Tv e minori: l¿Associazione spettatori avvia un monitoraggio sulla qualità

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Avviata un¿operazione di monitoraggio dall¿Aiart (Associazione spettatori) con la Cattedra di Psicologia dello Sviluppo dell”Universit&#224 ¿La Sapienza¿ di Roma sulla televisione dei ragazzi, su quella con i bambini e infine sulla Tv per i bambini.
I bambini tra i 3 e i 10 anni guardano in media la televisione per 2 ore e 40 minuti al giorno, e un 20% di essi arriva a guardarla per oltre 4 ore.

La televisione rappresenta perci&#242 una parte consistente dell¿esperienza quotidiana dei minori, che aggiungono i modelli e i comportamenti visti in Tv alla loro valutazione della realt&#224.
Questa la ragione e la necessit&#224 di monitorare costantemente la qualit&#224 delle trasmissioni televisive, e avviare una campagna di sensibilizzazione di genitori ed educatori.

L¿iniziativa &#232 stata illustrata in una conferenza stampa, ieri, presso la sede della FNSI, a Roma. Alla conferenza era anche presente il Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri.

Migliorare la qualit&#224 dei programmi per i bambini, intervenire attivamente sulla programmazione televisiva cercando di tutelare i minori e mettere al bando la Tv spazzatura, evitare le ””palesi e quotidiane”” violazioni al codice di autoregolamentazione sulla Tv e i minori. E¿ questo l¿obiettivo dell¿Aiart.
¿In questo momento – ha detto la presidente dell”Aiart Maria Pia Garavaglia nella conferenza stampa di presentazione del progetto ¿ c¿&#232 una tensione molto forte sul problema della qualit&#224 televisiva. Non troppi anni fa chi poneva questo problema era una voce nel deserto con in mano delle armi spuntate. Oggi, grazie alla tecnologia, al volontariato, agli studiosi e agli esperti questo progetto pu&#242 diventare una realt&#224¿.

Secondo Marisa D”Alessio, professoressa di psicologia dello Sviluppo dell”Universit&#224 la Sapienza di Roma, quello che va chiarito &#232 se il bambino vada realmente protetto: ¿Il minore in Tv piace a tutti perch&#233 suscita tenerezza e per questo la sua presenza sullo schermo &#232 spesso accompagnata da pesanti riferimenti sessuali o da un inaccettabile turpiloquio per ragioni di audience. Da trenta anni si parla dell”esigenza di monitorare i programmi per i pi&#249 piccoli. E tuttavia nonostante questa esigenza fosse avvertita da tempo si &#232 riusciti soltanto a monitorare la presenza dei politici in Tv¿.

La responsabilit&#224 di difendere i bambini non pu&#242 essere solo a carico dei genitori ma deve essere divisa con i responsabili della programmazione. Le fasce protette, secondo la D”Alessio, provocano un meccanismo perverso: al di fuori di queste si pu&#242 mandare in onda qualsiasi qualcosa e i ”bollini” non sono un deterrente sufficiente.
¿¿Spesso – ha aggiunto – provocano una curiosit&#224 molto forte da parte del ragazzo in et&#224 pre-adolescienziale¿.

Elisa Manna, responsabile culturale del Censis, ha salutato positivamente l”impennata nell”attenzione sul problema del rapporto fra bambini e televisione: ¿¿Tempo fa chi si occupava di queste cose era considerato un eccentrico. Adesso piano piano siamo riusciti a imporci all”attenzione collettiva¿.