Ddl Gasparri: questa la legge che esce dalla Camera. Il ministro ‘E’ impossibile minimizzare quanto è accaduto’

di Raffaella Natale |

Italia


Sono passati alla Camera due emendamenti che hanno modificato in alcune importanti parti il Ddl Gasparri, che avvia la riforma del sistema radiotelevisivo.

Il primo emendamento è quello dell’opposizione firmato da Gilietti dei Ds che ripristina il vecchio limite di due reti per le Tv private.

Un altro è stato presentato da An e ha annullato il meccanismo del voto a due terzi della Commissione di Vigilanza per la nomina del presidente Rai, dalla terza votazione.

L’emendamento dell’opposizione colpisce il cuore del Ddl così come era stato pensato dal Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri, ovvero il cosiddetto Sic, il sistema integrato delle comunicazioni, che prevedeva un tetto per il 20% del complesso delle risorse.

La legge come passata alla Camera riscrive completamente l’art. 15 del Ddl originario, relativo alle norme antitrust, lasciando fermi i tetti della legge Maccanico, la 249 del ’97.

 

Il testo varato stabilisce che ¿nessun soggetto privato può essere destinatario di più di due concessioni televisive nazionali in tecnica analogica¿, questo significherà che Retequattro andrà sul satellite. Pone limiti anche nel passaggio al digitale, definendo che uno stesso fornitore di contenuti non può essere titolare di licenze che consentano di diffondere più del 15% del totale dei programmi televisivi irradiati su radiofrequenze terrestri in tecnica digitale in ambito nazionale. Ma l’emendamento va oltre, perché sostiene che i soggetti che hanno più del 20% delle risorse del settore Tv via etere non possono controllare, direttamente o indirettamente, quotidiani ed emittenti radiofoniche.

Introduce anche novità per la raccolta pubblicitaria delle emittenti locali, che può essere realizzata anche da concessionarie delle Tv nazionali con l’intenzione di favorirle.

 

Tra gli effetti dell’emendamento anche quello di abolire il tetto antitrust per Telecom Italia, che era al 10% nel testo originario. L’emendamento Giulietti però non considera il periodo transitorio del passaggio al digitale, che invece è disegnato  da un emendamento delle commissioni che in qualche modo ne riduce la portata per quanto riguarda Retequattro.

L’emendamento stabilisce che in presenza dell’attivazione di almeno due  blocchi di diffusione in tecnica digitale con copertura di almeno il 50% della popolazione, il limite al numero complessivo di programmi per ogni soggetto è del 20% calcolato sul numero complessivo dei programmi in ambito nazionale su frequenze terrestri indifferentemente in tecnica analogica o in tecnica digitale. Un altro cambiamento di primo piano è introdotto all’art. 21, firmato da Coronella di An, che modifica con una riga il meccanismo di nomina del presidente Rai. Il testo originale prevedeva che il presidente fosse nominato con voto a maggioranza qualificata dei due terzi della Commissione di vigilanza, ora l’emendamento Coronella aggiunge: ¿sino alla terza votazione. Dalla successiva è sufficiente la maggioranza assoluta¿.La legge che ora esce dalla Camera e passa alla Commissione Trasporti del Senato, dove il Ministro Gasparri ha già annunciato che sarà riscritta superando quello che definisce ¿un incidente di percorso¿, introduce norme generali per il servizio pubblico, estendendo il concetto di garanzia del pluralismo a tutte le emittenti, ma contiene anche un capitolo che trasforma in legge il codice di autoregolamentazione per la tutela dei minori, e allarga le possibilità per l’emittenza locale.

 

Il Ddl prevede anche una delega al Governo per l’emanazione del codice della radiotelevisione.

Tra gli obblighi della concessionaria del servizio pubblico quello di destinare una quota del 15% dei ricavi complessivi alla produzione di opere europee. Per il canone l’aumento terrà conto del tasso d’inflazione e delle esigenze di sviluppo tecnologico, in più un emendamento del relatore Romani prevede che ¿la ripartizione del gettito del canone dovrà essere operata con riferimento anche all’articolazione territoriale delle reti nazionali per assicurarne l’autonomia economica¿. La concessione è affidata alla Rai per 12 anni.

Il Cda è composto di nove membri e nominato dall’assemblea attraverso un voto di lista. La lista è presentata dal rappresentante del Ministero dell’economia, d’intesa con i presidenti di Camera e Senato.

 

Entro il 31 dicembre 2003 nasce la società Rai-Radiotelevisione spa, entro il 31 gennaio 2004 è avviato il procedimento per la alienazione della partecipazione dello Stato attraverso un’offerta pubblica di vendita. Nessun azionista può superare l’1% e nessun patto il 2%.

Permette inoltre alle Tv e radio locali sia la trasmissione in tecnica digitale fino alla completa attuazione del piano delle frequenze, sia di detenere sei concessioni in bacini anche non limitrofi, ma cambiano anche i tempi per l’interconnessione che passa dalle attuali sei ore a 12 ore. Un emendamento votato in aula inoltre introduce la revoca di contributi, provvidenze od incentivi previsti in favore delle emittenti radiofoniche e televisive che diffondano messaggi pubblicitari ingannevoli, con particolare attenzione alla diffusione reiterata di messaggi volti all’abuso della credulità popolare.

 

Il Governo è delegato ad emanare entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge, un decreto legislativo dedicato alla disciplina organica della tutela dei minori in Tv, basata sulla normativa europea. Tra l’altro la normativa prevede che l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni rediga una classifica annuale delle emittenti, sulla base della quale il Ministero concede finanziamenti per produrre programmi educativi.

 

¿Abbiamo posto le fondamenta per il riordino del sistema radiotelevisivo (¿) Mi appello fin da ora ai senatori affinché a Palazzo Madama non ci siano defezioni¿.

Lo afferma Maurizio Gasparri, secondo il quale ¿E¿ impossibile minimizzare quanto accaduto¿ alla Camera mercoledì.

¿L’amarezza resta – dice Gasparri – ma il risultato raggiunto è, comunque, importantissimo (¿) Abbiamo affrontato la legge più complicata della legislatura, e lo abbiamo fatto in un contesto difficile. Fino ad oggi, infatti, non c’era mai stata una sequenza così lunga di voti segreti¿.

 

Paolo Romani, deputato e responsabile informazione di Forza Italia, spiega come l’emendamento Ds, che limita a due le reti di proprietà di ciascun privato, regolamenti solo la fase analogica e ignori la transizione al digitale.

Romani spiega che ¿per questo un nostro emendamento ha fissato al 20% il tetto antitrust di concessioni per ciascun gruppo¿. Tenuto conto che nella transizione i canali tra analogici e digitali saranno più di 20, per Romani si può affermare che ¿la ferita in parte è sanata¿ e chiarisce che ¿Mediaset va difesa perché è uno dei pochi grandi sistemi industriali che abbiamo¿.

 

Intanto questa mattina il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, ha incontrato a Palazzo Grazioli il premier Silvio Berlusconi. Confalonieri si è rifiutato di rilasciare dichiarazioni ai giornalisti che aspettavano fuori.

Nel frattempo Berlusconi ha commentato: ¿E¿ accaduto quello che si chiama un incidente di percorso. Rimedieremo sicuramente al Senato¿, riferendosi all’approvazione del Ddl Gasparri alla Camera dopo la sconfitta del governo in aula sull’emendamento Giulietti, dovuta a 17 franchi tiratori della maggioranza.

¿Rimedieremo sicuramente al Senato¿ ha detto il premier.

Leggi le altre notizie sull’home page di Key4biz