services, che vende le inserzioni che compaiono su Yahoo e Msn, seguito appunto da Google. A quanto pare la scelta &#232 conseguenza di una segnalazione giunta da Chicago secondo la quale i motori di ricerca verrebbero sempre pi&#249 utilizzati dai minorenni per cercare punti vendita dove ottenere farmaci quali il Vicodin, un analgesico oppiaceo portato alla ribalta da Eminem che ha il termine tatuato sul braccio.

La causa della svolta dei motori di ricerca, comunque, &#232 verosimilmente da ascriversi alla decisione del Senato Usa di colpire non solo i distributori farmaceutici irregolari, ma anche di perseguire legalmente chi ne diffonde il nome, chi &#232 responsabile delle consegne e chi crea prescrizioni irregolari.

Queste legittime restrizioni ¿ che causeranno un calo del 5% circa sugli introiti pubblicitari ¿ non sono state per&#242 applicate ad un altro settore in crescita esponenziale: quello degli spot legati al sesso. Non solo, il New York Times denuncia infatti che Yahoo e AOL avrebbero addirittura deciso di cambiare le proprie policy per guadagnare di pi&#249 dalle ricerche relative alla pornografia.

Attualmente, la ricerca di un termine legato al sesso su AOL produce una pagina in cui viene riferito che potrebbero essere visualizzati siti dal contenuto ¿per soli adulti¿. La pagine d&#224 all¿utente due opzioni. La prima propone di cercare il termine usando il motore “Adult Search Fantasy Finder“, descritto come un servizio indipendente di ricerca per adulti. La seconda scelta &#232 di usare il servizio di ricerca di AOL, fornito da Google.

Entrambi i servizi, spiega il NYT, portano velocemente alle pagine pornografiche richieste, ma i risultati proposti da Google non contengono pubblicit&#224 o altro che produca profitti per AOL (Google vende infatti gli spazi legati al sesso sul suo stesso sito).

Andrew Weinstein, portavoce di AOL, ha riferito per&#242 che Adult Search Fantasy Finder ha stretto accordi con AOL per ricevere traffico dalle ricerche effettuate sul sito.

Il motore di ricerca per adulti &#232 gestito da un¿azienda del Colorado, la Bullseye9, che riceve soldi dalle aziende pornografiche perch&#233 vengano facilmente rintracciate nelle ricerche. Weinstein ha dichiarato che l¿accordo ¿rappresenta una minima percentuale delle entrate di AOL¿, ma non ha riferito ulteriori dettagli finanziari.

Un¿idea dell¿entit&#224 dell¿accordo, per&#242, la si pu&#242 ricavare dai dati di Gary Kremen, chief executive di Sex.com. Gli inserzionisti, dice Kremen, pagano in media 10 cents per ogni click sul link che porta al loro sito, per cui un motore di ricerca pornografico pu&#242 anche arrivare a pagare i due terzi dei propri profitti a compagnie come AOL.

AOL, ha subito risposto alle accuse di aver notevolmente rilassato le proprie politiche riguardo al sesso, dichiarando che l¿accordo con Bullseye9 &#232 una ¿partnership sui contenuti¿ per fornire un servizio agli utenti al posto della pubblicit&#224. Anche altri portali, infatti, offrono simili servizi: Msn ad esempio, dirotta chi ricerca un termine relativo al sesso sul motore NightSurf gestito da Webpower.

E allora perch&#233 no? Il sesso e i farmaci difficilmente reperibili, del resto, restano le due cose pi&#249 ricercate in Rete e a nulla servono le sempre pi&#249 frequenti notizie riguardo ragazzini che mettono a rischio la propria vita assumendo micidiali cocktail di farmaci reperiti su Internet o facendo conoscenza persone incontrate sul web.

Ma non solo, una nuova inquietante tendenza &#232 emersa da una ricerca appena presentata in Australia nell¿ambito di una conferenza nazionale sugli abusi ai minori:lo studio rivelato infatti che in molti casi l”esposizione alla pornografia on-line ha indotto dei minori a commettere reati sessuali contro altri bambini. Nella ricerca condotta su 101 minorenni, esaminati per «comportamento sessuale nocivo» dall”Unit&#224 di valutazione bambini a rischio dell”ospedale maggiore di Canberra, il 90% ha dichiarato che guardava regolarmente immagini sessualmente esplicite in Internet.

Il dato &#232 molto allarmante se si considera che negli anni ¿90 i bambini esaminati per comportamenti sessualmente nocivi erano in media tre all¿anno. Quest¿anno ¿ dice Cassandra Tinning, assistente sociale di Canberra ¿ saranno almeno 70.

Alessandra Talarico