Svezia, 8 anni di prigione per spionaggio a ex dipendente Ericsson

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Europa



Un ex impiegato di Ericsson è stato condannato a 8 anni di prigione per ¿spionaggio aggravato a vantaggio di una potenza straniera¿, più precisamente la Russia.

 

Il tribunale di Stoccolma ha riconosciuto Afsin Bavand, 46 anni, colpevole di aver acquisito e trasmesso informazioni segrete sulla produzione delle attrezzature per le telecomunicazioni mobili e fisse e sulle reti esistenti e di prossima generazione. Secondo il giudizio della Corte, egli avrebbe agito a servizio di una potenza straniera e discapito della sicurezza del regno.

 

Bavand ha rischiato l’ergastolo; i suoi due complici – Mansour Rokkgireh e Alireza Rafiei-Bejarkenari, ingegneri di Ericsson all’epoca dei fatti ¿ sono stati condannati rispettivamente a tre e un anno di prigione per complicità in spionaggio industriale. I due hanno beneficiato delle circostanze attenuanti, non avendo compiuto direttamente il reato e non potendo ipotizzare che il materiale sarebbe stato venduto a una potenza straniera.

Bavand è stato invece arrestato il 6 novembre scorso mentre consegnava i documenti riservati a un contatto all’ambasciata russa. Successivamente due diplomatici sovietici in servizio a Stoccolma sono stati invitati a lasciare la Svezia, misura seguita dall’espulsione di due diplomatici svedesi a Mosca.

 

l’inchiesta che ha portato agli arresti è stata circondata dal massimo riserbo e il processo si è tenuto a porte chiuse. Tutti coloro che vi hanno assistito sono obbligati a mantenere il segreto sulla vicenda per i prossimi 20 anni.

 

Secondo Henry Stenson – il portavoce di Ericsson – lo spionaggio riguardava i sistemi di telecomunicazione commerciale del gruppo, ma l’interesse della Russia per le informazioni non era ¿necessariamente commerciale¿. Una parte delle attività di Ericsson concerne la difesa ma, precisa Stenson ¿ ¿i danni sono stati limitati dalla prontezza nella gestione e nella soluzione del caso¿.