Modelli e strategie per un eLearning per la valorizzazione delle risorse territoriali

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Italia



di Luigi Giacalone

Vice Presidente e Managing Director MDG
SCHLUMBERGERSEMA

 


Premessa

 

Lo scopo di questo intervento è quello di presentare gli approcci e i modelli di eLearning che si stanno rivelando più promettenti, partendo dal contesto di riferimento costituito dalle indicazioni e dalle linee guida provenienti dalla Pubblica Amministrazione e dal mercato per derivare, per l’appunto, due esempi di tipici interventi di eLearning a forte valenza sociale e che possano costituire un valido aiuto alla valorizzazione delle risorse territoriali.


l’ importanza strategica delle iniziative di eLearning deriva principalmente dal forte impatto di questo genere di progetti sulla società, in termini di:

 

 

  • contributo allo sviluppo del livello di alfabetizzazione, di istruzione o, più in generale, di conoscenza,

  • sostegno alla costante riqualificazione professionale del tessuto socio-economico del territorio, grazie all’allineamento tra le competenze professionali e le esigenze del sistema produttivo e del mercato del lavoro,

  • possibile creazione di nuovi posti di lavoro (secondo, ad esempio, quanto riportato negli studi dell’ANEE – l’Associazione Nazionale Editoria Elettronica – nel settore si possono prevedere 50.000 nuovi posti di lavoro nei prossimi tre anni, a fronte di un valore di mercato superiore ai 250 milioni di Euro nella sola Italia).

 

1. Il quadro di riferimento dalle Pubbliche Amministrazioni

 

Il quadro di riferimento strategico per le iniziative di eLearning nel mondo dell’istruzione e della formazione è quanto mai ricco, visto il grande fermento del settore e le numerose iniziative, gli altrettanti interventi, protocolli, intese e piani di azione predisposti dalla Pubblica Amministrazione. A titolo soltanto esemplificativo, ma comunque rappresentativo e qualificante, possono essere ricordati:

  • il Protocollo d’intesa fra il Ministero per l’lnnovazione e le Tecnologie (MIT) e il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca (MIUR), nel quale fra l’altro:
    – viene citato il piano eEurope 2005 che prevede come ¿obiettivi prioritari per gli Stati (¿) lo sviluppo di servizi innovativi di teledidattica per studenti e lavoratori¿;
    – viene ricordato che il MIUR ha dato indicazioni agli istituti didattici per innovare ¿la didattica delle materie scientifiche umanistiche e letterarie attraverso strumenti di eLearning¿;

  • le Linee guida del Governo per lo sviluppo della Società dell’Informazione nella legislatura (MIT):
     in cui si dice che ¿l’eLearning rappresenta oggi uno degli ambiti applicativi più interessanti nel settore della formazione, nei confronti della Pubblica Amministrazione e dei privati. (¿) L’eLearning rappresenta, per la maggior parte delle Amministrazioni, una radicale innovazione nelle modalità formative e richiede oltre all’analisi e alla definizione dei fabbisogni, la realizzazione delle piattaforme tecnologiche dedicate e significativi interventi organizzativi per il presidio e la gestione dei corsi¿;

  • il Comitato dei Ministri per la Società dell’Informazione, nei cui atti si legge che:
     l’eLearning è definito uno dei 10 obiettivi di legislatura;
    un terzo delle ore di formazione rivolte alla PA dovrà essere erogato attraverso l’eLearning; si tratta di un obiettivo sfidante, ma raggiungibile visto che, per esempio, la Schlumberger ad oggi gestisce oltre il 50% del monte ore complessivo di formazione attraverso questa modalità

  • l’Agenzia europea per l’eLearning:
    è notizia relativamente recente la candidatura ¿ da parte della Presidenza italiana dell’UE ¿ dell’Italia come sede della futura Agenzia europea per lo studio ed il raffronto delle best practices, presentata in occasione della prima conferenza E3 del settembre scorso.

l’elenco potrebbe continuare, ad esempio con le importanti iniziative del Ministero del Lavoro, ma è comunque sufficiente ad inquadrare il contesto e a testimoniare la grande attenzione della Pubblica Amministrazione nei confronti dell’eLearning.

