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Le major trascinano in tribunale i College americani per file-sharing

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Sta dando i suoi risultati la lotta delle case discografiche americane, contro i College, colpevoli di piratare le canzoni dal Web. Gi&#224 diversi siti universitari, dove era possibile il file-sharing di musica, sono stati oscurati.

Per anni le major hanno tentato di convincere i rettori delle universit&#224 a intervenire contro la pratica illegale degli studenti, di usare la rete informatica per scambiarsi canzoni.

Visti gli scarsi risultati ¿ nessun studente veniva mai punito – le case discografiche si sono decise a ricorrere alla giustizia, denunciando gli studenti colpevoli.

I primi a comparire davanti a un giudice sono stati quattro studenti di tre diverse universit&#224 (Princeton, Michigan Technological e RPI) accusati di violazioni di copyright, per somme notevoli, per aver creato siti dedicati allo scambio di canzoni.

Le compagnie discografiche (che hanno gi&#224 ottenuto l¿oscuramento di Napster, l”ex-numero uno nello scambio di file musicali in formato Mp3, riuscendo a vincere la battaglia legale) soffrono l¿ingente calo nelle vendite di Cd, e la colpa maggiore di questa situazione preoccupante &#232 sicuramente la pirateria musicale.

Tra i siti pi&#249 ciccati ci sono quelli delle universit&#224 dove gli studenti hanno accesso gratuito a network potenti e ad alta velocit&#224 ed hanno il tempo e le conoscenze necessarie per organizzare grossi siti di scambio canzoni.

Nella causa, intentata dalla Recording Industry American Association (RIAA), i quattro studenti scelti come esempi vengono accusati di aver ¿trasformato networks creati per propositi accademici in grandi magazzini di pirateria musicale¿.

La tattica ”dura” ha gi&#224 dato i primi risultati nelle universit&#224, dove una serie di siti creati per lo scambio delle canzoni sono stati messi improvvisamente off-line, in attesa che la giustizia faccia il suo corso.

La strategia adottata dalle case discografiche, di portare in tribunale alcuni degli studenti implicati a titolo esemplificativo, non ha avuto per&#242 l¿appoggio del preside della Michigan Tech Curtis Tompkins (una delle universit&#224 coinvolte), che in una lettera indirizzata alla RIAA ha sottolineato come ¿scegliere quattro persone, tra migliaia, allineandoli al muro in attesa dell¿intervento del plotone di esecuzione non &#232 il modo giusto per affrontare il problema¿.

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