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Di Internet non si può fare a meno. La community ne discute al CNR

Italia



Gioved&#236 22 maggio, presso la sede del Cnr di Roma, s&#236 &#232 tenuta una tavola rotonda organizzata da Societ&#224 Internet (Sezione italiana di Internet Society), dal titolo: ¿Internet Governance: pubblici poteri e partecipazione della Local Internet Community¿.
Il dibattito ha preso spunto dalla considerazione che molte sono le evoluzioni in atto che interessano quella parte della comunit&#224 Internet che intende essere informata su come viene governata la rete a livello globale, europeo e nazionale.

L”interesse &#232 crescente anche per il governo sulla rete Internet, che viene ormai considerata una “infrastruttura critica” nella societ&#224 moderna. Si creano quindi spinte contrapposte che tendono, da una parte, a un Internet libero da ogni vincolo, come era nelle origini, dall¿altra a un Internet ove predominano le forze commerciali e che &#232 capace di autoregolamentarsi e

infine a un Internet per cui esiste un quadro di riferimento normativo e legislativo tale da assicurarne una “crescita controllata”.


Per Stefano Trumpy, presidente di Societ&#224 Internet, le contrapposizioni assolute non hanno ragione di esistere, in ambito internazionale, si stanno mettendo in pratica diversi approcci per salvaguardare le esigenze della comunit&#224 degli utenti e dei fornitori di servizi. ¿Non si pu&#242 fare a meno di Internet ¿ ha affermato Trumpy ¿ ma non sappiamo ancora come far pagare i servizi, come renderla remunerativa¿. In sostanza, si constata come oggi non sia pi&#249 possibile concepire un Internet senza vincoli di sorta, l”autoregolamentazione del settore dovrebbe essere un elemento di forza per una nazione avanzata e questo impone una capacit&#224 dei vari gruppi d¿interesse e degli utenti di comprendere le necessit&#224 degli altri e di mediare per soluzioni che non scontentino gruppi importanti. Il governo, di concerto con i gruppi d”interesse, dovrebbe quindi elaborare un quadro regolamentare leggero, che dia spinta ed autorevolezza all”autoregolamentazione che nasce dal basso. Il governo dovrebbe anche rendere operativi strumenti per scoraggiare gli abusi, per difendere la privacy e la propriet&#224 intellettuale, per proteggere i minori, per migliorare la sicurezza, etc.


Alla tavola rotonda ha preso parte anche il Consigliere del ministro e Capo della Segreteria tecnica del Ministero dell¿Innovazione Tecnologica, Paolo Vigevano: ¿ Vorrei dare un”anticipazione, da oggi il testo del ddl Stanca &#232 disponibile alla stampa, quindi dalla prossima settimana potr&#224 partire il lavoro della commissione. (…) Ci&#242 che ci aspettiamo &#232 un¿approvazione da parte del Parlamento dei principi generali ispiratori. (…) Qualunque discorso sugli standard tecnologici va affidato a provvedimenti successivi a questo¿.


All¿incontro organizzato da Societ&#224 Internet &#232 intervenuto anche l¿on. Antonio Palmieri, promotore della legge sull¿accessibilit&#224 dei siti web ai disabili. ¿Da gioved&#236 inizier&#224 l¿esame in Commissione ¿ ha affermato -, va possibilmente definito il percorso legislativo; &#232 utile procedere in modo compiuto in commissione, per poi passare definitivamente all¿esame del parlamento. l¿obbiettivo &#232 fare approvare la legge entro l¿anno¿.


Al pannello di esperti ha preso la parola Paolo Barberis, presidente di Dada, il quale ha sottolineato come attualmente i proventi di Internet vadano quasi esclusivamente all¿operatore di rete. ¿Registriamo accessi per 300 milioni di minuti al mese, ma di tutto questo traffico non percepiamo nulla¿. Barberis si &#232 quindi auspicato un sistema nel quale anche i content

provider, che sono responsabili del crescente traffico Internet, percepiscano una quota di quanto incassato dall¿operatore che fornisce l¿accesso e fattura il traffico. L¿unico, generalmente, ad avere un ricavo.


Giambattista Frontera, vice presidente di Assoprovider, ha aspramente polemizzato con l¿Authority per le Comunicazioni. ¿Non funziona ¿ ha detto ¿ &#232 un ministero con 900 impiegati. In Italia ci sono altre authority che funzionano, quella delle Comunicazioni no¿. Frontera ha poi ricordato come dalla nascita di Assoprovider, nel 1999, i piccoli Isp siano passati da

2.500 ad appena 600. ¿Si potrebbe parlare di selezione naturale ¿ ha aggiunto ¿ se per&#242 fossimo partiti tutti dallo stesso punto¿. Secondo Frontera, in Italia oggi il mercato Internet non &#232 libero. Telecom Italia &#232 ancora l¿incumbent, poi esistono dei predomini locali. ¿A Milano, per esempio, Fastweb &#232 un incumbent. Si dovrebbe obbligarla ad avere un¿offerta wholesale, per permettere ai piccoli operatori di competere. Ma questo non si fa per Telecom Italia, figurarsi per Fastweb…¿.

