Codice delle comunicazioni elettroniche e media: obblighi e linee di sviluppo

di Raffaella Natale |

Italia


Su proposta dei Ministro della Comunicazioni, Maurizio Gasparri, e per le Politiche Comunitarie, Rocco Buttiglione, è stato approvato un decreto legislativo per l’approvazione del Codice delle comunicazioni elettroniche, che riunisce i due testi preliminarmente approvati dal Governo nei mesi scorsi. Si tratta di un intervento legislativo di particolare rilevanza, che sostituisce il codice postale, di banco-posta e telecomunicazioni del 1973.

Il nuovo codice della comunicazione elettronica, ha sottolineato il ministro Gasparri nel corso della conferenza stampa, ¿raccoglie tutte le norme più moderne e aperte al mercato e recepisce le quattro direttive europee in materia di comunicazione elettronica, che andavano recepite entro il mese di luglio. Queste aprono alla concorrenza, a regole moderne e avanzate, come la compravendita delle frequenze e una maggiore liberalizzazione. Abbiamo fatto un lavoro storico¿, ha aggiunto il ministro ricordando che ¿il precedente codice risaliva a trent’anni fa. Trent’anni in questo settore – ha detto – sono come alcuni secoli¿.

 

Il testo, ha aggiunto, ¿consentirà, nel suo complesso e voluminosità, agli operatori di trovare tutto ciò che è necessario a regolamentare in termini moderni il settore¿ in una ‘unica normativa’.

Quando il codice delle comunicazioni elettroniche varato ieri, ha inoltre detto il ministro, ¿sarà affiancato, nei prossimi mesi, dalla nuova legge sul sistema radiotelevisivo, potremo dire che il ministero delle Comunicazioni avrà fatto uno sforzo storico di modernizzazione del Paese. Ma già questo codice è un segnale che ci fa marciare – ha concluso – verso l’Europa, verso la modernità, verso l’apertura a servizi sempre più innovativi, come la larga banda che deve essere sempre più diffusa per garantire servizi avanzati a tutti i cittadini¿.

 

Modernizzazione del settore delle comunicazioni, quindi, in linea con le direttive dell’Unione europea in materia, a ben trent’anni di distanza dall’ultima disciplina generale.

Con il via libera al nuovo codice che è arrivato esattamente entro il mese di luglio, a distanza di soli sette giorni dal termine assegnato da Bruxelles, l’Italia giunge fra i primi paesi dell’Unione al traguardo del recepimento delle direttive europee.

Il Codice è composto da 221 articoli e sviluppato in sei titoli: disposizioni generali; disciplina per le reti e servizi di comunicazione elettronica ad uso pubblico; disciplina per le reti e servizi di comunicazione elettronica ad uso privato; norme per la tutela degli impianti sottomarini di comunicazione elettronica; disciplina dei servizi radioelettrici; norme finali e abrogative.

 

Per quel che riguarda la parte relativa ai media di competenza del ministero delle Comunicazioni, sono stati fissati degli obiettivi per quel che riguarda lo spettro radioelettrico e il digitale terrestre.

Fino ad ora la gestione dello spettro radioelettrico non era stata oggetto di interventi Ue se non per aspetti marginali, mentre con l’approvazione della Decisione sullo spettro sono stati istituiti due organismi: il Comitato per lo spettro radio e il Gruppo per la politica dello spettro, i quali intendono agire in maniera più incisiva, in ausilio alla CEPT (Conferenza europea delle poste e delle telecomunicazioni), nella definizione della politica della gestione delle risorse radio tra gli Stati membri della Comunità.

Nel comunicato del ministero delle comunicazioni, si legge più dettagliatamente che, ¿nel mese di giugno si terrà a Ginevra la Conferenza Mondiale delle Radiocomunicazioni, che, con cadenza triennale, provvede ad apportare al Regolamento internazionale delle radiocomunicazioni le modifiche rese necessarie dall’evoluzione della tecnologia e dall’esigenza di rendere sempre più efficiente l’uso di una risorsa limitata quale è lo spettro radioelettrico¿.

 

Al fine di valutare l’esito dell’azione comune svolta dai paesi Ue durante la conferenza, ci si adopererà affinché la Commissione, dopo la Conferenza mondiale delle comunicazioni di Ginevra, presenti una sintesi dei risultati ottenuti, che potrebbero assumere la forma di una Risoluzione sugli esiti della conferenza stessa, da presentarsi al Consiglio di dicembre.

Ci si preparerà, infine, all’adozione di decisione/raccomandazione sul digital switchover per la Tv digitale.

l’obiettivo è di definire tempi e modalità comuni per il passaggio alla Tv digitale.

l’Italia, inoltre, nel semestre di presidenza della Ue, si impegna a soddisfare le richieste di revisione della direttiva sulla Televisione senza frontiere (TVSF), in modo da tener conto degli sviluppi tecnologici e dell’evoluzione del mercato.

Interventi sono previsti anche nel merito del più generale settore dell’audiovisivo.

