Adelphia Communcations, l¿accusa chiede trenta anni per i Rigas

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Il fondatore di Adelphia Comminications Corporation e i quattro dirigenti del gruppo, hanno respinto in sede penale le accuse di bancarotta fraudolenta e cospirazione.

Il fondatore del gruppo di media John Rigas, i suoi figli Timothy e Michael e l¿ex direttore finanziario James Brown e Michael Mulcahey l¿ex responsabile dei rapporti interni all¿azienda, avevano ottenuto lo scorso mese un rinvio dell¿udienza.

L¿accusa vorrebbe ottenere dai responsabili un rimborso di pi&#249 di 2.5 miliardi di dollari, che secondo il capo d¿imputazione sarebbero stati ottenuti in modo fraudolento.
Rigas e i suoi uomini rischierebbero una pena di trenta anni di prigione, se fosse confermata l¿imputazione pi&#249 grave, quella per bancarotta fraudolenta.

Timothy Coleman, un assistente del procuratore federale, ha detto, davanti alla corte, che il materiale probatorio, circa 150 scatole e 400 CD-ROM, sar&#224 nei prossimi mesi passato agli avvocati di difesa, perch&#233 possano esaminarlo.

Intervistati fuori dalla Corte federale, a Manhattan, gli avvocati dei Rigas hanno dichiarato alla stampa l¿innocenza dei loro clienti.

Peter Fleming, avvocato di John Rigas, ha precisato che questi non sono giorni facili per il fondatore di Adelphia, ad aggravare la sua situazione sarebbero intervenuti anche problemi di salute.

L¿avvocato ha anche accusato il Consiglio d¿Amministrazione di Adelphia di aver pubblicamente messo in discussione l¿operato dei Rigas all¿interno del gruppo.

Nel frattempo si aspetta la prossima udienza fissata per il nove gennaio prossimo.