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Rai: Le dichiarazioni della Annunziata accendono la polemica

Italia


Per il presidente della Rai Lucia Annunziata la difficoltà delle Tv pubblica è dovuta alla posizione sul mercato del premier Silvio Berlusconi, anche proprietario del polo televisivo concorrente Mediaset.

¿La Rai rischia di perdere la sua storica influenza sul Paese. E pochi elementi dimostrano questo rischio più del costante e drammatico calo degli ascolti e della pubblicità¿, questo quanto dichiarato dal nuovo presidente nella sua relazione alla Commissione di Vigilanza.

¿Su questo punto sarei disonesta – ha aggiunto Annunziata – se non dicessi più apertamente le cose: non voglio arrivare a sostenere ciò che altri hanno più volte affermato, e cioè che il crollo che ha colpito gli ascolti della Rai sia dovuto all’anomala posizione in cui si è venuto a trovare il nostro Paese con l’elezione di un presidente del Consiglio, proprietario di un Gruppo che di fatto con la Rai ha stabilito il duopolio in Italia. Tuttavia devo registrare tale indebolimento dell’aziende ed è mio dovere cercare di porvi rimedio indipendentemente da quali ne siano le cause effettive¿.

 

Nel 2002 la Rai ha raccolto 2.328 miliardi di raccolta pubblicitaria mentre il gruppo Mediaset ne ha riportati 4.780, ha detto Annunziata, che ha parlato di un “processo di caduta di leadership che dura dal 1999”.

Sul fronte degli ascolti, dal 1999 al 2002 la Rai ha perso 1,17 punti di share, passando dal 47,82% al 46,65%, ha aggiunto il presidente, mentre Mediaset è salita dal 42,56% al 42,94%.

La presidente ha affrontato anche il tema del conflitto di interessi in un capitolo della sua relazione intitolato ¿Attrazione fatale¿.

Discussa anche la questione del trasferimento di alcuni uffici Rai e dello spostamento a Milano di Rai2.

¿Per quel che mi riguarda io credo che la estrema apertura della Rai sul territorio è non solo benvenuta ma necessaria¿, ha dichiarato la Annunziata, aggiungendo però che la “delibera del presidente del Consiglio, che pure non va disconosciuta, va nuovamente esaminata e contestualizzata. Altrimenti si rischia, con un trasferimento al nord e uno al sud, di presentarsi al traguardo della nuova legge con una Rai sfaldata sul territorio”. 

 

Ma ha aggiunto di non voler accusare ¿ovviamente nessuno – come pure si è fatto – di concorrenza sleale¿.

Per il presidente di viale Mazzini la Rai deve al più presto ¿tornare a fare concorrenza¿ per poter riconquistare la sua leadership. Per la Annunziata, la Rai di oggi è ¿come nel passaggio tra due mari, in quegli stretti che sono i luoghi più tempestosi¿. Ma – ha aggiunto ¿ ¿ha tutte le capacità, se la nave tiene, di approdare velocemente in una situazione totalmente diversa e migliore¿. ¿Per ripartire – ha sottolineato ancora – bisogna fare un’operazione semplicissima nella sua difficoltà: fare l’inventario delle forze e delle debolezze. Far valere le une e minimizzare le altre¿.

 

Più tecnico l’intervento del direttore generale Flavio Cattaneo che, nella sua prima uscita pubblica dopo la nomina, garantisce il suo impegno sul varo del piano industriale ed editoriale. Non senza, però, aver prima concesso un passaggio della sua relazione ai ringraziamenti verso il suo predecessore, Agostino Saccà, per aver cominciato quel processo di risanamento “che intendo continuare”.

Cattaneo ha dichiarato ¿Entro questo mese approveremo il piano industriale triennale, il piano delle trasmissioni e quello editoria (¿) che sono già stati presentati al consiglio ma non approvati. Quindi – ha aggiunto – dobbiamo anche accelerare una copertura formale di questi documenti importantissimi¿.

Secondo Cattaneo la Rai ¿ha bisogno anche di investimenti¿, ad esempio nel digitale terrestre, perché il servizio pubblico sia pronto ¿all’appuntamento del gennaio 2004 non solo dal punto di vista tecnologico ma anche da quello dei contenuti¿.

 

Naturale che le dichiarazioni del presidente Rai, scatenassero le critiche di alcuni esponenti del centrodestra. Immediatamente il vicepresidente della Commissione di Vigilanza, il deputato leghista Davide Caparini, ha risposto in una nota: ¿La crisi della Rai ha radici profonde. La scellerata gestione del centrosinistra, nella fallimentare rincorsa a Mediaset, ha snaturato il servizio pubblico e ne ha dilapidato l’immenso patrimonio culturale¿.

Giorgio Lainati, responsabile comunicazione del gruppo di Forza Italia alla Camera, riferendosi a quanto detto dalla Annunziata, ha dichiarato: ¿Avremo modo la prossima settimana di approfondire le parole del Presidente della Rai. Ma è evidente sin da ora che la sua relazione sulla stato di salute dell’azienda televisiva pubblica, fatto in Commissione, ha una impronta tutta politica ¿ aggiungendo – Tra passato, presente e futuro la Annunziata non ha trovato di meglio che identificare proprio nell”influenza politica gran parte dei mali della televisione pubblica. Arrivando anche a chiamare in causa, in modo del tutto gratuito, il Presidente del Consiglio con un incongruo accostamento tra ruolo della politica e la deformazione del mercato pubblicitario¿.

Lainati dice ancora che le dichiarazioni della Annunziata sono: ¿Una tesi grave che la presidente della Rai pone disinvoltamente senza, però, portare argomenti a supporto. E non potrebbe essere altrimenti, visto che la degenerazione del mercato e la crisi della Rai risale agli anni nei quali Berlusconi è stato a capo dell’opposizione e a Viale Mazzini governavano i Cda ulivisti. Non mi sembra proprio un buon inizio¿.

 

Il Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri, commentando l’intervento dell’Annunziata in Commissione di Vigilanza, ha dichiarato: ¿E’ un grido d’allarme anche giusto: bisogna puntare a crescere¿. Gasparri si dice ¿rassicurato soprattutto dalle proposte del direttore generale Cattaneo¿.

Molto tranquillo anche il governatore della Regione Lazio, Francesco Storace, che ha commentato: ¿Le dichiarazioni della presidente Annunziata sulla volontà di ridiscutere la delibera, che provocò la cacciata del vecchio Consiglio di amministrazione, sul trasferimento di Rai2 a Milano, sono apprezzabili. Sono coerenti con l’impegno preso anche da Alleanza Nazionale, per una discussione con le istituzioni del territorio, che preceda qualunque decisione¿.

Un plauso arriva dall’opposizione. Il diessino Vita ha commentato: ¿Bene, la relazione dell’Annunziata mi è sembrata molto secca, precisa e non elusiva, da recepire soprattutto per la sua giusta crudezza (¿) E¿ assolutamente doveroso riprendere e rilanciare il problema del conflitto di interessi che costituisce inevitabilmente una condanna a morte del servizio pubblico¿.

 

Per quel che riguarda il caso Michele Santoro, la Rai proporrebbe una terza serata su Rai3, poco prima dell’una di notte, il sabato o la domenica oppure il sabato alle 15.50. Sarebbero queste, secondo quanto si è appreso, le due ipotesi esposte nella riunione del Cda, per il ritorno in Rai del giornalista. Le ipotesi dovrebbero essere espresse oggi, dal direttore generale Flavio Cattaneo, al giudice nell’udienza che dovrà stabilire le modalità del reintegro di Santoro in Rai.

 

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