Fiera del Libro: Tv di qualità e rapporto con la politica al centro del dibattito

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Torna a parlare di Tv di qualit&#224 e di rapporto con la politica il presidente Rai Lucia Annunziata. L¿occasione &#232 stato un incontro organizzato dalla Rai ERI alla Fiera del libro – al Lingotto di Torino – per presentare la nuova collana dal titolo ¿Tv qualit&#224. Terra promessa¿, che &#232 stata inaugurata con il primo volume su un” intervista di Gabriele La Porta a Ettore Bernabei, direttore della Rai dal 1961 al 1974.

Il presidente Rai &#232 poi entrato nuovamente nel merito di un tema scottante, quello del rapporto tra politica e Tv.

¿La televisione italiana deve scollarsi dalla politica e ritrovare il suo proprio linguaggio con i cittadini ¿ ha commentato la Annunziata – . La politica, a forza di incorsettare l¿informazione l¿ha resa banale e difficilmente fruibile¿.

¿Ai tempi di Bernabei – ha detto ancora la Annunziata – la Rai era un totem unico, non c”erano altre televisioni n&#233 nazionali n&#233 private, ma la politica aveva una certa distanza dalla televisione, ora non &#232 pi&#249 cos&#236. E” una questione che ha a che fare con la politica moderna che, come in America, ha un intreccio fortissimo con l”informazione. Si pensi alla Fox Tv che durante il conflitto in Iraq &#232 diventato il braccio destro dell” intervento militare americano. Oggi ¿ ha continuato Annunziata – la Tv si sostituisce a molte cose come la comunicazione tra parenti, il caminetto in casa e la piazza, non mi stupisce che la politica voglia usarla, ma quello che non funziona, sia nella destra sia nella sinistra, &#232 l¿idea che la Tv possa essere al servizio della politica¿.

Il presidente Rai passa poi a parlare del conflitto di interesse e di come abbia ¿inchiodato l¿informazione¿.

¿Oggi vengono fatti calcoli pazzeschi sui minuti sia a livello nazionale sia locale, questo sistema era gi&#224 in uso quando c”era l”Ulivo al governo, ma ora &#232 peggiorato¿, ha dichiarato la Annunziata.

La presidente della Rai sottolineando ancora quanto sia necessario che la politica stia a una certa distanza dalla televisione e affermando di non voler parlare di politica, ma solo di Rai, ha detto che ¿i giornalisti della Rai hanno diritto di sbagliare. Possono sbagliare Santoro, Socci e tutti gli altri. Si deve tener conto anche del rischio che possono essere faziosi. Ma – ha concluso – non possono esserci grandi regole esterne, &#232 una questione che va demandata alla professionalit&#224. Le regole non possono sostituirsi al lavoro dei giornalisti che sono come gli artisti. L”equilibrio va trovato volta per volta. Le regole sono adatte al proprio interno. Altrimenti si muore – ha concluso – e lo dico come giornalista. Io me ne sono andata dalla Rai proprio perch&#233 non si pu&#242 vivere con troppe regole sulla testa, ma poi sono tornata. Ora la Rai deve ritrovare la sua identit&#224 e rompere il cordone con la politica. Non &#232 una questione solo italiana, ma qui da noi ora &#232 necessario¿.

La Annunziata ha poi parlato della necessit&#224 che si torni a fare Tv di qualit&#224.

¿La Tv di qualit&#224 a cui penso non &#232 solo di servizi pesanti e seriosi¿, ha dichiarato la Annunziata. Aggiungendo ¿Oggi fare una Tv di vuol dire saper rispondere a tutte le esigenze degli spettatori, anche di divertimento, ma sempre con uno senso di rispetto e di correttezza. Si sta svecchiando il discorso della cultura, non la si identifica pi&#249 solo con l¿aulicit&#224. Ci vuole una cultura pi&#249 svelta e vicina ai cittadini. Parlare di una Tv di qualit&#224 o non di qualit&#224 &#232 un finto problema. E” come il giornalismo: a volte riesce meglio, a volte meno bene¿.

La presidente ha anche anticipato che il 30 maggio prossimo torner&#224 a Torino, per parlare della Rai. Sar&#224 la prima tappa di un tour che toccher&#224 tutte le sedi di Italia. Alla domanda di un cronista, che chiedeva se Torino avr&#224 un ruolo nella nuova Rai, la Annunziata ha risposto: ¿Torino non ha bisogno di chiedersi che ruolo ha, ce l¿ha e basta, &#232 qui che &#232 nata la radio¿.

Per quanto riguarda i palinsesti, invece, la Annunziata sottolinea come si possa puntare anche su una programmazione notturna.¿Quando ci occupiamo di palinsesti abbiamo ancora l¿idea che i programmi importanti debbano per forza andare in onda alle 20.30, ma sono sempre di pi&#249 gli italiani che guardano la televisione tardi – ha spiegato -. E” cambiato lo stile di vita di molti. All¿ultimo Consiglio abbiamo ricevuto un dato che ci sconvolto, ci sono tre milioni di italiani che guardano la Tv di notte e 300 mila di questi sono bambini. Si tratta di fasce piuttosto alte di ascoltatori, professionisti e lavoratori che tornano a casa la sera tardi, donne che si mettono davanti alla televisione dopo aver messo i figli a letto. La Porta – ha concluso – ha avuto una grande intuizione che lo ha portato ad una giusta riqualificazione dei palinsesti della notte. Continueremo su questa strada¿.

Probabilmente la Annunziata voleva indirettamente riferirsi alle polemiche sollevate da Michele Santoro, che non ha condiviso la proposta fatta dai vertici di Viale Mazzini per il reintegro del giornalista nei palinsesti con la conduzione di una trasmissione in seconda serata.