Time Warner la rivincita: chiuso definitivamente il capitolo Aol

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Tabula rasa del passato. E per mostrare la propria determinazione a voltare pagina una volta per tutte, niente di meglio che un gesto simbolico.

Questa la strategia di impresa di Aol Time Warner, da un mese a questa parte.

L¿obiettivo: far dimenticare i guai causati alla societ&#224 dalla fusione con Aol (America Online). Operazione stimata in circa 160 miliardi di dollari nel gennaio 2000, conclusasi un anno pi&#249 tardi.

Il Gruppo ha cos&#236 deciso di cambiate nome.

A partire dal 16 ottobre, Aol Time Warner sar&#224 solo Time Warner.

Il ticker quindi da gioved&#236 sul floor del Nyse non sar&#224 pi&#249 Aol ma il vecchio TWX, in uso prima che American Online acquisisse Time Warner.

Cambio anche del quartier generale, che dai prossimi mesi sar&#224 trasferito nella citt&#224 di New York.

Si elimina anche il suffisso dall¿indirizzo del sito Internet che sar&#224 www.timewarner.com, mentre la vecchia divisione Time Warner si chiamer&#224 ¿Historic TW Inc.¿.

Il matrimonio tra le due societ&#224 (i cui promotori furono l¿allora presidente di Aol Steve Case e di Time Warner Gerald Levin, ndr) non sembra aver portato bene.

Il piano di fusione aveva come obiettivo quello di sfruttare il boom della Net Economy, prima che scoppiasse la bolla speculativa.

Ma le cose non sono andate secondo i piani. Attualmente Aol Time Warner sta attraversando un momento di gravi difficolt&#224 finanziarie, e sul proprio conto sono ancora aperte le indagini del Dipartimento americano di Giustizia, oltre che quella della SEC (Security Exchange Commission) per delle presunte irregolarit&#224 contabili. La divisone Internet, in particolare, &#232 accusata d¿aver gonfiato i propri conti servendosi di alcuni contratti pubblicitari per favorire la fusione con Time Warner.

Gli scandali nei quali &#232 stata trascinata Aol Time Warner, dopo quello Enron e WorldCom, hanno danneggiato l¿andamento del titolo sui mercati finanziari, che oggi ha perso due terzi del valore, subendo una perdita di 100 miliardi di dollari nel 2002.

Aol Time Warner tenta adesso la via della redenzione.

Il Gruppo ha iniziato a rimpiazzare i suoi dirigenti gi&#224 dall¿inizio del 2003.

Poco per volta, gli artefici della fusione e i sostenitori di Internet hanno dovuto cedere il posto alla vecchia guardia di Time Warner.

In primavera, Steve Case, si &#232 dimesso dai vertici del Gruppo a favore di Richard Parsons. Ex numero due di Time Warner.

Il gigante dei media vuole darsi una nuova immagine, distaccata da quella Internet, cosa che farebbe pensare a una prossima cessione della divisione, anche se al momento questo sospetto non trova conferma.

Incertezze anche intorno alla vendita della divisione Warner Music, di cui si parla ormai da tempo.

Ieri 13 ottobre, il New York Times parlava della ormai vicina cessione alla casa discografica EMI.

Time Warner starebbe cercando di chiudere l”operazione per un valore di un miliardo di dollari (850 milioni di euro) in contanti, EMI offrirebbe anche la possibilit&#224 di una partecipazione nella nuova unit&#224 del 20-25%.

Ma la situazione non cos&#236 &#232 semplice.

Secondo il quotidiano americano, il vertice di Time Warner deve superare l”ostacolo di Roger Ames, capo della divisione Warner Music che sta lavorando da mesi per la cessione della divisione al Gruppo tedesco Bertelsmann. E mentre Ames stava conducendo le trattative con i tedeschi, il vertice di Time Warner ha avviato colloqui con potenziali acquirenti senza informare il chairman di Warner Music. Tra gli interessati a Warner Music figurano il finanziere Nelson Peltz, l”ex CEO di Seagram, Edgar Bronfman.

Raffaella Natale