L’internet del futuro? Niente fili o infrastrutture, solo il “passaparola”

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Duecento ricercatori da tutto il mondo progettano la nuova forma della Rete: da lunedì 8 a giovedì 11 ottobre a Pisa la presentazione dei primi prototipi nell’ambito della conferenza internazionale “Mass 2007”

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Passaparola

L’Internet del futuro sarà un gigantesco passaparola digitale. Ne discuteranno, prototipi alla mano, gli oltre 200 ricercatori provenienti da ogni parte del mondo che si sono dati appuntamento da lunedì 8 a giovedì 11 ottobre nell’area della ricerca Cnr di Pisa per la quarta conferenza internazionale Mass 2007 (Mobile Ad-Hoc and Sensor Systems).

La conferenza – organizzata dall’Istituto di informatica e telematica del Cnr (Iit-Cnr) – è il principale appuntamento mondiale per quanto riguarda la tecnologia di frontiera dell’Ubiquitous Internet, ovvero la possibilità di accedere alla Rete in qualsiasi momento e luogo e con qualunque dispositivo. Grazie alle tecnologie di rete auto-organizzanti (le cosiddette reti ad hoc), i ricercatori sono in grado di estendere la copertura Internet anche in assenza di infrastrutture di rete sfruttando i dispositivi wireless (Bluetooth, WiFi, WiMmax, Umts) di cui l’ambiente in cui viviamo è sempre più pervaso (si pensi ai cellulari, agli elettrodomestici, alle fotocamere o alle stesse automobili). “La rete ad hoc – osserva Marco Conti, ricercatore dello Iit-Cnr – sfrutta il principio del passaparola: una persona tramite il proprio dispositivo può comunicare direttamente con tutte le persone che si trovano all’interno del raggio della trasmissione senza fili (wireless). Le comunicazioni tra persone lontane sono invece possibili utilizzando la ‘cooperazione’ dei dispositivi degli altri utenti: l’informazione viene trasferita da un dispositivo all’altro fino a raggiungere il destinatario remoto. Dal momento che il trasferimento avviene tra dispositivi digitali e non tra persone, l’informazione ricevuta (a meno di manomissioni fraudolente) è una copia fedele di quella generata dal mittente“.

Le esperienze recenti di calamità naturali (come l’uragano Katrina su New Orleans), gli attacchi terroristici o i guasti su vasta scala (blackout nazionale del settembre 2003) hanno dimostrato come i sistemi di comunicazione tradizionali, basati su infrastruttura, rappresentino uno degli elementi più vulnerabili per la società dell’informazione. “Le tecnologie di rete ad hoc – aggiunge Conti – non  hanno tali limiti e possono essere efficacemente impiegate nelle fasi successive a un’emergenza, non solo come strumento di comunicazione a larga banda per le unità di soccorso, ma anche come un’efficace piattaforma di comunicazione per raggiungere tutta la popolazione in caso di collasso dell’infrastruttura fissa. Inoltre, le reti ad hoc possono avere un ruolo importante anche come strumento di prevenzione: monitorando l’ambiente (con sensori di rilevamento di sostanze tossiche o nocive, controllo dell’attività di vulcani, faglie o corsi d’acqua, etc.) e la società (controllo di merci e persone in luoghi pubblici quali aeroporti e stazioni ferroviarie)“.

Il luogo della conferenza sarà interamente coperto da una speciale rete wireless mesh senza fili per fornire ai partecipanti accesso Internet gratuito e ad alta velocità. Le reti mesh permettono di coprire aree estese (come l’intero centro di una città), fornire accesso Internet ad alta velocità (paragonabile alle attuali ADSL), e virtualmente gratuito e supportare applicazioni multimediali video e voce come videoconferenze e telefonate Voip. Una rete di questo tipo, in grado di coprire la città di Pisa (Pi-Mesh), è in corso di realizzazione nell’ambito di una collaborazione tra Università di Pisa e Cnr.