Musica: le major intensificano gli accordi di fusione. Ma gli operatori temono un mercato controllato da Universal

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La major discografica EMI avrebbe ottenuto delle garanzie di credito nell¿operazione di acquisto di Warner Music (Gruppo Time Warner). Transazione in cash e azioni stimata in circa 1,7 miliardi di dollari.

Questo, quanto rivelato nell¿edizione di ieri 5 novembre il Financial Times.

¿Un consorzio di banche guidate da Citigroup, Royal Bank of Scotland, Goldman Sachs e UBS Warburg si &#232 impegnato per il finanziamento della parte cash dell¿operazione, una somma che va da 900 milioni a 1 miliardo di dollari¿, scrive il quotidiano finanziario, senza citare le fonti.

Eric Nicoli, presidente di EMI, e Jeff Bewkes, alla testa della divisione musica di Time Warner, devono incontrarsi a New York nel fine settimana, per discutere a riguardo.

La prospettiva di una fusione tra le due major &#232 evocata da diverse settimane.

La direzione di Time Warner, infatti, non fa pi&#249 mistero della propria intenzione di abbandonare il controllo della divisione della musica, non pi&#249 profittevole, anche se il CEO (Chief Executive Officer) Richard Parsons desidera conservare una quota di minoranza nell¿ipotesi di un eventuale incremento delle vendite di CD ¿ duramente private dalla pirateria.

La nascita di una nuova unit&#224 EMI-Warner potrebbe tuttavia essere minacciata sia da Sony che da BMG (Gruppo tedesco Bertelsmann), anche loro in trattative in vista di una fusione.

Secondo il New York Post di oggi 6 novembre, i due Gruppi hanno annunciato la fusione delle loro attivit&#224 musicali.

BMG e Sony Music sono in trattative dal settembre scorso per questo progetto di fusione.

Le negoziazioni guidate dal presidente di Sony Music, Andrew Lack, e da quello di BMG, Rolf Schmidt-Holtz, si sarebbero recentemente intensificate, secondo il quotidiano newyorchese, per via dei discorsi gi&#224 in atto tra gli altri due competitor Warner ed EMI.

Le due major vorrebbero prendere in contro piede Warner ed EMI, chiudendo rapidamente un accordo, anche se per la firma bisogner&#224 aspettare diversi mesi. Secondo le fonti, infatti, le due societ&#224 dovrebbero prima convincere le Autorit&#224 alla Concorrenza.

Da Bertelsmann comunque hanno preferito non rilasciare alcuna dichiarazione alla stampa.

Secondo gli analisti, &#232 poco probabile che le Autorit&#224 alla Concorrenza, sia negli Usa che nella Ue, accettino di vedere l¿insieme delle major discografiche passare in un solo colpo da quintetto a trio, trio diretto da Universal Music, filiale di Vivendi.

Diversi analisti stanno osservando l¿evoluzione del mercato discografico, che proprio in questo momento si trova in uno stato di particolare fervore.

Se da un lato le major stanno andando verso accordi di partnership e fusioni per sopperire la crisi del mercato, dovuta i gran parte alla pirateria, dall¿altro lato ci sono dei grossi movimenti e larghi interessi dietro la discussioni in atto a Bruxelles sugli emendamenti presentati da alcuni europarlamentari alle disposizioni normative in materia di propriet&#224 intellettuale.

Ad accendere le discussioni &#232 l¿intenzione del deputato Ue Janelly Fourtou (PPE) di ampliare la portata della Direttiva della Commissione Ue, fino a comprendere nell¿imposizione delle sanzioni penali anche gli utenti che commettono una violazione della propriet&#224 intellettuale inconsapevolmente.

La Direttiva presentata dalla Commissione Ue in realt&#224 prevede l¿estensione delle sanzioni solo l&#236 dove c¿&#232 l¿intenzione di piratare per uso commerciale, quindi la volont&#224 di lucrare sul furto.

Ben si comprendono gli interessi delle major, da tempo impegnate in una dura lotta alla pirateria, ma dall¿altro si comprendono anche gli interessi dei operatori Internet che temono che la nuova regolamentazione faccia solo gli interessi della major e abbia come conseguenza l¿estensione delle sanzioni penali anche alle decine di migliaia di utenti Internet che regolarmente scaricano musica dal Web e che lo fanno per uso strettamente personale.

L¿accusa degli operatori &#232 poi rafforzata dal fatto che a proporre gli emendamenti alla Direttiva Ue, sia proprio la signora Fourtou, moglie di Jean-Ren&#233 Fourtou, CEO (Chief Executive Officer) di Vivendi Universal che controlla la prima major del mondo, Universal Music. Si teme infatti che ci siano degli interessi un po¿ troppo diretti della Fourtou in materia.

Gli europarlamentari avevano tempo fino a oggi per presentare degli emendamenti alla Direttiva. La versione definitiva sar&#224 decisa il 27 novembre prossimo.

Raffaella Natale

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