Usa: respinta l¿istanza delle major contro web site musicali. EMI continua la lotta alla pirateria

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Prima sconfitta per le major e gli studios cinematografici che si sono visti respingere l”istanza presentata da alcune case discografiche e cinematografiche per chiudere i servizi musicali on line Grokster e Morpheus.

La decisione della Corte federale rappresenta un duro colpo per l”industria discografica e cinematografica che chiede da tempo di fermare la diffusione non autorizzata delle loro opere sulla Rete.

Il giudice della corte distrettuale Stephen Wilson ha detto che i due servizi non possono essere oscurati perch&#233 non &#232 possibile controllare gli scambi che avvengono sui loro sistemi.

Come un videoregistratore, il software in questione pu&#242 essere utilizzato per scopi legittimi come per finalit&#224 illegali, ha detto il giudice, senza comportare una diretta responsabilit&#224 di chi lo ha prodotto.

“E” incontestabile che ci sono usi sostanzialmente non in violazione del software degli imputati”, ha detto Wilson.

Le case discografiche e gli studios hanno gi&#224 annunciato che ricorreranno in appello.

La sentenza segna un primo fallimento per gli operatori di settore che si battono contro i popolari servizi online “peer-to-peer”, che consentono agli utenti di scaricare e scambiarsi file digitali musicali o video, anche non autorizzati.

Fino ad oggi i giudici avevano, per&#242, condannato servizi come quello che forniva Napster, appoggiando le istanze dei produttori. La sentenza di Wilson costituisce un precedente di notevole importanza che potr&#224 essere utilizzato dai successori di Napster a loro favore.

Intanto la EMI ha annunciato di aver rilanciato la propria lotta contro la pirateria musicale e abbraccia Internet anche in Europa: la major britannica sar&#224 presto il primo grande Gruppo europeo del settore ad offrire il suo vasto portafoglio di titoli on line.

Il terzo gruppo della musica a livello mondiale ha siglato accordi con oltre 20 provider per il lancio di un servizio di distribuzione di brani via Internet che consentir&#224 agli utenti di scaricare migliaia di titoli di cantanti sotto contratto con EMI.

Una volta scaricate, le canzoni – oltre 140.000 – si potranno copiare su CD o registrare su MP3 in modo del tutto legale.

Ed &#232 proprio questo l”obiettivo di EMI: convincere i consumatori a comprare musica sul Web piuttosto che ricorrere al metodo, gratis ma illegale, del file-sharing attraverso siti Internet come Kazaa.

Il gruppo ha gi&#224 imboccato questa strada negli Stati Uniti lo scorso novembre, quando ha annunciato accordi con nove distributori di musica digitale americani che vendono a provider di servizi Internet, portali e gruppi di distribuzione on line. Tra qualche settimana, quindi, sar&#224 la volta dell”Europa. Gli accordi siglati finora riguardano 6 Paesi tra cui l”Italia, dove i titoli EMI saranno disponili attraverso i siti Internet Tiscali ed MTV.

L”iniziativa include per il momento anche la Francia, la Spagna, l”Olanda e la Germania.

Alcuni esperti di settore si sono domandati se la decisione presa da EMI avr&#224 ripercussioni sulle vendite dei negozi di musica. Ma &#232 certo che Internet ormai da molto tempo sta modificando gran parte delle nostre abitudini.

Ed &#232 del tutto legittimo da parte della case discografiche organizzarsi per poter far fronte al serio problema della pirateria.

Lo scorso anno, secondo la federazione delle case discografiche (Ifpi), le vendite globali di musica hanno registrato un calo del 7,2% a circa 30 miliardi di euro. Gli analisti finanziari attribuiscono la flessione soprattutto alla pirateria on line e alla crescente diffusione della tecnologia che permette di copiare i CD.

La Emi aveva fino ad ora reso disponibili brani musicali ad oltre 60 societ&#224 Internet, ma si trattava soprattutto di un formato audio ”temporaneo”, che non permetteva all”utente di scaricare i brani per copiarli. Grazie al nuovo sistema invece, i consumatori diventeranno proprietari in modo permanente della musica acquistata via Internet e potranno riprodurre copie per uso personale. Un brano singolo coster&#224 da 1,2-1,5 euro, mentre sar&#224 possibile scaricare un intero album per 12-15 euro.

A conferma del crescente interesse per la vendita della musica sulla Rete, arriva anche la notizia RealNetworks acquister&#224 il fornitore di musica on line Listen.com, per 36 milioni di dollari.

L¿operazione permetter&#224 a RealNetworks di rafforzare la sua posizione nel mercato della musica a pagamento sul Web.

I due Gruppi prevedono di completare l”acquisizione nel secondo trimestre dell”anno o al pi&#249 presto nel terzo trimestre. Il comparto vive un periodo di movimento, tanto che gi&#224 grandi compagnie come AOL Time Warner, Apple Computer, Microsoft e Sony stanno cercando di acquisire uno spazio nel mercato della musica on line e dei contenuti di intrattenimento sul web.