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Rai: Cattaneo ¿spenderemo 40-50 mln per il digitale terrestre¿

Italia



Parla dei soldi che spender&#224 la Rai per il digitale terrestre, il direttore generale Flavio Cattaneo al Prix Italia, presentando anche la nuova immagine dell¿emittente pubblica.¿La Rai spender&#224 molto di meno delle cifre che circolano per l”acquisto delle frequenze necessarie alla realizzazione del digitale terrestre, ovvero un euro per coprire il 50% della popolazione¿, sostiene Cattaneo.

¿Questo vuole dire che spenderemo 28 milioni di euro – aggiunge – per il primo multiplex, e ancora meno per il secondo, per un totale di 40-50 milioni di euro¿.

Una cifra che Cattaneo definisce ¿meno della met&#224 di quella a cui sono state vendute le frequenze terrestri di Telepi&#249¿. Il direttore generale spiega anche che ¿ci sono trattative in corso per l”acquisto delle frequenze prima con 39 emittenti nazionali, che abbiamo poi allargato a 70 regionali e poi ad ulteriori cento a carattere provinciale. Sono inoltre stati scelti due advisor che si occupano proprio del digitale terrestre¿.

Il direttore generale ribadisce che ¿questo impegno verr&#224 portato a termine e la Rai arriver&#224 all”appuntamento in tempo per la copertura del 50% della popolazione per il 31 dicembre¿. Una data stabilita dal Ddl Gasparri ancora in discussione alla Camera.

Investimento quindi prima di tutto sul prodotto con una aggiunta per l”autunno di venti milioni di euro. E” sar&#224 dalle 6,45 di domenica prossima su Raiuno che si vedr&#224 il nuovo biglietto da visita della Rai con le nuove intersigle, la nuova ””immagine di corporate identity””, che per Cattaneo &#232 ¿¿il primo passo verso la Rai che abbiamo in mente¿.

Cattaneo quindi, parla della nuova immagine che vuole dare alla Rai, con due giovani ragazze a presentare i programmi della rete, un claim che identifica il prodotto scandendo i vari momenti della giornata.

Cos&#236 Raiuno diventa ¿Prima di tutto¿, Raidue ¿Secondo me¿, e Raitre ¿Dentro la vita¿, una frase per un”idea di televisione. Il direttore generale dice di voler ¿fare tutto il possibile per rilanciare la Rai¿.

Anche se nell”oggi, spiega Cattaneo, ¿c”&#232 gi&#224 stato un incremento della pubblicit&#224 di due punti a luglio-agosto e tre a settembre¿. Mentre gli ascolti ¿danno il segno di una inversione di tendenza con il prime time di Raiuno cresciuto dell”1% e la leadership dell”intera giornata¿, spiega Cattaneo, anche se rimane la criticit&#224 nella fascia 12-15.

Raidue ha superato Italia Uno al 13,15% e Raitre &#232 vicina all”11%. Ma per Cattaneo importante &#232 ¿¿la programmazione autunnale e soprattutto il futuro che prevede la riorganizzazione aziendale, una Rai pi&#249 snella che deve rinnovarsi, stare sul mercato, sburocratizzarsi, separare funzioni aziendali di corporate da quelle del prodotto per cui serve una velocit&#224 di risposta che la Rai non ha¿.

Per questo Cattaneo annuncia che ¿tra pochi giorni ci troveremo ad approvare un nuovo piano industriale per i prossimi tre anni che punta prima di tutto sulla qualit&#224¿.

Ma al presidente Rai Lucia Annunziata manca l¿entusiasmo di Cattaneo e nel suo intervento al Prix Italia va dritta contro il Ddl Gasparri di riforma del sistema radioTv, asserendo che ¿danneggia la Rai¿, anche per il digitale terrestre a cui per&#242 si dice favorevole.

¿Io sono per il digitale – spiega – lo dice la mia storia visto che vengo da un”azienda della new economy¿. Ma il suo dubbio &#232 che questo Cda avvii ¿il processo del digitale senza un piano industriale e senza soprattutto sapere dove ci porta, quanto ci costa e quanto ci dar&#224 lo Stato¿.

Insomma, la Annunziata vuole il digitale ma anche ¿che la politica si prenda le sue responsabilit&#224 perch&#233 – spiega – alcune aziende sono andate sul lastrico, e chi si &#232 salvato come la BBC ha avuto aiuti di Stato e 400 mila lire di canone¿.

Poi, la Annunziata entra nel merito della polemica sulle nuove nomine nelle redazioni regionali, il presidente ricorda che nell”ultimo Cda ha sollevato la questione chiedendo ¿nomine ma solo in un quadro di certezze per tutti perch&#233 non si pu&#242 lavorare con logica dello spezzatino e questo vale per il digitale come per il personale¿.

E spera che ¿non si facciano nomine mentre si fa la legge perch&#233 non ci sia il sospetto tra trade off e Ddl, che ci siano voti di scambio per facilitarne l”approvazione parlamentare¿.

D¿accordo con la Annunziata il presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza, Claudio Petruccioli, che, in una nota inviata al Dg Cattaneo e alla Annunziata, esprime la necessit&#224 di bloccare ulteriori nomine in Rai, in particolare per la Tgr, prima della audizione in Vigilanza fissata per il 24 settembre.

¿Al fine di non alimentare polemiche evitabili e in omaggio ad una rispettosa trasparenza nei rapporti fra la Rai e la Commissione di Vigilanza – ha scritto Petruccioli ai vertici di Viale Mazzini – Vi chiedo di non procedere a ulteriori nomine prima della audizione convocata per mercoled&#236 24 settembre, in particolare se coinvolgono l”assetto delle Redazioni regionali¿.

Lucia Annunziata accoglie la richiesta della Vigilanza. Lo scrive la stessa presidente a Petruccioli. ¿Caro Presidente Petruccioli – si legge nella lettera di Annunziata – come sa ho gi&#224 sollevato nell”ultima riunione del Consiglio di Amministrazione (¿) la questione di un intervento sui vertici delle redazioni regionali che avrebbe un rilievo nazionale e potrebbe portare la Rai nuovamente al centro di polemiche. Accolgo dunque – scrive ancora ¿ con convinzione la Sua richiesta di attendere fino all”incontro con la Commissione da Lei presieduta¿¿.

Ma per il presidente della commissione trasporti della Camera Paolo Romani (Fi) non spetta a Petruccioli decidere delle nomine Rai. E sottolinea: ¿la richiesta di soprassedere ai cambiamenti interni &#232 assolutamente anomala (¿) e tende a dare corpo a una pretestuosa campagna politica della sinistra che nulla ha a che vedere con i normali avvicendamenti aziendali¿.

Ma, conclude, ¿c”&#232 di pi&#249 un eventuale accoglimento da parte del presidente e del direttore generale rappresenterebbe un pericoloso precedente lesivo dell”autonomia dell”azienda¿.

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