Lo skill shortage nell¿ICT

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La mancanza di competenze ICT presso le aziende utenti si traduce principalmente in una perdita di competitivit&#224 presso i clienti finali per il ritardo o la mancata realizzazione di un progetto ICT.

Dal Rapporto 2002 redatto da Federcomin, Anasin e Assinform per l¿occupazione e la formazione, si evidenzia una percentuale non trascurabile di aziende che affermano di incontrare problemi legati all¿inadeguatezza ¿ dal punto di vista della formazione – delle proprie risorse. Il fenomeno si registra nella met&#224 delle aziende utenti (54.5%), diminuisce presso le aziende che fondano sull¿ICT il proprio business e che quindi devono costantemente monitorare il livello di competenze delle proprie risorse. Il 45% delle Net Companies ha riscontrato dei problemi, mentre la percentuale si abbassa al 44.4% per i fornitori.

Per le Net Companies, la mancanza di competenze ICT adeguate si riflette in maniera immediata sul livello di servizio erogato e comporta quindi una perdita di immagine e competitivit&#224 a vantaggio dei concorrenti.

Per i fornitori invece le criticit&#224 sulle risorse si traducono, nella maggior parte dei casi, nell¿impossibilit&#224 di realizzare un progetto e quindi nella perdita di business, poi in perdita di immagine legata a una minore competitivit&#224 e mancato time to market.

Il Rapporto 2002 analizza quindi il fenomeno che va sotto il nome di ¿skill shortage¿. Dal punto di vista quantitativo, se si considera la differenza tra il numero di risorse effettivamente impiegate nel 2002 e quelle che sarebbero auspicate come necessarie dalle aziende fornitrici, i valori percentuali che misurano lo shortage delle figure professionali nelle diverse aree aziendali sono pari a poco meno del 7% per Consulenza, Pianificazione e Progettazione, per arrivare fino allo 0,5% per le aree di Customer Care.

L¿analisi svolta evidenzia, in generale, che nel corso del 2002 il reperimento delle figure professionali ICT &#232 stato avvertito con minore criticit&#224 e si focalizza verso quelle figure ritenute veramente strategiche per l¿azienda. Questo &#232 soprattutto vero per gli utenti, meno per i fornitori..

Nelle aziende tradizionali, le difficolt&#224 di reperimento riguardano principalmente l¿area Consulenza, Pianificazione e Progettazione e quella Sviluppo, Implementazione e Gestione. Le principali problematiche sono legate alla difficolt&#224 di trovare figure con una specializzazione e un¿esperienza adeguata per quanto riguarda la prima area, mentre per la seconda gli accordi economici rappresentano l¿ostacolo principale, probabilmente per la maggiore difficolt&#224 di reperimento di risorse con competenze adeguate nello sviluppo su piattaforme tradizionali.

Le Net Companies presentano problematiche meno forti nel reperimento delle figure professionali. Le risorse con esperienza in area Sviluppo, Implementazione e Gestione, ma anche quelle per attivit&#224 di Consulenza, Pianificazione e Progettazione, sono le pi&#249 difficili da reperire, sebbene non rappresentino una reale criticit&#224. Presso le aziende legate a Internet &#232 ancora in parte sentito il problema del turn over delle risorse: la vera difficolt&#224 non &#232 infatti il reperimento della figura professionale, quanto il riuscire a trattenerla quando veramente valida. Va inoltre sottolineato come, rispetto agli anni precedenti, gli accordi di tipo economico non rappresentino pi&#249 un ostacolo al reperimento, segno anche questo di un ritorno alla normalit&#224 dopo il forte sviluppo del 2000.

Per i fornitori &#232 mediamente pi&#249 difficile, e urgente, reperire risorse. Se per un utente, infatti, la mancanza di una risorsa adeguata si risolve con il ricorso all¿esterno ¿ come si fa, in generale, comunque, per progetti complessi – per i fornitori la mancanza di risorse ¿skillate¿ significa una perdita immediata di competitivit&#224 rispetto al mercato.

Il reperimento delle figure professionali

Alla carenza di competenze ICT le diverse aziende rispondono attraverso il reperimento di nuove professionalit&#224 all¿esterno, ma anche all¿interno della propria struttura.

Le aziende utenti tendono a non appesantire troppo la struttura preposta alla gestione dell¿ICT perch&#233, oltre all¿investimento iniziale, questo comporta anche la necessit&#224 di sostenere un investimento costante per l¿aggiornamento delle competenze. La modalit&#224 di reperimento pi&#249 diffusa, quindi, sia presso gli utenti che presso le Net Companies, &#232 il ricorso a fornitori esterni per la gestione di picchi di attivit&#224 o per nuovi progetti; per le aziende che fanno parte di un gruppo spesso il ricorso all¿esterno coincide con la possibilit&#224 di utilizzare risorse facenti parte della struttura centrale.

Oltre la met&#224 delle Net Companies e circa il 62% delle aziende tradizionali ricorre a questa modalit&#224 per il reperimento delle figure professionali. Per quanto riguarda le aziende tradizionali, il ricorso ad altre aziende del gruppo aumenta considerevolmente tra il 2000 e il 2001, mantenendosi costante nel 2002, per effetto di una maggiore esigenza di razionalizzare la struttura ICT interna.

