Ue: psicologi e criminologi per proteggere i minori dalla violenza sui media

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Europa



Migliorare, nelle prossime normative Ue, la protezione dei minori dalla violenza e dal sesso che dilaga in Tv, sul Web e sui videogame.

Questo l¿obiettivo del gruppo di esperti – venti specialisti di undici Paesi europei, tra cui l”Italia, e due paesi candidati – che si &#232 riunito ieri a Bruxelles coordinato dal Commissario Ue all¿Istruzione e alla Cultura, Viviane Reding.

L”incontro si &#232 articolato in tre diverse tavole rotonde, dedicate rispettivamente al livello e agli effetti della violenze nei media, all”educazione all”immagine e al ruolo della co-regolamentazione e dell”autoregolamentazione.

Un seminario i cui atti saranno utilizzati dagli uffici legislativi dell¿Unione per mettere a punto la nuova direttiva sul tema tanto discusso della Tv e minori.

Si &#232 parlato della necessit&#224 di ricorrere a tecnologie efficaci come filtri, codici di accesso, controlli di qualit&#224, ma anche l”autoregolamentazione degli editori. ¿Bisogna ottenere la cooperazione tra le autorit&#224, l”industria e le altre parti coinvolte, come i consumatori¿ ha detto il commissario Reding alla fine dell¿incontro, aggiungendo che ¿in questo campo occorre rafforzare le regole esistenti pi&#249 che crearne di nuove¿.

Per Reding l”obiettivo degli incontri, che ha visto la partecipazione di prestigiosi psicologi, sociologi e criminologi, &#232 stato quello di ottenere ¿un parere scientifico sui livelli e le forme di violenze nei media e sulle loro conseguenze per i giovani, ma anche sul ruolo della regolamentazione esterna e della autoregolamentazione nei settori interessati¿.

Gianna Marrone, docente di letteratura dell¿infanzia all¿Universit&#224 di Roma, ha dal canto suo auspicato ¿¿la nascita di pi&#249 siti per i bambini, con giochi, fiabe e racconti¿.

Il portavoce di Reding, Christophe Forax, ha margine dell¿importante appuntamento, ha dichiarato ai cronisti: ¿Si &#232 trattato di un”iniziativa che ha permesso di avere una percezione pi&#249 chiara del tema della violenza nei media in vista della comunicazione sul futuro della politica audiovisiva europea prevista per la fine dell”anno¿.

La difficolt&#224 a poter correttamente monitorare i mass media e evitare che i minori si trovino davanti a scene di violenza, &#232 da tempo all”attenzione della Commissione europea.

Gi&#224 nel 1998, la Ue ha emanato una direttiva e una raccomandazione destinate a tutelare il pubblico minorenne da trasmissioni radiotelevisive che minacciano il loro “sviluppo fisico, mentale e morale”.

Nel mirino della Commissione soprattutto i programmi a contenuto violento o pornografico e quelli contenenti incitazioni all”odio per motivi di razza, sesso, religione o nazionalit&#224.

I provvedimenti del 1998 hanno prodotto i loro effetti positivi. In tutta Europa le trasmissioni non adatte ai minori sono state vietate o sottoposte a limitazioni molto rigide, come le cos&#236 dette “fasce orarie protette” o gli espedienti tecnici che limitano l”accesso a determinati programmi.

Le numerose campagne di informazione hanno poi fatto il resto, sensibilizzando il pubblico nei confronti del problema, spingendolo ad essere pi&#249 vigile nella scelta dei contenuti della radio, della televisione e dei nuovi media.

Ma il progresso tecnologico risolleva il problema. Da qui la necessit&#224 di adeguarsi e ricorrere a nuove soluzioni.