Hillary Rosen lascia la RIIA

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Hillary Rosen, amministratore delegato della RIIA – l”associazione americana dei discografici – ha gettato la spugna e ha annunciato le sue dimissioni che saranno, comunque, formalizzate alla fine del 2003.

La scorsa settimana la Rosen, che da anni si batte contro la diffusione illegale di musica sulla rete, aveva lanciato l”ultima stoccata a favore delle major discografiche, affermando che gli ISP avrebbero dovuto essere ritenuti legalmente responsabili della diffusione su Internet di musica protetta da copyright. Ipotesi contro la quale i fornitori d”accesso sono subito insorti, nonostante la Rosen abbia poi implicitamente accusato la RIIA di non aver nessun piano concreto per imporre sanzioni agli ISP.

Hillary Rosen era a capo della RIIA dal 1998 ed &#232 salita agli onori della cronaca per la sua lotta contro Napster, il pi&#249 famoso sito di scambio di file musicali completamente gratuito, costretto alla chiusura lo scorso anno.

La RIIA – che comprende le maggiori aziende musicali americane tra cui Vivendi Universal, BMG, EMI Group, Sony Music e Warner Music – accusa, infatti, Napster e i siti che ne condividono la filosofia di aver causato all”industria discografica, perdite per oltre 5 miliardi di dollari. La scorsa settimana, inoltre, l”associazione ha messo a segno una nuova, insperata, vittoria nella lotta alla pirateria musicale, costringendo la Verizon, a rivelarle il nome e l”indirizzo di un abbonato, accusato di avere diffuso e scambiato online circa 600 canzoni.

Per quanto riguarda la situazione della lotta alla pirateria in Europa, l”International Federation of the Phonographic Industry (IFPI) sta conducendo la sua battaglia perch&#233 la Commissione europea imponga l”adozione di una Direttiva comune sul Copyright, visto che attualmente, ogni stato adotta le proprie contromisure in materia.

Se la direttiva fosse approvata, gli ISP dovrebbero svolgere un ruolo di vigilanza sul materiale protetto da copyright, ma anche davanti a questa possibilit&#224 i fornitori si sono ribellati, non volendo essere posti nella scomoda posizione di controllori dei propri utenti.

Finora solo due Paesi europei hanno ratificato la direttiva che ha visto la forte opposizione di Germania, Finlandia e Olanda.

Intanto l”industria discografica &#232 pi&#249 che mai pessimista: le vendite dei CD sono destinate a calare anche quest”anno, per il quarto anno consecutivo, mentre i siti di file-sharing continuano a proliferare. Secondo le ultime indagini, nell”ultimo anno sono state 89.000 le pagine web dedicate alla condivisione della musica, con un aumento del 300% rispetto al 2002.