La Commissione contro i furti di cellulari. Il 3 giugno una conferenza per fare il punto sul fenomeno

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Europa



La Commissione europea rafforza il suo impegno nella lotta ai furti di cellulari. Sono almeno 200.000 l”anno in Francia, 500.000 in Italia e 700.000 in Gran Bretagna. Un fenomeno rapida crescita, che la Commissione vuole combattere cercando ¿le possibili misure tecnologiche e normative¿. Al furto di cellulari l”esecutivo di Bruxelles dedica il 3 giugno una conferenza che riunir&#224 Stati membri, produttori e operatori di telefonia mobile. L”iniziativa servir&#224 per lanciare l”allarme sulla portata europea e internazionale del fenomeno, dato che gli apparecchi rubati vengono spesso rivenduti in altri paesi europei, per fare il punto sulle misure esistenti e per rafforzare la lotta al riciclaggio attraverso l”identificazione di misure tecniche e normative che aiutino a bloccare gli apparecchi sottratti.

Da Bruxelles fanno capire che la portata del problema varia notevolmente tra gli Stati membri, visto che ¿non tutte le autorit&#224 pubbliche nazionali affrontano il problema¿, ¿un problema globale¿, che va analizzato su scala europea. I partecipanti alla conferenza dovranno stabilire se &#232 necessario ricorrere a ””misure normative europee, quale la possibile applicazione della direttiva sulle apparecchiature per le radiotelecomunicazioni””, che potrebbero fornire un terreno per un intervento comunitario.

L”obiettivo &#232 quello di ¿trovare mezzi tecnici, o una combinazione di misure tecnologiche e normative per rendere gli apparecchi rubati inutilizzabili¿. Un primo passo in questa direzione &#232 stato fatto dalla Gsm Association, che ha istituito il CEIR, una banca dati in grado di raccogliere e mettere a disposizione degli operatori il numero di identificazione – il cosiddetto Imei – di cellulari rubati o smarriti per facilitarne il blocco. Secondo l”associazione, per&#242, a parte gli operatori britannici, sono ancora poche le societ&#224 che aderiscono al progetto e questo rende molto difficile avere un impatto a livello europeo.

In Italia, il presidente dell”Associazione nazionale degli utenti italiani di telecomunicazione (Anuit), Sergio Antocicco, ritiene che ¿un ulteriore limite tecnologico all”efficacia di una banca dati o di una lista nera di telefonini rubati &#232 rappresentato dal fatto che il codice Imei pu&#242 essere piratato, ed &#232 dunque necessario che i costruttori lo inseriscano in un”area della memoria dei cellulari che non possa essere modificata¿.

L”Anuit ha pi&#249 volte auspicato il ricorso a una normativa europea che istituisca un database internazionale dei cellulari rubati e che obblighi gli operatori a comunicare i dati. ””L”esempio del CEIR &#232 sulla buona strada – sottolinea Antocicco – ma bisogna allargare l”iniziativa a tutti gli operatori e stabilire misure restrittive contro quelli che non collaborano¿.