Il caso Retequattro, l¿Authority europea scrive al Governo italiano

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La Commissione europea scrive al premier italiano Silvio Berlusconi.
La lettera, a firma dell`inglese Philip Lowe, direttore della struttura europea che vigila sulla concorrenza, ha come oggetto lo stato di alcune emittenti italiane.
In modo particolare a preoccupare l¿Authority europea &#232 il caso di Retequattro, priva ormai di una concessione televisiva e quello di Europa7, titolare di una concessione vinta dopo una regolare gara, ma priva delle frequenze indispensabili per andare in onda. Frequenze che lo Stato non le ha mai concesso.
Nel luglio 1999, Europa7 ebbe la concessione, dal Governo in carica presieduto da Massimo D¿Alema, di trasmettere.
L¿emittente, per&#242, non &#232 riuscita ad andare in onda, mancavano difatti le frequenze pianificate.
L¿Italia ha un Piano nazionale per l¿assegnazione e la redistribuzione delle frequenze, adottato nell¿ottobre 1998.
La Commissione ha chiesto, quindi, se esiste una data di attuazione di quanto previsto e regolamentato nel provvedimento.
Intanto il Governo sarebbe in attesa di una sentenza della Corte Costituzionale sul pluralismo televisivo.
Da mesi, la Corte sta esaminando la legge Maccanico del 1997, che doveva obbligare Retequattro a trasferirsi su satellite e a liberare le frequenze di terra a vantaggio di nuovi operatori.
Una legge che non &#232 riuscita a costringere Retequattro al trasferimento;
Silvio Berlusconi avrebbe fatto sapere che l¿applicazione del Piano d¿assegnazione sarebbe stata sospesa, in quanto l¿Autorit&#224 e del Ministero delle Comunicazioni ne starebbero predisponendo uno nuovo, modificativo del precedente.
Il nuovo Piano dovrebbe predisporre le necessarie modifiche per l¿introduzione del digitale terrestre.
Bisogna ora vedere quale posto avr&#224 Europa 7 in questo nuovo Piano delle frequenze, avendo gi&#224 la concessione e il diritto ad avere le frequenze in base al vecchio Piano.
Nel frattempo si dovr&#224 attendere fino a domani, quando i giudici della Cassazione si riuniranno in camera di consiglio, per pronunciare il loro verdetto in merito al caso Retequattro.