Crisi del mercato discografico, siamo proprio sicuri che la colpa sia solo dei pirati?

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Diventa sempre maggiore la preoccupazione dell”industria musicale “tradizionale” per il grosso successo ottenuto dalla musica online.
I dati sono allarmanti. Quotidianamente milioni di persone scaricano file musicali da Internet, e non si tratta solo di pirati alla ricerca di canzoni da ascoltare gratuitamente in violazione del copyright.

Secondo Jupiter Research, solo quest”anno il mercato del download musicale negli Usa sfiorer&#224 il miliardo di dollari. Poco, se si pensa che le stime per il 2008 parlano di 3,3 miliardi, circa il 26% dell”intera spesa in musica dei consumatori americani.

Ma le major discografiche non hanno saputo o voluto sfruttare l¿opportunit&#224 offerta dal Web al mercato della distribuzione musicale.

Cos&#236 anzich&#233 investire su Internet, le case discografiche hanno preferito servirsi dei mezzi legali, per punire i colpevoli del download o del file-sharing, difendendo a spada tratta la difesa del vecchio sistema di diffusione basato sulla vendita di Cd.

N&#233 tanto meno hanno avuto gran successo le iniziative promosse dalle cinque major (Warner Music, Universal, EMI, Sony e BMG) per vendere la musica online. Eccessive ¿ a parere degli utenti – le limitazioni imposte, addirittura il cliente non poteva memorizzare le canzoni (regolarmente pagate) su un Cd o in un lettore digitale.

Nel frattempo, il business della musica online a pagamento cresce. E se il servizio di download di musica a pagamento di Apple ¿ iTunes – si rivolge per ora ai soli utenti Mac (ma dai prossimi mesi estender&#224 l”offerta anche agli utenti Windows), la californiana BuyMusic ha gi&#224 lanciato negli Usa un servizio analogo (e pi&#249 economico, 79 centesimi a canzone) dedicato ai possessori di Pc con software Microsoft. Ma siamo solo agli inizi: in attesa dell”avvio del servizio di Roxio, ancheil colosso dell”e-commerce Amazon.com si prepara a lanciare un “music store” digitale, e la stessa Microsoft ha espresso interesse ad aggiungere funzionalit&#224 di download a pagamento al suo software Media Player.

Alcuni produttori discografici indipendenti ritengono che la crisi del mercato della discografia non pu&#242 essere attribuita solo alla pirateria e all¿abitudine ormai diffusa di farsi delle copie privatamente.

In realt&#224, alla base del problema ¿ ritengono i produttori ¿ c¿&#232 prima di ogni cosa ¿il modello economico¿ scelto dall¿industria di settore.

In un comunicato di ieri, l¿Unione dei produttori indipendenti francesi (UFPI) ha spiegato che ¿non si obietta che il dilagare della pirateria online e la facilit&#224 con cui oggi si possano fare delle copie digitali o il file-sharing abbiano ampiamente ridotto le vendite dei Cd¿.

Tuttavia, aggiungono, ¿¿la crisi del mercato del disco &#232 prima di tutto quella di un modello economico che le major hanno imposto dall¿arrivo del Cd, all¿inizio degli anni ¿80, che ha modificato l¿intero settore (distribuzione e media)¿.

¿La concentrazione del mercato discografico ha messo da parte non solo i produttori indipendenti, ma ha anche portato a banalizzare il Cd, trasformandolo in semplice prodotto un supporto che all¿origine aveva un non so che di magico¿, spiegano sempre i produttori indipendenti.

Denunciando anche il ricorso eccessivo alle partnership con le Tv, che portano non solo all¿appiattimento della produzione artistica, ma anche alla riduzione dei margini dei produttori.

Per gli indipendenti, ¿la politica di redditivit&#224 a breve termine condotta da 20 anni dalle grandi case discografiche, sotto la pressione dei loro azionisti e dei dirigenti, ha portato a un¿industrializzazione della produzione discografica che obbedisce ai meccanismi della concentrazione dei mezzi di produzione¿.

E¿ in questo senso che i produttori propongono ¿un intervento dei poteri pubblici per assicurare una migliore regolamentazione dell¿industria discografica¿.

Intanto continuano le iniziative delle major per risollevarsi dalla crisi del settore. L”industria musicale si sta preparando al lancio di un nuovo supporto tecnologico che combiner&#224 il Cd e il video musicale in un unico disco.

Secondo il Financial Times, Warner Music (divisione musicale di Aol Time Warner) lancer&#224 nei primi mesi del 2004 ”dual disc”, realizzato grazie alla collaborazione con la giapponese Sony. Secondo il progetto, un solo disco conterr&#224 un album musicale sul lato A e un Dvd (digital versatile disc) sul lato B. Le altre tre major ¿ rivela sempre il FT ¿ sono pronte a sostenere l¿iniziativa.