Rai, UDC chiede azzeramento del vertice

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E” arrivata la sentenza della Corte dei Conti, chiamata a esprimersi riguardo l”attuale situazione dei vertici Rai, dopo le dimissioni di tre su cinque consiglieri.
“…L”attuale CdA Rai &#233 legittimo ed &#232 ancora costituito da tre consiglieri, perch&#233 le dimissioni di Marco Staderini avranno effetto solo dopo la sua sostituzione”, con le conseguenze di cui al 4° comma dell”art.15 dello Statuto della Rai che stabilisce che “per la validit&#224 delle adunanze del consiglio &#232 necessaria la presenza della maggioranza del consiglieri in carica” e che “le deliberazioni si prendono a maggioranza dei presenti”.

I giudici contabili affermano che, malgrado l”amputazione del Consiglio d”Amministrazione costituisca una grave “vulnus gestionale”, il consiglio &#232 pienamente legittimato a operare.

Quindi per la Corte risultano del tutto conformi alle disposizioni normative le nomine ai vertici Sipra e RaiCinema, varate dal solo presidente Antonio Baldassarre e dall”unico consigliere presente Ettore Albertoni.
I giudici contabili, dopo circa tre ore di camera di consiglio, hanno sentenziato che il Consiglio d”amministrazione della Rai &#232 validamente in carica e pu&#242 decidere e approvare delibere.
Regolari, quindi le nomine fatte quando gi&#224 se n”erano andati Luigi Zanda, Carmine Donzelli e Marco Staderini si era auto-sospeso.

La riduzione del numero degli amministratori in carica alla Rai “…costituisce un grave vulnus alla funzionalit&#224 della gestione” della Rai, riconosce la Corte dei conti, ma ci&#242 non comporta “”assoluta mancanza di legittimazione del consiglio di amministrazione”.
La sezione controllo della magistratura contabile ha peraltro precisato che “la validit&#224 delle adunanze e la legittimazione a deliberare con la maggioranza dei presenti non esclude che singoli provvedimenti possano essere viziati per altri motivi”.
L”udienza pubblica di fronte alla Corte dei conti &#232 durata circa un”ora.
A difesa della Rai l”avvocato Rubens Esposito e per il Ministero delle Comunicazioni Francesca Quadri dell”Avvocatura dello Stato.

La tesi da loro sostenuta riguardava la validit&#224 o meno del Consiglio di amministrazione della Rai dopo le dimissioni di tre suoi consiglieri.
Gli avvocati si sono appellati all”art. 2458 del codice civile, che sancisce in pratica la proroga del mandato di un consigliere di amministrazione, in presenza di sue dimissioni, fino alla nomina di un nuovo Consiglio di amministrazione.
Gli avvocati hanno sostenuto infatti la tesi che la legge speciale 206 del 1993 riguarda solo la nomina e la revoca degli amministratori e nulla dice sulle loro dimissioni.
Al termine dell”udienza pubblica i giudici si sono riuniti in camera di consiglio per deliberare sulla questione.

Il vice-presidente del Consiglio, Gianfranco Fini, intervistato in Francia non ha voluto rispondere alle domande dei giornalisti sul futuro del vertice di viale Mazzini.

Nel frattempo l”Udc ha chiesto, in Commissione di Vigilanza, l”azzeramento del Cda delle Rai ma, sul documento che illustra la posizione del partito, i commissari dell”Unione di centro non hanno chiesto il voto.
E” stato Giuseppe Gianni a leggere il documento in cui si parla di “…gestione superficiale della Rai” e si spiega che “…l”azzeramento e” l”unica via perch&#232 il reintegro del CdA non ha senso e sarebbe dannoso”.

In conclusione nel documento si legge che “…La Rai, nella sua funzione di servizio pubblico, deve garantire qualit&#224, libert&#224 di informazione, pluralismo. Finora questo non si &#232 verificato provocando un problema formale e sostanziale che si pu&#242 risolvere soltanto con l”azzeramento dei vertici”.

Intanto il Consiglio Rai continua a riunirsi per mandare avanti l”ordinaria amministrazione, senza nemmeno sfiorare il tema nomine.