Circa un terzo delle figure professionali acquisite dalle Net Companies vengono assunte; &#232 importante tuttavia sottolineare che si prediligono risorse gi&#224 formate, per ridurre l¿investimento di formazione iniziale e disporre di una risorsa immediatamente produttiva. Per le aziende tradizionali il ricorso all¿assunzione riguarda un numero inferiore di risorse (circa il 26%), e l¿utilizzo di personale gi&#224 formato &#232 leggermente pi&#249 frequente rispetto all¿assunzione di personale da formare internamente.

Va sottolineato il diverso comportamento delle Net Companies nei confronti della riallocazione delle risorse interne: molto bassa nel 2000, in quanto la maggior parte delle aziende, nate proprio in quell¿anno, era impegnata nell¿ampliamento della propria struttura; decisamente alta nel 2001 (quasi il 20% del totale delle risorse), quando le aziende hanno dovuto far fronte alla contrazione del mercato riducendo il ricorso all¿esterno per razionalizzare la struttura interna attraverso riconversione del personale; questa modalit&#224 &#232 successivamente prevista ritornare a livelli pi&#249 bassi nel 2002, a fronte di un consolidamento della struttura.

I fornitori presentano strategie significativamente differenti rispetto agli utenti.

La riconversione di personale interno &#232 la modalit&#224 pi&#249 frequente per il reperimento di nuove professionalit&#224 (circa il 45% sul totale delle modalit&#224 di reperimento) ed &#232 diventata maggiormente utilizzata quando la contrazione del mercato ha costretto le aziende a concentrare le proprie strategie interne verso la razionalizzazione, piuttosto che verso l¿espansione. Tuttavia, il ricorso all¿assunzione di nuovo personale &#232 ancora una modalit&#224 molto frequente (circa il 50%), sebbene si prediligano risorse gi&#224 formate (oltre la met&#224 delle figure professionali assunte), per abbattere i costi di sviluppo delle competenze.

E¿ invece in progressiva riduzione il ricorso a partner e subfornitori: sempre pi&#249, infatti, l¿azienda preferisce mantenere un rapporto diretto con il cliente perch&#233 garanzia di migliore servizio (e quindi maggiore fidelizzazione) o perch&#233 spesso richiesto esplicitamente dal cliente stesso. Si preferisce ricorrere a strutture esterne, in genere, solo per gestire forti picchi di attivit&#224.

L¿assunzione di nuove risorse comporta un onere che l¿azienda spesso non riesce a sostenere in totale autonomia, sia perch&#233 richiede tempo e risorse che l¿azienda non possiede, sia perch&#233 spesso necessita di competenze per valutare la qualit&#224 della risorsa che si intende acquisire. E¿ quest¿ultimo elemento, in particolare, a caratterizzare le maggiori differenze nell¿uso dei canali di reperimento delle risorse ICT dall¿esterno tra le aziende utenti e quelle fornitrici.

La combinazione degli skill

Oggi un sempre maggior numero di risorse professionali con competenze non ICT &#232 chiamato a collaborare e partecipare attivamente a progetti ICT che interessano diverse aree dell¿azienda. Questo si traduce in un incremento delle competenze ICT di figure professionali diverse da quelle tecnologiche, che in alcuni casi rappresentano i promotori e i gestori di progetti ICT. Ci&#242 pu&#242 dare luogo a nuovi profili in cui gli skill tipicamente ¿business¿ si combinano con skill tecnologici e porta alla quantificazione di 1.689.000 addetti con competenze ICT.

Un¿altra prova dell¿impatto dell¿ICT nell¿arricchimento delle competenze di figure professionali non ICT &#232 data dalla crescente capacit&#224 di altre figure professionali di utilizzare gli strumenti IT a disposizione all¿interno dell¿azienda, in modo autonomo e non meccanico.

Allo scopo, tutte le categorie professionali sono state suddivise in tre macro classi:

– Power Users (utilizzano le tecnologie sfruttandone ampliamente le potenzialit&#224),

– Generic Users (impiegano le tecnologie in modo pi&#249 ripetitivo rispetto ai primi, e limitato ai soli strumenti messi a disposizione della loro specifica area di attivit&#224),

– No Users (non fanno alcun uso delle tecnologie e delle soluzioni IT).

Sulla base del numero delle forze lavoro presenti nel 2001 in Italia, considerando le risultanze emerse dall¿indagine presso le aziende utenti e le Net Companies, si possono trarre delle stime del numero di utilizzatori Se si considera il numero complessivo dei lavoratori dei diversi settori Istat (ad esclusione dei dipendenti del settore Agricoltura e dei dipendenti ICT propriamente detti presso i fornitori ICT), pari a 14.600.000, nel 2001 si stima un numero di Power user pari a circa 3.900.000 unità, ovvero il 26,7% della forza lavoro presa come riferimento, mentre i Generic user risultano circa 6.700.000 (pari al 45,9% della forza lavoro di riferimento). I restanti 4.000.000 sono costituiti dai cosiddetti No user.