E¿ in programma l’organizzazione di un incontro informale dei Ministri del settore audiovisivo a Siracusa, nel corso del quale, in particolare, si intende discutere dei seguenti temi:

  • Sviluppo tecnologico del settore audiovisivo e relative incidenze  sul processo di revisione della direttiva TVSF;
  • Pubblicità televisiva: evoluzione delle forme pubblicitarie e incidenza sul processo di revisione della direttiva TVSF;
  • Protezione dei minori. Posizioni comunitarie sul tema, al fine dell’adozione, nel corso del terzo trimestre 2003, di un nuovo rapporto di valutazione sulla protezione dei minori e della dignità umana;
  • Programma MEDIA PLUS. Programma di incoraggiamento allo sviluppo, alla distribuzione e alla promozione delle opere audiovisive europee.

Inoltre l’Italia ¿ si legge ancora nel comunicato – è favorevole all’estensione del programma MEDIA, proposto dalla Commissione quale strumento per promuovere lo sviluppo del settore audiovisivo anche nel nuovo sistema digitale.

Il passaggio al digitale terrestre diventa un¿importante occasione per allargare l’offerta di canali mediante un utilizzo molto più efficace dello spettro assegnato alla diffusione televisiva.

La rete digitale terrestre, inoltre, è complementare e interoperabile con le altre reti di comunicazione fissa e mobile. l’interoperabilità tra le diverse piattaforme aumentando l’efficienza del sistema comunicativo e i canali a disposizione dei fornitori di contenuti, aumenta conseguenza la possibilità di scelta degli utenti.

l’interoperabilità delle reti può anche essere fattore di innovazione per la produzione stessa dei programmi. Basta pensare alle potenzialità degli MMS abbinati alle trasmissioni broadcasting in diretta, alle inedite possibilità di profilatura dell’audience,  alla evoluzione della pubblicità.

La transizione al digitale apporta anche altri importanti benefici, legati alla natura digitale del segnale trasmesso:  

 

  • possibilità di regolare la qualità audio-video dei singoli canali televisivi in base ad obbiettivi di qualità e di costo della capacità trasmissiva da dedicare a ciascun canale;
  • riduzione dell’inquinamento elettromagnetico, dovuta all’impiego di un minor numero di ripetitori a parità di canali televisivi e all’utilizzo di minori potenze di trasmissione, anche dimezzate rispetto al caso analogico;
  • multimedialità, ovvero la possibilità di aggiungere ai flussi standard di un programma televisivo (video, audio, televideo), ulteriori componenti (menù, audio alternativo, videoclip, finestre grafiche, testi in sovraimpressione, animazioni, programmi dati) tutte funzioni gestibili dall’utente tramite il telecomando;
  • interattività, ovvero la possibilità per l’utente di inviare, mediante il Set Top Box pilotato dal telecomando, richieste e propri dati in rete, attraverso un collegamento dedicato, canale di ritorno o più propriamente canale interattivo (linea telefonica fissa, ADSL, GSM/GPRS, UMTS) e di ricevere, su tale canale, informazioni personalizzate ed eventualmente riservate.

 

l’interattività appare, di gran lunga, l’innovazione di maggior impatto apportata dalla televisione digitale. Grazie ad essa, il digitale rappresenta il momento di convergenza tra la televisione, l’informatica e le telecomunicazioni.

In Italia la televisione analogica terrestre ha un altissimo tasso di penetrazione, raggiungendo il 98% delle famiglie e rappresenta, con il suo mercato pubblicitario, una componente importantissima per l’economia nazionale.

Per contro, il programma eEurope, volto a coinvolgere tutti nella società dell’informazione, trova un grosso ostacolo nel basso tasso di penetrazione del Pc, e lascia intravedere la potenziale esclusione di larghe fasce di popolazione. Sostituendo alla televisione analogica quella digitale terrestre interattiva, il televisore può dunque configurarsi come un terminale universale per l’accesso alla società dell’informazione e permettere di superare questa barriera.

I maggiori operatori del settore, sia come società di radiodiffusione televisiva, sia come produttori di apparati di rete e apparati di utente, hanno partecipato all’ideazione e allo sviluppo delle tecnologie di televisione digitale, in sede internazionale ed europea e hanno tuttora una posizione di leadership nel mercato.

 

l’Italia è stato il primo Paese a porsi come obbiettivo il completamento della transizione al digitale entro il 31 dicembre 2006, con il Ddl a firma del ministro Gasparri.

Nessun altro Paese ha una data così prossima, almeno per la conversione del sistema a livello nazionale.

Negli altri Paesi si è allo stadio della semplice pianificazione, oppure delle trasmissioni sperimentali o del ripensamento successivo a fallite esperienze di lancio commerciale.

Solo la Gran Bretagna può al momento vantare un¿utenza di circa 1.400.000 famiglie dotate di set top box terrestre.

Per quanto riguarda l’Italia, bisognerà aspettare adesso che il testo di riforma del sistema radioTv termini il suo iter legislativo.

Il Ddl, dopo l’approvazione al Senato il 22 luglio, tornerà nuovamente alla Camera il 17 settembre. Per il ministro Gasparri il testo di riforma del sistema radio televisivo è ottimo e confida che venga approvato entro settembre – ottobre di quest’anno.

“Credo che la discussione sia stata abbastanza approfondita fino a questo momento. Ho sempre detto di sperare che il Ddl venga approvato entro l’anno; settembre, ottobre sono largamente prima della fine dell’anno“, ha detto Gasparri al termine del Consiglio dei Ministri, sottolineando che ci sono tutti gli elementi per arrivare a un voto definitivo.

 

 

 

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