Iraq, PeaceLink lancia una campagna contro la disinformazione

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Il sito PeaceLink, uno dei pi&#249 importanti siti pacifisti italiani, ha inaugurato un osservatorio dedicato alle informazioni di guerra, giusto in tempo per dare notizia della ¿bufala¿ mediatica riguardo la morte del vice primo ministro irakeno Tarek Aziz.

La notizia, diffusa ieri da una radio israeliana, &#232 rimbalzata su tutti i mezzi d¿informazione dalle agenzie alle televisioni che hanno subito improvvisato edizioni straordinarie sulla vicenda e sui suoi risvolti sulla scena internazionale.

“Mediawatch, Osservatorio sulle menzogne di guerra” (http://italy2.peacelink.org/mediawatch/), si propone, appunto, di sensibilizzare l¿opinione pubblica circa la necessit&#224 di garantire, in tutte le occasioni, ma in particolare in caso di eventi cos&#236 delicati, l¿imparzialit&#224 dell¿informazione. “Ci rivolgiamo ai cittadini che davanti al teleschermo o leggendo il giornale lottano contro la rabbia e il senso di impotenza che nascono da affermazioni palesemente false o faziose, a giornalisti e operatori dei media che vorrebbero esprimere il loro disagio per tutte le manipolazioni, gli imbrogli, le scorrettezze e le violazioni deontologiche a cui assistono senza poter reagire”, riferiscono i responsabili del sito.

PeaceLink sostiene una vera e propria campagna contro la disinformazione, da qui l¿invito, attraverso un form reperibile sul sito, ¿¿segnalare tutte le informazioni false, faziose, parziali o inesatte che riguardano le azioni di guerra presenti e passate¿. L¿articolo 8 della legge sulla stampa, infatti, fornisce l¿unica ¿arma non violenta¿ contro l¿inadeguatezza dei mezzi di comunicazione, dal momento che esso d&#224 a chiunque la possibilit&#224 di ottenere la modifica di notizie false. ¿Questi venti di guerra riguardano ognuno di noi, e pertanto richiederemo alle testate giornalistiche e televisive di rettificare tutte le informazioni false o manipolate¿.

Carlo Gubitosa, giornalista di Redattore Sociale e segretario di PeaceLink, ricorda a questo proposito il lavoro svolto nell¿ex Yugoslavia quando il sito ha sostenuto un lavoro certosino, raccogliendo per telefono notizie sullo svolgimento delle azioni militari del tutto diverse da quelle diffuse dai mezzi d¿informazione internazionali.

“In guerra si gioca con le vite umane, con pi&#249 facilit&#224 ancora con parole, verit&#224 e mezze verit&#224 – dice il giornalista – “Con le nuove tecnologie, noi cerchiamo di raggiungere un controllo dal basso sull”informazione. Non in contrasto ma come supporto, correttivo e stimolo al mondo dell”informazione commerciale, a favore di una maggiore accuratezza e correttezza, per migliorarne la qualit&#224 del prodotto”.