La Ue in prima linea contro lo spamming. Liikanen propone le guidelines

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Europa



L¿Unione europea ha deciso di prendere una serie di iniziative per arginare il diffuso, quanto fastidioso, fenomeno dello spamming. Un numero sempre maggiore di eMail commerciali non sollecitate invadono quotidianamente i box di posta di milioni di internauti. Diversi Stati sono gi&#224 intervenuti nel merito della questione, e hanno intrapreso battaglie legali contro i responsabili, i cosiddetti spammer. Anche alcuni tra gli Isp pi&#249 importanti, come Aol, Microsoft e Yahoo, sono scesi in campo per promuovere campagne contro lo spam.

Domani, Erkki Liikanen, il Commissario Ue alla Societ&#224 dell”informazione, proporr&#224 agli Stati membri un giro di vite contro questa pratica, presentando una serie guidelines per coordinare e migliorare la lotta contro il fenomeno a livello europeo.

Da Bruxelles arrivano alcuni dati inquietanti, tra breve circa la met&#224 dei messaggi di posta elettronica ricevuti dagli utenti, saranno mail spazzatura (junk mail), che sollecitano la vendita di servizi o prodotti, e la maggior parte di essi ha un contenuto o un collegamento con la pornografia.

La commissione Ue definisce la situazione allarmante, necessario, quindi, un intervento immediato che metta fine ad un fenomeno che colpisce indistintamente tutti gli internauti e che rischia di ridurre la fiducia degli utenti, distogliendo le persone dall”uso della posta elettronica.

Liikanen presenter&#224 un piano per definire le azioni da intraprendere a livello comunitario e far&#224 il punto della situazione nell”Ue a pochi mesi dall”entrata in vigore della direttiva che contiene misure anti-spamming.

La normativa europea – che sar&#224 effettiva a partire dal prossimo 31 ottobre – introduce l”obbligo per i Quindici di ¿adottare misure appropriate per garantire che i messaggi non sollecitati a scopo di commercializzazione diretta non siano permessi se manca il consenso degli abbonati¿ e ne vieta l”invio ¿camuffando o celando l”identit&#224 del mittente¿.

L”iniziativa di Liikanen arriva al momento giusto perch&#233 ¿le misure legislative sono a buon punto ma da sole non bastano, dato che bisogna anche individuare cosa si pu&#242 fare per applicarle concretamente¿, secondo quanto riferiscono fonti comunitarie.

Liikanen invita gli Stati membri ad adottare in tempi rapidi la legislazione europea gi&#224 varata e ad attivarsi sotto il profilo del controllo e della prevenzione, rafforzando allo stesso tempo la cooperazione a livello europeo per combattere un fenomeno che &#232 di per s&#233 difficilmente gestibile al solo livello nazionale.

Secondo gli ultimi studi realizzati per conto della Commissione europea, relativi agli inizi del 2002, i costi dello spamming – legati soprattutto ai tempi di connessione aggiuntivi necessari per liberarsene – ammontano a livello mondiale ad oltre 10 miliardi di euro l”anno. La diffusione delle nuove tecnologie di comunicazione cellulare potrebbe far balzare le statistiche verso l”alto, aprendo allo spam il nuovo mercato dei cellulari capaci di collegarsi ad Internet.

Intanto negli Usa, i parlamentari fanno sapere che intendono presentare proposte per inasprire il disegno di legge contro lo spam.

Lo hanno riferito ieri membri delle commissioni commercio e energia della Camera dei rappresentanti Usa.

I parlamentari hanno spiegato che intendono trovare una mediazione tra due bozze anti-spam rivali, rendendo pi&#249 dure le sanzioni civili e penali per gli spammer pi&#249 sgraditi, gi&#224 previste dal disegno di legge.

Una delle bozze &#232 stata proposta da due presidenti di commissione repubblicani, prevede che gli operatori di mercato via Internet rivelino i loro indirizzi online e geografici ma soprattutto che onorino le richieste dei loro utenti di essere rimossi dalle mailing list.

I trasgressori rischieranno fino a un milione e mezzo di dollari di multa e due anni di carcere.

Tuttavia decine di parlamentari hanno preferito sostenere una bozza di legge rivale adducendo che quella dei due esponenti repubblicani contiene una serie di vuoti normativi che renderanno il problema ancor peggiore.

Secondo un parlamentare la prima bozza “creer&#224 una nuova categoria di spam legalizzato”.

La bozza rivale d&#224 una definizione pi&#249 ampia del fenomeno spam, propone misure pi&#249 severe sulla pornografia e assicura maggiori poteri ai procuratori di Stato Usa.

Alcuni esponenti di spicco dei repubblicani hanno allora fatto sapere che stanno cercando un compromesso tra le due bozze che peraltro conterrebbero più punti in comune che differenze.