Alessandro Musumeci, Direttore generale servizio automazione e informatica e Innovazione Tecnologica del Ministero Istruzione Universit&#224 e Ricerca, ha illustrato le iniziative governative per la formazione dei docenti in campo informatico e nella lingua inglese. Parlando dell¿universit&#224 a distanza, Musumeci ha affermato che ¿&#232 un forte elemento propulsore versol¿utilizzo di Internet nelle scuole¿. Anche secondo Musumeci sarebbe auspicabile una maggiore concorrenza: ¿Oggi c¿&#232 una situazione di oligopolio, che non aiuta la diffusione¿, ha aggiunto. Riallacciandosi al tema dell¿accessibilit&#224 di Internet ai disabili, Musumeci ha affermato che occorre utilizzare la Rete per ridurre la situazioni di svantaggio.

Antonello Busetto, responsabile rapporti istituzionali di Federcomin, ha annunciato il prossimo varo, da parte della federazione, di un piano per l¿innovazione digitale. Citando i dati Eito sulla spesa Ict, che vedono l¿Italia in ultima posizione con un rapporto tra spesa e Pil del 5,5%, Busetto ha affermato che l¿obbiettivo di Federcomin &#232 raggiungere almeno la media europea del 6,7%. ¿I Paese ha bisogno di innovazione ¿ ha aggiunto ¿ perch&#233 sta perdendo competitivit&#224¿.


Erik Lambert, del Comitato direttivo di Punto.it, associazione che si propone di fare da megafono alle iniziative a favore della Societ&#224 dell¿Informazione in Italia, ha ricordato come, agli inizi, Internet rappresentasse una frontiera, un luogo dove vigeva un¿ampia libert&#224. ¿La cultura digitale questo non lo ha ben capito¿, ha osservato Lambert, citando l¿introduzione del Digital Copyright, ad esempio, che prevede norme ancora pi&#249 severe riguardo a Internet rispetto a quelle applicate agli altri ambiti. Lambert ha poi convenuto con l¿opinione espressa da altri relatori, secondo cui i contenuti di Internet sono di vitale importanza e devono essere finanziati.


Vittorio Bertola, chairman di Alac (At large advisory committee) di Icann, ha sottolineato la necessit&#224 di una gestione di Internet condotta da tre soggetti: governo, industria e utenti. Parlando della Fondazione Meucci, di prossima istituzione da parte del ministero delle Comunicazioni e che dovr&#224 gestire i domini .it inglobando la funzioni attualmente svolte dalla registration authority e dalla naming authority, Bertola ha lamentato il fatto che non vi sia stata una consultazione pubblica prima della formulazione della bozza che gi&#224 sta circolando.


Andrea Mazzucchi, direttore del comitato esecutivo della Naming Authority Italiana e presidente di Nexus, uno dei pi&#249 longevi Isp italiani, si &#232 chiesto cosa sia in realt&#224 il registro dei domini e a chi ne spetti la propriet&#224. Nodi che dovrebbero essere sciolti in vista di una sua riformulazione.


Il dibattito si &#232 quindi spostato sulla riforma della gestione dei domini .it che sar&#224 introdotta dalla nascita della Fondazione Meucci. Ai timori da parte dell¿attuale organismo che gestisce la Registration Authority che questa gestione possa essere sottratta al Cnr, che ha peraltro accumulato una notevole esperienza in questo campo, per essere affidata a un organismo essenzialmente di nomina politica, il consulente del ministero delle Comunicazioni, Luca Sambucci, ha risposto: ¿Nel corso del tavolo di preparazione della bozza non si &#232 mai parlato di sottrarre alla Registration Authority le competenze del registro¿. Stefano Trumpy ha poi aggiunto che la Naming Authority confluir&#224 nella nuova Fondazione.


Internet Society (Isoc) &#232 un¿associazione internazionale not-for-profit, dedita a favorire lo sviluppo libero, equo, universale e stabile di internet e a promuoverne gli usi benefici per l¿umanit&#224. Fondata nel 1992 da Vinton Cerf (il ¿padre¿ del Web), Robert Kahn, Jon Postel e da altri pionieri di Internet, l¿Isoc nasce soprattutto per dare una cornice legale e finanziaria alle attivit&#224 della Internet Engineering Task Force (IETF), il network di gruppi di lavoro a costituzione informale e processo decisionale consensuale che progettano, elaborano e propongono gli standard e i protocolli Internet. L¿Isoc &#232 riconosciuta dalle Nazioni Unite quale non-governmental organization (Ngo). Nel 2000 ha adottato il motto: The Internet is for everyone.

Il sito dell¿Isoc

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