WorldCom: l¿art. 11 non vuol dire fallimento

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John Sidgmore, Presidente della WorldCom, si dichiara ottimista sul futuro della societ&#224 che ha appena invocato l¿amministrazione controllata in base all¿articolo 11 delle norme americane sui fallimenti.
Sidgmore spera di non dover ricorrere alla vendita degli assetti anche perch&#233 ancora non &#232 stato perso nessuno dei maggiori clienti.

Il ricorso all¿articolo 11 &#232 stato un passo decisivo e stabilizzante, secondo il management di WorldCom, perch&#233 cosi potr&#224 esserci chiarezza sulle future strategie e c¿&#232 la concreta possibilit&#224 di emergere dalla bancarotta (la pi&#249 grande nella storia degli Stati Uniti) gi&#224 dal primo quarto del prossimo anno. Il gruppo tiene a precisare che il ¿chapter 11¿ non corrisponde al fallimento, ma &#232 un meccanismo di protezione che le leggi americane mettono a disposizione delle aziende con grossi problemi economici per tutelarle dai creditori e per consentire loro di riorganizzarsi e rinascere in modo pi&#249 sano. La societ&#224 non interrompe infatti i propri servizi ed &#232 in grado di pagare i propri fornitori e dipendenti.

Le inchieste in corso sul falso in bilancio di WorldCom, intanto, sono gi&#224 quattro (condotte dal Dipartimento di Giustizia, dalla SEC, dalla Commissione per l¿Energia e il Commercio e dallo stesso consiglio della societ&#224) e, in pi&#249, sar&#224 nominato un esaminatore indipendente che investigher&#224, per poi rappresentare il Governo durante il processo, per cattiva amministrazione, frode e irregolarit&#224 di bilancio.

Questo garantir&#224, sicuramente, la trasparenza del processo, ma indica anche una sfiducia di fondo nei confronti dell¿attuale management di WorldCom che,dal canto suo, si &#232 dichiarato totalmente favorevole all¿ipotesi di lavorare con un esaminatore esterno. La pratica non &#232, infatti, inusuale in casi di questo genere ma stupisce la rapidit&#224 del procedimento. Nel caso della Enron, per esempio, si &#232 aspettato cinque mesi prima di richiedere un¿investigazione indipendente.

La spiegazione &#232 semplice quanto drammatica: gli investitori e i piccoli risparmiatori (soprattutto, tra questi ultimi, quelli che hanno investito in fondi pensione) non hanno pi&#249 fiducia nei giganti dell¿economia che avevano costruito la loro fortuna facendo leva sui princ&#236pi etici della correttezza e della trasparenza e che ora, si scopre, sono cresciuti a dismisura grazie a fusioni e acquisizioni, nella maggior parte dei casi, al limite della legalit&#224.
N&#232 servono gli appelli di Bush, anch¿egli ritenuto poco credibile essendo stato, insieme al suo vice Cheney, coinvolto nel polverone degli affari illeciti della Enron.