Iva ridotta: Bruxelles esclude Cd e Dvd dall¿elenco. Rimangono i servizi audiovisivi

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Europa



Superato il primo ostacolo. Mercoled&#236 16 luglio la Commissione europea ha adottato una nuova lista di prodotti e servizi che potranno godere di un¿aliquota Iva ridotta.

La lista comprende la ristorazione, come aveva fortemente chiesto la Francia.

E¿ da pi&#249 di un anno ¿ come aveva promesse durante la sua campagna elettorale Jacques Chirac ¿ che il governo francese chiede a Bruxelles un ribasso del tasso di Iva applicabile al settore.

Vengono, invece, eliminati dalla lista ad aliquota ridotta i prodotti di calzatura e abbigliamento per bambini che, ad oggi, possono contare su Iva zero in Gran Bretagna e Irlanda e al 5% in Lussemburgo.

I Cd e i Dvd restano fuori dall”elenco, nonostante le forti richieste dell”industria discografica, la aliquota rimarr&#224 invariata al 19,6%. Vengono, invece, inclusi i servizi audiovisivi. A oggi, la Tv a pagamento &#232 sottoposta a un¿Iva del 5% mentre il canone beneficia di un tasso ridotto del 2,2%. Per un momento si era palesato il rischio che le Tv europee dovessero essere comprese nel nuovo regime fiscale e versare un¿Iva del 20%, cosa che avrebbe rischiato di mettere pericolo il loro equilibrio economico e generare perdite considerevoli.

E se per l¿Italia il problema ancora non si pone, non essendo stato emanato il decreto legislativo previsto dalla legge-delega n.14 del 2003; Per gli altri Stati le cose si sarebbero messe male. Secondo le prime stime, per esempio, la Pay TV francese CanalPlus avrebbe potuto veder ridurre le proprie entrate fino a 170 milioni di euro.

Una vera e propria catastrofe, che avrebbe potuto travolger&#224 le Tv a pagamento. Peggio ancora si sarebbero messe le cose per le emittenti pubbliche, la maggior parte delle quali hanno gi&#224 grossi buchi nei propri bilanci. Perdite di circa 360 milioni di euro avrebbero potuto riguardare la Tv pubblica francese, come anche quella britannica e tedesca.

Molti Stati avevano espresso il proprio dissenso. E per giustificare la loro posizione, avevano fatto presente che in un prossimo futuro la Tv sar&#224 diffusa via Internet, e questo sistema non prevede nessuna forma di agevolazione per il versamento dell¿Iva. Si tratta di allineare tutti i modi di diffusione allo stesso regime fiscale.

I poteri pubblici, soprattutto quello francese, avevano fatto presente che sicuramente le nuove disposizioni faranno da ostacolo ai primi esperimenti di Tv via Adsl.

Entrano invece nella lista a regime agevolato i servizi a domicilio, in particolare a favore degli anziani e degli handicappati. Bruxelles propone anche di non riproporre la deroga di cui hanno beneficiato per tre anni alcuni servizi ad alta intensit&#224 di lavoro. E di trasformare da transitoria a permanente la facolt&#224 di ridurre l”Iva sulle piante e i prodotti per la floricoltura.

La proposta sar&#224 sottoposta al Consiglio informale dell”Ecofin del 12 e 13 settembre prossimo, a Stresa.

Trattandosi di un argomento fiscale, perch&#233 venga approvata, la direttiva ha bisogno di un voto unanime del Consiglio dei ministri dei Quindici. Un”ipotesi che appare gi&#224 oggi improbabile: Gran Bretagna e Irlanda hanno gi&#224 annunciato battaglia e detto che porranno il loro veto.

L¿Iva &#232 la principale fonte di entrate fiscali degli Stati, e molti di questi, primo fra tutti la Germania ¿ con grossi problemi di bilancio – potrebbero fare una dura opposizione alla riduzione dell¿Iva nella ristorazione.

Il Commissario Ue Frits Bolkestein – responsabile del mercato interno e della fiscalit&#224 ¿ ha scelto di privilegiare la ¿coerenza¿ e la ¿logica economica¿ piuttosto che soddisfare le esigenze dei Paesi membri.

Secondo alcune indiscrezioni sarebbero stati quattro a votare contro la disposizione: il britannico Neil Kinnock, l¿irlandese David Byrne, la lussemburghese Viviane Reding e il portoghese Antonio Vitorino.

La battaglia si trasferir&#224 adesso al Consiglio dei ministri dei Paesi membri, e sicuramente la questione Iva si risolverà tanto facilmente.