 

 

2. Il mercato dell’eLearning

 

Vediamo – in estrema sintesi – quali sono le informazioni provenienti dal mercato.

A livello mondiale, innanzitutto, il mercato dell’eLearning valeva nel 2002 all’incirca 6 miliardi di dollari, ma con un dato importante: ben tre quarti di questo fatturato erano nel mercato statunitense, a testimonianza di un notevole ritardo europeo.

l’Europa sembra, però, avviata sulla strada di un rapido recupero. Infatti, il mercato europeo dovrebbe passare dagli 1,4 miliardi di dollari del 2002 ai 3,5 miliardi del 2004. Se le stime si riveleranno corrette, la dimensione europea dovrebbe attestarsi per quel periodo intorno a poco meno della metà di quella del mercato americano.

 

Per quanto riguarda l’Italia, i numeri confermano comunque, sebbene su scala inferiore in termini assoluti, una tendenza fortemente positiva. Si passerà dai 53 milioni di euro del 2001 e dai 108 milioni del 2002, ad un fatturato eLearning che nel 2003 si aggirerà intorno ai 250 milioni di euro. Per il 2004 è previsto un incremento del 130% circa.

Inoltre, nel nostro Paese, siamo passati dallo 0,07% della spesa complessiva per l’ICT nel 2001 allo 0,14% del 2002. Quindi l’eLearning, anche in termini relativi di raffronto con le altre tecnologie informatiche, rappresenta un settore promettente.

Lo stato di maturazione delle tecnologie sembra condurre alla considerazione che queste siano in una fase di maturazione, tale da consentire la realizzazione di sistemi di distance learning complessi.

Dove siamo oggi? Le prime sperimentazioni e le prime standardizzazioni siano riconducibili all’ambito education: attualmente nel 72% degli atenei italiani sono presenti iniziative di formazione a distanza, seppure a diversi gradi di maturità. Molto lavoro resta da fare per superare ostacoli quali diffidenza, gap culturali / generazionali, ecc., mentre diventa sempre più cruciale il problema della formazione dei formatori (necessaria a fronte, ad esempio, del diverso disegno dei contenuti e delle modalità di valutazione).

Nonostante il ruolo di avanguardia esercitato dalle Università, è per le aziende private che sono stati sviluppati i primi grandi sistemi di eLearning. Il problema diventa allora la disponibilità di contenuti scientificamente validi e di livello qualitativo elevato: sono necessari cioè forti investimenti per il coinvolgimento di centri di eccellenza e per lo sviluppo di oggetti formativi avanzati.

Nella P.A. siamo probabilmente alle soglie di un¿epoca di grandi cambiamenti, grazie alla possibilità di knowledge sharing offerta dalla formazione a distanza. È iniziato cioè il recupero sui ritardi dovuti alla lentezza di realizzazione dei processi di cambiamento e alle dimensioni delle organizzazioni coinvolte.

 

 

3. Perché l’eLearning?

 

I principali vantaggi che l’eLearning può apportare possono essere schematicamente classificati, come segue:

  • innanzitutto la flessibilità, perché l’apprendimento avviene in maniera tale da consentire al discente di adattare i precorsi didattici in funzione delle specifiche esigenze formative e può essere graduato ed integrato con le tradizionali tecniche di formazione; inoltre, i contenuti possono essere facilmente aggiornati e resi quindi sempre vivi ed attuali

  • poi la standardizzazione, in quanto il distance learning è in grado di presentare un¿offerta formativa coerente ed uniforme, a tutto il corpo discente

