Sicurezza e trasparenza nell’era digitale: Garante privacy, ‘Necessario procedere per gradi’

di |

Italia


Privacy

Investire più in sicurezza tecnologica e meno in regole formalistiche. Questo il messaggio lanciato ieri pomeriggio dal vicepresidente del Garante privacy Augusta Iannini, in occasione del workshop “Privacy, sicurezza e trasparenza nell’era digitale“, tenutosi ieri presso l’Università Europea di Roma.

 

Il tentativo di disciplinare una così complicata materia – ha continuato la Iannini – si sta pagando in termini di chiarezza delle norme e quindi di certezza del diritto. Preoccupante, in questo senso, è il dato emerso nell’ambito di una ricerca indipendente, secondo cui, per leggere tutte le nuove privacy policy che un utente incontra, occorrerebbero 244 ore lavorative all’anno. Da tale considerazione emerge l’evidente necessità di semplificare la normativa, non solo per l’Autorità ma anche per gli utenti, che devono leggere e comprendere la modulistica”.

Non è però prospettabile una “rivoluzione copernicana”: sarà necessario, sostiene il vicepresidente Iannini, procedere per gradi, con una stretta collaborazione tra consumatori, imprese, tecnici e Autorità di Garanzia. Alla base delle future regolamentazioni dovranno essere poste delle scelte condivise da parte di tutti i players: solo sul consenso generale si fondano, infatti, società dotate di armonia”.

La dott.ssa Iannini ha poi rimarcato la necessità di incentivare la prevenzione, fornendo informazioni chiare e semplici agli utenti medi, senza costringerli a rivolgersi costantemente ai propri legali.

 

Nel corso dell’incontro è stata presentata la ricerca realizzata dai professori Salvatore Sica e Giovanni Maria Riccio del Laboratorio In.Di.Co. dell’Università di Salerno.

La ricerca è stata condotta su un campione di 600 studenti, somministrando un formulario su abitudini di utilizzo di internet, prassi nella gestione dei dati personali, consapevolezza degli strumenti tecnologici e delle possibilità di ottenere autonomamente una maggiore privacy dai servizi utilizzati, e, infine, rischi e timori.

 

I dati raccolti hanno consentito di effettuare interessanti riflessioni sull’efficienza dell’attuale legislazione in materia di privacy. Il professore Riccio ha sottolineato come privacy e security siano profili intimamente connessi, non contrapposti e come non possa esserci una effettiva tutela dei dati personali in presenza di misure inadeguate o non aggiornate.

La ricerca propone, inoltre di intensificare la privacy by design: gli intervistati hanno infatti dimostrato di avere una buona padronanza degli strumenti informatici.

 

Al workshop è intervenuto anche Fabiano Lazzarini, direttore generale di IAB Italia, che ha illustrato il progetto europeo Your Online Choices, lanciato da una piattaforma che offre informazioni chiare sul behavioural advertising, informando gli utenti dei cookies utilizzati dagli iscritti di IAB.