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Rai: il reintegro di Santoro divide il Cda e la Annunziata

Italia


La decisione del Tribunale di Roma sul reintegro nei palinsesti Rai del giornalista Michele Santoro, non ha trovato d’accordo il Cda della Tv pubblica.

La Rai, secondo quanto deciso dal giudice Massimo Paglierini, dovrà affidargli la realizzazione e la conduzione di un programma ¿di approfondimento giornalistico sull’informazione di attualità, collocato in prima o seconda serata¿.

Il giudice ha disposto anche che il programma dovrà avere ¿una durata complessiva equivalente a quella, tra i 90 e i 150 minuti per puntata settimanale per non meno di otto mesi, dei programmi realizzati in precedenza¿ da Santoro, con ¿dotazione delle risorse, umane, materiali e tecniche, idonee ad assicurare la buona riuscita di esso, in misura equivalente a quella praticata per i programmi precedenti¿.

Il direttore generale Flavio Cattaneo ha commentato duramente la sentenza del Tribunale del Lavoro, sostenendo: ¿appare singolare il fatto che l’ordinanza entri in questioni prettamente editoriali con vicoli e indicazioni che contrastano con i principi della libertà di impresa e con lo stato legislativo del servizio pubblico¿.

 

Nella seduta di ieri il Consiglio ha votato un ordine del giorno in proposito, solo il presidente Lucia Annunziata ha espresso un voto contrario.

 ¿Il Cda ¿ si legge nel documento – prende doverosamente atto della decisione del Magistrato del Lavoro in merito al reintegro del giornalista Michele Santoro. Nota che la decisione stessa appare in contrasto con il pronunciamento dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni al cui dettato è fatto obbligo alla Rai di ottemperare. Osserva, inoltre, che l’ordinanza interviene nella programmazione della Rai precisando il tipo di programma, l’ora e la durata. Il provvedimento si profila pertanto come una limitazione della libertà di impresa sancita dalla Costituzione. Tutto ciò considerato il Cda da mandato al direttore generale di valutare e di intraprendere le opportune azioni a tutela della Rai come azienda e come concessionaria del servizio pubblico, riferendone alla prima riunione utile del Consiglio¿.

 

Non è d’accordo nel merito di questo documento il presidente della Rai, Lucia Annunziata, che ha fatto mettere a verbale la sua dichiarazione con cui ha espresso il suo dissenso.

 ¿La sentenza del giudice ¿ ha detto il presidente Rai – sulla questione Santoro è stata formulata, nel quadro di una lunga vertenza, tenendo presenti la tipologia e il posizionamento generali dei programmi di approfondimento informativo nel palinsesto Rai, nonché gli spazi che il giornalista già occupava (¿) La libertà editoriale dell’azienda, quindi, non è intaccata in quanto la definizione dei contenuti e la tipologia del programma rimangono pienamente nelle mani della direzione editoriale. Detto questo e considerata l’alta tensione politica sviluppatasi sin dall’inizio attorno al caso Santoro, la presidenza ritiene che sarebbe opportuno, al fine di evitare nuovi danni per l’azienda di dare mandato al direttore generale di accogliere nello spirito la sentenza del giudice cercando con il giornalista una soluzione che chiuda la vertenza legale dando piena soddisfazione sia alla Rai sia al dottor Santoro. La prosecuzione del contenzioso  ¿ continua ancora la Annunziata – non farebbe altro che esporre l’azienda a nuove polemiche e al rischio connesso con l’ulteriore fermo del dipendente Santoro di possibili richieste di ingenti risarcimenti¿.

 

La Annunziata ha inoltre fatto sapere che il Cda di rivolgerà al presidente dell’Autorità Garante per le Comunicazioni, Enzo Cheli, ¿per verificare se la formulazione della recente sentenza non escludesse di fatto l’assunzione di conseguenze disciplinari (pure tra le competenze dell’Autorità) nei confronti di Michele Santoro¿.

Sconcertato per l’ordinanza il Ministro delle Comunicazioni, Maurizio Gasparri.

“L’ordinanza – ha detto Gasparri in una nota – nega in pratica all’azienda radiotelevisiva pubblica il diritto di fissare i propri palinsesti”.

Arriva anche il commento del giornalista stesso. Santoro ha dichiarato: ¿Oggi per la prima volta e per un caso fortuito ho potuto stringere la mano al direttore generale, Flavio Cattaneo. Vorrei rassicurarlo: è proprio in nome della libertà di impresa e della libertà di espressione che il mio gruppo chiede di poter tornare a lavorare restituendo all’azienda un potenziale valore di mercato del quale fino ad oggi ha dovuto privarsi¿, chiaro il riferimento alla reazione della direzione generale della Rai.

 

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