Telefonica: crisi senza precedenti

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Europa



Il gigante spagnolo delle telecomunicazioni Telefonica ha varato un piano di ristrutturazione che prevede il taglio di 15.000 posti di lavoro in cinque anni. Il numero di licenziamenti, senza precedenti in Spagna, equivale al 37% del totale dei dipendenti nel comparto della telefonia fissa.

Il piano sociale, parecchio pi&#249 severo di quanto immaginato dagli addetti ai lavori, &#232 stato presentato luned&#236 alle rappresentanze sindacali e alle autorit&#224 di Borsa. Le negoziazioni sul piano, la cui applicazione coster&#224 al gruppo pi&#249 di 3,5 miliardi di euro, sono cominciate e si prevede continueranno per almeno un mese.

In un comunicato Telefonica spiega che la misura ¿&#232 necessaria per garantire la competitivit&#224 della compagnia nel nuovo scenario del mercato delle telecomunicazioni¿ che ha gi&#224 costretto molti grandi gruppi ad annunciare tagli altrettanto drastici. Il piano di riduzione degli effettivi &#232 comunque considerato una tappa supplementare nell¿assestamento del gruppo che impiega 157.000 persone in tutto il mondo.

Il presidente di Telefonica, Julio Linares, ha spiegato che i motivi che hanno portato a questa decisione sono tre: l¿evoluzione tecnologica che si &#232 tradotta con un ridotto fabbisogno di manodopera. La crisi generale della telefonia fissa a vantaggio di quella mobile ¿ due milioni di utenti non utilizzano pi&#249 le linee fisse – e infine, il terzo motivo. Le norme sulle telecomunicazioni adottate in Spagna dal 1998 avrebbero favorito la concorrenza (Anua, Jazztel et Uni2) facendo perdere all¿operatore storico il 21% del mercato.

Telefonica, privatizzata dal 1997, giudica ¿ingiusto¿ che i regolatori costringano il gruppo ad assumersi il costo delle infrastrutture della telefonia fissa in tutto il paese e gli impediscano, allo stesso tempo, di cercare di recuperare i clienti perduti.

Nel 2002, Telefonica ha fatto registrare perdite record per 5,57 miliardi di euro (a fronte di utili per 2,10 miliardi nel 2001), dovute alle ingenti svalutazioni legate alla telefonia di terza generazione e al risanamento degli attivi. Lo scorso anno il gruppo ha abbandonato gli investimenti 3G in Germania, Austria, Italia e Svizzera nel tentativo di migliorare la propria posizione sul mercato.

L¿operatore &#232 per&#242 riuscito a raddrizzarsi, facendo registrare nel primo trimestre 2003 un utile netto consolidato di 543 milioni di euro.