IT4Fashion: nuove tecnologie in campo per la supply chain del lusso

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Internet of Things

La creatività non basta più, da sola, a fare la differenza nel mondo della moda. Le grandi griffe se ne sono accorte da tempo e vanno cercando alleati nel mondo della ricerca universitaria e tecnologica. Li hanno trovati a ‘IT4Fashion‘. L’appuntamento annuale dedicato agli operatori della moda e del lusso che credono nella leva tecnologica come fattore differenziante accanto al design e alla qualità per garantire la leadership al marchio Made in Italy è stato un successo.

 

Il convegno fiorentino, giunto alla terza edizione, ha visto la partecipazione di ben 650 iscritti tra responsabili dei sistemi informativi, manager della logistica, docenti universitari e ricercatori che si sono confrontati sulle prospettive presenti e future dell’IT al servizio delle imprese del lusso. Le aziende presenti sono state più di 200 in rappresentanza dell’intero indotto del sistema moda, spaziando dalle più importanti maison del lusso fino ai fornitori di filiera con ampia presenza di aziende fornitrici di soluzioni hardware e software di supporto ai processi di business.

Il convegno, anche in virtù del numero e del livello crescente di partecipanti rappresenta un’occasione unica, a livello nazionale, di aggiornamento e di informazione sulle prospettive presenti e future dell’It al servizio delle imprese del lusso.

 

It4Fashion vuole essere un momento di confronto tra docenti universitari, ricercatori e responsabili della logistica e della supply chain per le aziende della moda – ha spiegato Rinaldo Rinaldi, responsabile scientifico di Logislab e coordinatore del convegno -. Ict nel fashion, infatti, significa innovazione e tecnologia al servizio di chi fa del Made in Italy (e non solo il Made in Italy) il proprio core business

 

Attraverso storie di successo i più importanti player del sistema moda hanno raccontato alla platea quali strumenti di informazione e comunicazione sono stati adottati dalle rispettive aziende per ottimizzare le varie fasi manifatturiere e logistiche che caratterizzano il ciclo di vita del prodotto.

Nella seduta plenaria del mattino i relatori di NXP, Telecom Italia e Lectra hanno affrontato i temi quanto mai attuali e per certi versi nuovi al mondo del fashion di Internet of Things, di smart tagging e di interazione 2.0 con i consumatori. Tutto a dimostrare come la strategicità delle nuove tecnologie risieda nella costruzione di un rapporto di qualità con il cliente finale, che oltre a cercare prodotti vuole informazioni e garanzie su ciò che acquista.

 

Tra i vari interventi che si sono susseguiti durante la giornata fiorentina vanno segnalate la presentazione del nuovo sistema di gestione delle immagini agganciato all’e-commerce da parte del direttore marketing di Braccialini, Lorenzo Braccialini e le soluzioni adottate dal noto brand Belstaff che ha raccontato della sua integrazione del canale retail con i processi produttivi e distributivi.

 

Due i casi importanti in cui l’Rfid ha confermato che Ict nel fashion non è solo codifica e movimentazione. Mentre il maglificio Po-Oscalito utilizza l’Rfid per garantire la tracciabilità della produzione del made in Italy, Boxeur de Rues coniuga il tag con una digital strategy a 360 gradi, magic mirror inclusi.

In occasione della tavola rotonda conclusiva dell’evento, incentrata sul tema del trasferimento di conoscenza tra il mondo della ricerca accademica e il mondo del lavoro, il Magnifico Rettore dell’ateneo fiorentino, Alberto Tesi ha ufficializzato la creazione di un centro di ricerca universitario in grado di affiancare le principali griffe presenti sul territorio con particolare attenzione a tematiche riguardanti la promozione e tutela del Made In Italy.

 

Il centro, che vedrà il coinvolgimento di numerosi professori e ricercatori afferenti ai vari dipartimenti di ricerca dell’ateneo fiorentino, beneficerà della presenza di competenze interdisciplinari di natura tecnica, economica, legislativa e progettuale in grado di affiancare le singole aziende con un approccio globale e proponendo strategie e strumenti per difendere il prodotto italiano, patrimonio non solo economico ma anche sociale e culturale del nostro Paese” ha concluso il rettore Tesi.