P2P: il cinema si prepara alla difesa. Ma la minaccia arriva dagli insider

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Nella vita dei “KaZaanauti¿ non c¿&#232 solo la musica. Anche il cinema. Secondo le stime della industria cinematografica americana, ogni giorno sarebbero scaricate tra le 500.000 e le 600.000 copie di film sulle reti peer-to-peer.

Un business illegale di centinaia di milioni di dollari che pesa sul mercato di settore.

Al momento l¿industria del cinema gode di una situazione migliore rispetto a quella della musica. Ma non &#232 detto che le cose restino per sempre cos&#236.

Il P2P &#232 per Hollywood una minaccia, la stessa che oggi agita il mercato discografico. Bisogna per&#242 non commettere gli stessi errori.

La vendita di VHS e DVD oggi rappresenta il 50% del fatturato realizzato dall¿industria dei film.

Il mercato del DVD &#232 molto pi&#249 dinamico, e da solo produce un giro d¿affari di 11,4 miliardi di dollari, stando ai dati 2003.

Si tratta, quindi, per Hollywood di non lasciarsi scappare questa opportunit&#224 nella lotta contro il P2P.

La vendita di DVD pirata sarebbe gi&#224 costata 3 miliardi di dollari nel 2002, secondo le stime di uno studio pubblicato da Business Week.

Oggi, il download di film, su KaZaa e colleghi, non ha ancora raggiunto l¿ampiezza di quello della musica, per motivi che sono essenzialmente tecnici.

Lo scaricamento di film &#232 molto pi&#249 lento (i file sono pi&#249 pesanti) e necessitano obbligatoriamente di una connessione a banda larga.

Negli Stati Uniti, solo il 27% dei terminali connessi ne sono dotati, e questo in qualche modo frena la pirateria. Un¿opportunit&#224, se cos&#236 possiamo dire, per l¿industria cinematografica, che oggi si limita a portare avanti diverse azioni coordinate dalla MPAA (Motion Picture Association of America), sperando di non arrivare alle conseguenze estreme in cui si trova la RIIA (Recording Industry Association of America).

Sul piano esclusivamente repressivo, la MPAA non prospetta di ricorrere ¿ almeno per il momento ¿ a vie legali contro gli internauti.

In termini di azioni legali, la recente storia della MPAA &#232 soprattutto stata segnata dalla perdita di un processo intentato con la RIAA contro Morpheus e Grokster.

Il giudice americano competente del caso, aveva allora dichiarato che i due software di file-sharing non violano la legge sul copyright.

Adesso l¿industria mira soprattutto a proteggere il settore dalle tecnologie che permettono di piratare i film. E¿ sono partite una serie di campagne pubblicitarie per prevenire la pirateria.

Una grande campagna di sensibilizzazione, organizzata da Warner Bros e Junior Achievement (un¿associazione no-profit il cui obiettivo &#232 di avviare i giovani alla pubblica impresa), inizier&#224 in questi mesi e riguarder&#224 36.000 classi, dalle scuole medie al college e dovrebbe coinvolgere 900.000 studenti.

Accanto alle campagne pubblicitarie, l¿industria musicale tenta anche di proteggersi ricorrendo alle tecnologie anticopia, che mirano a colpire soprattutto i professionisti.

La societ&#224 Cinea, per esempio, ha sviluppato dei sistemi di criptaggio per i video diffusi sugli aerei e negli hotel, in modo che non siano leggibili che su lettori specifici.

E ha anche messo a punto una tecnologia che permette di proteggere i film durante la loro trasmissione via satellite al cinema, o di bloccare lo scaricamento dal computer di un cinema.

Prossimamente, Cinea dovrebbe uscire con un sistema di tracciatura individuale, destinata ai DVD inviati ai giornalisti specializzati e ai legali, che devono vedere i film in anteprima assoluta.

Se una copia pirata &#232 messa online, questo sistema permetter&#224 di identificare la fonte originale.

Anche se un recente studio di AT&T Labs, ha rivelato qualcosa di sconcertante, a mettere in Rete i film sono proprio gli insiders, professionisti del settore o anche gli stessi giornalisti.

Ultima pista da seguire per l¿industria cinematografica, &#232 quella del download a pagamento, ma che al momento non produce il successo sperato.

Pertanto, contrariamente ai colleghi della musica, le major del cinema si sono riunite per creare una piattaforma comune, Movielink.

Ma n&#233 questo sito, n&#233 tanto meno il concorrente Cinemanow, hanno ancora trovato il loro pubblico.

Raffaella Natale