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Usa: la nuova legge sull¿editoria potrebbe favorire il monopolio dell¿informazione da parte dei grandi Gruppi

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Solleva diverse perplessit&#224 presso l¿opinione pubblica americana, la proposta di legge di riforma del sistema editoriale, sui cui il Consiglio della Commissione federale per le telecomunicazioni dovr&#224 pronunciarsi il 2 giugno prossimo.

Le nuove disposizioni sarebbero pi&#249 flessibili, modificherebbero la normativa vigente dagli anni ”70 in materia, e potrebbero determinare la concentrazione dell¿informazione statunitensi nelle mani di pochi gruppi.

Timore evidenziato da tutte le associazioni a tutela dei consumatori e dalle diverse organizzazioni attive nel campo dei media.

La valutazione &#232 ora affidata al consiglio presieduto da Michael Powell il quale, in passato, si era espresso favorevolmente sull¿opportunit&#224 di cambiare la normativa legato ormai a un quadro delle telecomunicazioni che era quello degli anni ”70.

”Common Cause” ha speso 250.000 dollari per acquistare degli spazi sui principali quotidiani americani, tra cui New York Times e Washington Post, in cui scrive della propria preoccupazione per il possibile mutamento delle normative sull”editoria.

Nelle scorse settimane &#232 stata la stessa Federal Communications Commission ad aver inviato al suo consiglio un disegno che prevede la possibilit&#224 per i gruppi mediatici di possedere, in via combinata, emittenti televisive, radiofoniche e giornali nella stessa citt&#224, oltre a rendere plausibile, per un network televisivo, il controllo di reti locali fino a raggiungere il 90% dell¿intera platea dei telespettatori.

Una modifica di tale portata modificherebbe il settore mediatico e secondo alcuni potrebbe imbavagliare la libert&#224 d¿espressione.

E¿ naturale che dietro le preoccupazioni degli americani ci sono i giganti americani dei media, come Disney, Aol Time Warner, la News Corp del magnate australiano Rupert Murdoch, che in breve potrebbero monopolizzare l¿intero mercato.

Proprio Murdoch, che da poco ha finalizzato l¿operazione di fusione delle due Pay TV italiane Stream e TelePi&#249, sarebbe partito gi&#224 alla conquista della Tv satellitare DirecTv, pezzo importante nella sua strategia di attacco del mercato statunitense.

Il tycoon, alcuni giorni fa ha tenuto un discorso ai parlamentari americani per convincerli a non opporsi alla sua offerta d¿acquisto, per 6,6 miliardi di dollari, di DirectTv (General Motors), cercando di convincerli come una maggiore libert&#224 nelle concentrazioni editoriali non lo spinger&#224 verso l”acquisto di ulteriori media.

Le dichiarazioni di Murdoch sicuramente non hanno placato la preoccupazione delle associazioni dei consumatori, che hanno paura che i colossi dei media possano mettere le mani su tutti i mezzi di comunicazione, arrivando magari a controllare completamente la stessa informazione.

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