Telefonia mobile: l¿Europa occidentale segna il passo

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Il mercato europeo della telefonia mobile segna il passo, facendo registrare nel secondo trimestre un declino del 2,4% su base annua. Sia le sostituzioni che i nuovi abbonamenti, infatti, sono stati inferiori al previsto nonostante i tagli alle tariffe e le aggressive campagne di marketing dei maggiori operatori. Lo rende noto IDC, nel cui ultimo rapporto si evidenzia come la saturazione del mercato della telefonia mobile in Europa occidentale &#232 indice che le nuove tecnologie non stanno stimolando gli utenti alla sostituzione dei loro vecchi apparecchi, n&#233 attirando nuovi abbonati.

Il rallentamento in Europa occidentale arriva in un momento di crescita per il settore globale: secondo IDC, infatti, entro il 2004 nel mondo saranno venduti 500 milioni di cellulari grazie alla crescente domanda di modelli con foto camera integrata.

Per quanto riguarda le performance degli operatori, Nokia resta leader del mercato e continua a guadagnare terreno sui diretti concorrenti: Motorola, Siemens e Sony Ericsson.

Il successo di Nokia, dicono gli analisti, &#232 dovuto ad un mix di fattori tra cuii prezzi vantaggiosi e un marketing mirato.

Siemens, invece, ha registrato un calo delle consegne pari al 3,3%, ma mantiene la seconda posizione sul mercato grazie ad apparecchi innovativi come il modello basato sul software Symbian e lo Xelibr&#236.

Sony Ericsson aspetta ancora di raccogliere i frutti del lancio dei nuovi modelli che dovrebbero avere un forte impatto sulle vendite del secondo semestre.

Il volume di consegne dei nuovi apparecchi 3G &#232 rimasto relativamente basso durante il secondo trimestre 2003, incidendo soltanto per l¿1% del totale degli apparecchi destinati al mercato dell¿Europa occidentale. ¿La crescita delle consegne dovrebbe essere guidata dai telefonini di prossima generazione che i consumatori, desiderosi di nuove applicazioni, includeranno nei loro piani di acquisto non appena verranno rassicurati sugli effettivi benefici dei servizi¿, conclude il ricercatore di IDC Matthew Dunn.

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