  • infine, la questione relativa alla possibilità di ottenere una riduzione dei costi con l’adozione della formazione a distanza, al centro di un acceso dibattito, tuttora aperto: vale la pena in questa occasione, comunque, ribadire che il risparmio dipende da numerosi fattori, ma può essere ottenuto solo al verificarsi di alcune condizioni imprescindibili, che garantiscono peraltro anche l’efficacia dell’intervento:
     sia svolto un accurato lavoro di progettazione del sistema di eLearning: l’apprendimento deve essere pensato come costruzione collettiva intersoggettiva, secondo il paradigma costruttivista, che pone il discente al centro del processo di apprendimento: ciò significa che l’apprendimento deve essere considerato un processo di acquisizione di conoscenza all’interno di un contesto sociale, frutto di una strategia che rispetta le esigenze dell’utente, al quale va proposta un¿offerta formativa in grado di coinvolgerlo e motivarlo, per assicurare un apprendimento consapevole e di lunga durata;
     venga fatta un¿attenta ed approfondita analisi dei fabbisogni formativi;
    i contenuti siano di elevato livello qualitativo (qualità didattica, tecnica, motivazionale);
     siano presenti tutte le competenze necessarie, oltre a quelle tradizionali, quali, ad esempio, la capacità di pensare i contenuti in funzione di una fruizione non-lineare, le competenze di regia multimediale per l’assemblaggio delle diverse componenti, le competenze pedagogiche ed andragogiche, ecc.
     la modalità a distanza sia presente in tutte le sue forme (sincrona, asincrona, ecc.) e venga integrata in maniera armoniosa con l’insegnamento tradizionale (secondo il modello blended).

Se diamo per soddisfatti questi prerequisiti, un raffronto rapido fra formazione tradizionale e formazione a distanza fa ipotizzare che per la formazione a distanza i costi fissi siano più elevati rispetto a quelli della formazione tradizionale, ma che, di converso, i costi variabili crescano meno rapidamente; ciò spiegherebbe il perché generalmente si ritiene che il parametro più rilavante da considerare è il numero di studenti.

 

Inoltre l’eLearning può rappresentare una leva per colmare il divario digitale fra realtà territoriali diverse:

  • sia offrendo al nostro sistema formativo un¿opportunità per riavvicinarsi ai livelli dei Paesi europei più avanti del nostro nell’utilizzo di tecnologie informatiche (e quindi non soltanto un¿occasione per i nostri studenti, ma anche ¿ soprattutto ¿ per gli insegnanti e per i dipendenti amministrativi);

  • sia per i progetti volti al contributo italiano verso i Paesi in via di sviluppo (come ad esempio le iniziative per i Paesi mediterranei):

l’eLearning può, in conclusione, dare un contributo importante come abilitatore di un processo di comunicazione a tutti i livelli del sistema della formazione, perché contribuisce a ridurre le barriere fisiche e ad aumentare la diffusione della conoscenza; in particolare la diffusione della conoscenza delle tecnologie innovative, in un circolo virtuoso di autoalimentazione.

 

Quello della formazione, tradizionale o di nuova generazione, è un tema che nel contesto macro-economico generale odierno è spesso richiamato come abilitatore e prerequisito chiave per la futura competitività dei ¿sistemi paese¿ e delle aziende.

Il capitale umano, in quella che viene definita economia della conoscenza, sembra ormai delinearsi come una componente strategica per l’acquisizione di un vantaggio competitivo duraturo e difendibile, per poter affrontare la concorrenza in un mercato, nel quale saranno le learning organisations ad avere successo, soprattutto sugli scenari internazionali.

La Knowledge Economy, le learning organizations e la necessità di colmare i gap venutisi a creare, fanno aumentare costantemente la domanda di sapere ¿nuovo¿ ed il bisogno di consolidamento di quello già acquisito. A tale domanda è auspicabile rispondere con un¿offerta valida in termini di modelli di apprendimento adeguati e calibrati sulle esigenze degli individui e delle organizzazioni. l’eLearning è una risposta a questa domanda.

 

* Intervento presso la XIV Tavola Rotonda con il Governo ¿ Business International, Roma, 7 ottobre 2003

 

 

Modelli e strategie per un eLearning per la valorizzazione delle risorse territoriali (2° parte)